STAMATTINA
Monfalcone, il Pd provinciale chiede l’attivazione di un punto di ascolto per i giovani nei consultori locali
Il testo sintetizza un’analisi e una proposta progettuale elaborate dal gruppo sanità provinciale del partito. L’obiettivo è agire preventivamente sul disagio giovanile.
Presentata oggi in conferenza stampa nell’ex Pretura di Monfalcone la mozione del gruppo consiliare comunale del Partito Democratico, che chiede l’attivazione del “Punto di ascolto giovani” nei Consultori Asugi dell’Isontino al fine di intercettare e affrontare preventivamente i sempre più diffusi fenomeni di disagio della fascia d’età adolescenziale. A illustrare il progetto, è stata la capogruppo del Partito Democratico di Monfalcone Lucia Giurissa assieme al consigliere comunale Sani Bhuiyan, alla segretaria provinciale del Pd Sara Vito e la responsabile provinciale alla sanità del partito Adriana Fasiolo.
Le ragioni e l’obiettivo della mozione sono state subito spiegate dalla capogruppo dem Giurissa. «In diversi rioni, soprattutto quello centrale, è stata segnalata negli anni una particolare delicatezza nella fascia adolescenziale; ciò è sempre stato minimizzato o vi si è data una risposta in termini repressivi e di controllo – così in apertura Giurissa - noi crediamo che vi sia una necessità oggettiva di implementare i servizi rivolti ai giovani con un percorso di ascolto, dando risposte coerenti alle loro necessità di salute mentale, motivo per cui portiamo questa mozione».
«Vogliamo innanzitutto che questa mozione porti ad affrontare la necessità di un’azione preventiva – prosegue Sara Vito - non si può restare indifferenti davanti alle richieste di aiuto che arrivano dai ragazzi sia in maniera eclatante con casi di violenza e aggressione, sia con fenomeni di isolamento, depressione, dispersione scolastica e bullismo». L’obiettivo è quello di lavorare in sinergia con realtà territoriali e provinciali per produrre progettualità concrete. «Il tema del disagio giovanile è serio e reale e va ampliato a tutta la zona dell’Isontino, poiché ad oggi non gli è data sufficiente importanza e permane una carenza in termini di servizi» così la segretaria provinciale dem.
«Vi sono punti di ascolto per i giovani nei consultori di Trieste, Udine e Pordenone, mentre a Gorizia e Monfalcone mancano; è giusto dare un’omogeneità di servizi e dunque includerli anche qui» il commento della responsabile provinciale alla sanità Adriana Fasiolo. Per sottolineare ulteriormente la necessità di tale intervento sono stati citati alcuni dati dell’Osservatorio regionale, già contenuti in una mozione discussa in Consiglio comunale a Gorizia in primavera. Come illustrato da Giurissa, i pazienti affetti da disturbi alimentari e/o da altre problematiche (disturbi borderline, autolesionismo) nell'area isontina sono più che raddoppiati tra il 2016 e il 2022, passando da 403 a 965. A livello regionale, invece, le prestazioni degli ambulatori dediti al disturbo alimentare sono cresciute nello stesso arco di tempo da 498 a ben 26.904; vi è inoltre uno scarto rilevante tra maschi e femmine: il 91% dei pazienti studiati dall’Osservatorio regionale sono ragazze.
Il progetto mira, dunque, a intercettare quanto prima i fenomeni di sofferenza emotiva e psicologica, affrontandone i segnali d’esordio e limitandone l’evoluzione in forme di cronicizzazione patologica. I giovani nella fascia d’età 14-19 anni potranno presentarsi nei punti d'ascolto sia singolarmente che in coppia o in gruppo, anche non accompagnati dai genitori, previo appuntamento telefonico. Ad accoglierli troveranno un gruppo multisettoriale composto da psicologi, educatori, assistenti sociali, ma anche ostetriche e ginecologi dedicati, pronto a rispondere in modo mirato ai problemi emergenti e a indirizzarli precocemente, se necessario, a una valutazione di secondo livello. A tutto ciò si accompagna naturalmente la necessità di informare la collettività sull’offerta promossa: la mozione invita infatti il Sindaco, oltre che a sollecitare la direzione Asugi al fine di istituire i punti d’ascolto, «ad attivarsi tramite i mezzi di comunicazione tradizionali e online al fine di promuovere la conoscenza del Servizio ai cittadini per favorirne il suo utilizzo».
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