LE AZIONI
Monfalcone preme su sicurezza in mare, progetto con Slovenia e Croazia
Il Comune bisiaco è tra i partner del progetto per il contrasto agli incidenti ambientali che possono causare inquinamento delle acque.
Stamattina, nella sede dell’Iniziativa centro europea (Ince Cei) di via Genova a Trieste, si è tenuta la conferenza conclusiva del progetto Namirs. Detto per esteso, oltre la sigla, si è parlato di North Adriatic maritime incident response system, cioè del progetto che ha coinvolto Italia, Slovenia e Croazia, coordinato dall’Ince ma promosso in collaborazione con la Regione Friuli Venezia Giulia, volto all’elaborazione di progetti per contrastare gli incidenti ambientali potenzialmente disastrosi che possono verificarsi nell'Adriatico settentrionale.
A prendere parte del tavolo è stato anche il Comune di Monfalcone attraverso la presenza del sindaco Anna Maria Cisint. La città bisiaca diventa quindi uno dei partner principali di questo progetto cofinanziato dall’Unione europea per la tutela del mare. «Il Comune di Monfalcone è stato invitato a questa importante iniziativa quale attore e interlocutore di un progetto transfrontaliero di portata molto rilevante per la sicurezza a mare e la tutela dell’ambiente marino – sono le parole del sindaco Cisint - condividiamo l’importanza di mettere in comune risorse e progettualità per salvaguardare le nostre acque».
«I nostri territori sono talmente vicini e trafficati che ciò che accade in Slovenia e Croazia inevitabilmente arriva anche a Monfalcone e viceversa. È necessario quindi un piano d’azione, un protocollo condiviso». Namirs vede le tre nazioni impegnate nello sviluppo di procedure operative comuni per rispondere a possibili incidenti in mare causati da sversamenti di idrocarburi. I tre Paesi collaboreranno nella gestione degli episodi accidentali che possono causare inquinamento delle acque, tutelando il mare Adriatico settentrionale e prevenendo disastri ambientali, attraverso risposte transnazionali anche nell’ottica di coordinamento degli operatori impegnati negli interventi.
«Abbiamo avuto modo di constatare anche di recente – continua il primo cittadino - prima con lo sversamento di idrocarburi che si è verificato nell’estate 2022 durante le operazioni di bunkeraggio di una nave battente bandiera delle Marshall Islands e poi con la mareggiata di ottobre 2023, quanto sia fondamentale individuare un protocollo condiviso con le nazioni a noi più vicine». Uno strumento «che ci consenta, in caso in cui ci siano collisioni e sversamenti in mare, di intervenire per limitare i danni, capire quali siano i compiti dei vari attori coinvolti e con quali modalità dovranno essere attivate le operazioni di soccorso, anche dotando chi deve intervenire subito di equipaggiamenti adeguati».
«Noi lo abbiamo fatto con la nostra Protezione civile – aggiunge Cisint - l’episodio dell’estate scorsa ci ha inoltre allertato sull’esigenza di fornire alle navi che attraccano nelle aree di competenza degli enti, le panne di contenimento da utilizzare durante le operazioni di bunkeraggio per arginare i danni provocati da eventuali sversamenti, un progetto su cui siamo al lavoro».
«Una cooperazione preventiva può permettere a tutti di intervenire in maniera tempestiva e in piene collaborazione per salvaguardare il nostro oro blu, l’ambiente, la flora e la fauna marina» così in conclusione Cisint. All’incontro ha preso parte anche l'assessore regionale alla Difesa dell'ambiente Fabio Scoccimarro che ha portato i saluti del presidente della Regione, Massimiliano Fedriga. «È palese che le tematiche ambientali non abbiano confini e riguardino gli Stati e i territori a noi vicini – ha spiegato Scoccimarro - eventuali criticità possono essere risolte, infatti, solo con un approccio transnazionale. Per questo nel prossimo futuro continuerà il dialogo con il Governo nazionale, in particolare con i ministri Pichetto Fratin e Musumeci per far diventare questo progetto permanente».
«Se il mare può trasformarsi nel teatro di un disastro ambientale, lo stesso mare può altresì unirci nelle importanti attività di prevenzione – conclude l’assessore regionale - ecco perché esercitazioni come quella dello scorso 20 novembre, alla quale abbiamo assistito, sono la dimostrazione concreta di quanto la cooperazione transfrontaliera sia necessaria per affrontare potenziali sfide che dovessero interessare l'Adriatico».
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