Monfalcone nega patrocinio Fvg Pride, Bisiacaria ancora una volta divisa

Monfalcone nega patrocinio Fvg Pride, Bisiacaria ancora una volta divisa

LA DISCUSSIONE

Monfalcone nega patrocinio Fvg Pride, Bisiacaria ancora una volta divisa

Di Salvatore Ferrara • Pubblicato il 28 Ago 2024
Copertina per Monfalcone nega patrocinio Fvg Pride, Bisiacaria ancora una volta divisa

Da altre amministrazioni comunali c'è stato l'ok alla concessione. Fratta: «Garantire diritti e giustizia», Negrari: «Una battaglia che parla al presente».

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Il Comune di Monfalcone non concederà nemmeno quest'anno il proprio patrocinio al Pride Fvg, in programma per il 31 agosto a Lignano. A darne notizia è Anna Maria Cisint, assessore con delega alla Quinta Commissione e alle Pari opportunità sostenendo che «le manifestazioni del Pride sono un pericolo per i nostri valori democratici». «Il Pride Fvg porta avanti posizioni del tutto incompatibili e inconciliabili con il programma politico ed amministrativo dell’amministrazione comunale e persegue scopi in pieno contrasto con la vigente legislazione italiana – afferma Cisint - per questo il Comune di Monfalcone, non solo non darà il patrocinio all’evento previsto a Lignano, ma ne contesta gli obiettivi e le finalità».

«Lo ha deciso all’unanimità la giunta comunale che non ha ravvisato quei significati morali e civili e il rilievo istituzionale previsto dal regolamento che disciplina la facoltà di adesione comunale». «La lettura della trentina di pagine del manifesto che accompagna l’evento – rileva ancora l’europarlamentare e già sindaco della città, Anna Maria Cisint – lascia sconcertati per la rappresentazione di proposte e visioni radicali estremiste. La manifestazione viene abitualmente sbandierata come occasione per promuovere i diritti civili per carpire la più ampia buonafede ai fini della partecipazione, ma la realtà è profondamente diversa».

«I propositi affermati non riguardano soltanto i soliti pregiudizi della sinistra che si oppone al quadro politico del centro destra e ai processi di riforma dell’autonomia e del premierato, ma va ben oltre con la finalità di scardinare fondamenti e valori della nostra società». Andando sui contenuti del manifesto, Cisint contesta la richiesta di cancellazione del Concordato tra Stato e Chiesa, l'eliminazione dei crocifissi dalle scuole e l’abolizione dell’ora di religione.

«Come non essere allarmati e preoccupati anche per il significato che assumono le affermazioni riguardanti la situazione in Palestina se la resistenza di Hamas viene considerata come una battaglia in cui identificarsi – continua l’assessore monfalconese - al centro delle varie richieste si colloca quella per una legge che intenderebbe regolare la pratica dell’utero in affitto, in contrasto con le nostre leggi e i nostri principi. Non basta contrastare il Pride per le sue posizioni politico partitiche, ma si deve far conoscere il carattere eversivo dei suoi contenuti radicali che minacciano i principi della nostra democrazia».

Infine, secondo Cisint «la tutela delle libertà deve conciliarsi con il rispetto dei diritti di tutti gli altri e non sono accettabili rivendicazioni che umiliano una parte della società, la dignità delle donne e vilipendono la religione. Non a caso non c’è alcun richiamo, nel loro manifesto, al rispetto e alla tutela delle donne musulmane, poste su un piano di subordinazione e sopraffazione, né per le violenze subite sino ai matrimoni forzati dalle minori islamiche». Analoga decisione era stata assunta già dal Comune di Gorizia.

Diverso è invece l’atteggiamento assunto da altre amministrazioni comunali bisiache che ad esempio – come San Canzian d’Isonzo, Staranzano o San Pier d’Isonzo – appoggiano la manifestazione che si terrà sabato 31 agosto. «C’è stata un’ampia condivisione da parte nostra – commenta Claudio Fratta, sindaco di San Canzian d’Isonzoriteniamo sia una manifestazione che pone al centro i diritti e la giustizia. La nostra amministrazione ha aderito alla rete Re.a.dy. Abbiamo ritenuto giusto deliberare sulla concessione del patrocinio».

A Staranzano, la delibera è stata presentata in giunta dall’assessore alle pari opportunità, Giuseppina Gambin. È stata condivisa ed accolta. «Abbiamo detto sì al patrocinio dell’iniziativa – commenta il consigliere comunale con delega ai diritti e alla rete Re.a.dy, Matteo Negrari – seppure non allegando il manifesto che contiene alcuni punti che un’amministrazione comunale può non condividere nella sua interezza». E ancora Negrari: «I comuni guidati dal centrodestra perdono una grandissima occasione per restare al passo con i tempi. Quanto sostiene Monfalcone è inqualificabile». «Noi siamo presenti in questa battaglia che più di modernità, parla al presente» così l'esponente in chiusura.

Foto d'archivio dell'edizione 2021 a Gorizia

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