Oltre 42 bancali
Da Monfalcone a Capodistria e poi a Petrinja, la Protezione Civile porta la solidarietà bisiaca ai terremotati
Partita nella mattinata del 9 gennaio la colonna della Protezione Civile che nei giorni scorsi ha raccolto beni e alimenti umani e animali per i terremotati croati.
Poco dopo le nove di stamattina la colonna della Protezione Civile e di alcuni mezzi privati si è mossa da Monfalcone in direzione Capodistria. Si tratta di ben dodici mezzi che, caricati i beni raccolti nel corso delle varie giornate, ora può procedere verso Petrinja.
Dalla sede di via Chico Mendes a Monfalcone si è mossa la squadra comunale locale assieme a mezzi arrivati da Trieste e dal Distretto Carso Isonzo, con Fogliano Redipuglia, San Pier d’Isonzo, Ronchi dei Legionari, Sagrado, Savogna d’Isonzo e Doberdò del Lago. In tutto sono stati trasportati 42 bancali e 560 colli singoli. In moltissimi in questi giorni di raccolta hanno contribuito, con una gara di solidarietà che è riuscita a raccogliere non solo coperte e beni animali ma anche cibo e viveri per le persone colpite dal sisma.
La colonna, partita attorno alle 9.30, ha consegnato a Capodistria i beni raccolti agli enti che poi li trasporteranno fisicamente verso le zone terremotate. In territorio sloveno, per il quale le autostrade hanno consentito il passaggio gratuito ai mezzi, la colonna si è mossa con i lampeggianti accesi ma le sirene spente.
A prendere parte alla colonna anche un furgone caricato dall’Associazione Vanessa Onlus, da Settembre InVita e dai Punishers MC Italy Trieste Chapter.
“È stata un’attività sinergica, Monfalcone ha fatto da centro”, spiega il coordinatore della Protezione Civile di Monfalcone, Andrea Olivetti. “Cinque le giornate di lavoro di cui due di raccolta e tre di organizzazione. Un notevolissimo flusso, tanta solidarietà. Abbiamo raccolto tanti beni, anche articoli animali e umani. Le norme anti-covid non ci permettono alcune attività all’estero ed è per questo che da Capodistria i nostri corrispondenti esteri trasporteranno i beni fino alle zone terremotate”.