Moschee, il Tar dà ragione al Comune e rigetta i ricorsi a Monfalcone

Moschee, il Tar dà ragione al Comune e rigetta i ricorsi a Monfalcone

La decisione

Moschee, il Tar dà ragione al Comune e rigetta i ricorsi a Monfalcone

Di Salvatore Ferrara • Pubblicato il 17 Gen 2024
Copertina per Moschee, il Tar dà ragione al Comune e rigetta i ricorsi a Monfalcone

Il provvedimento è stato emesso dal presidente del tribunale, Carlo Modica de Mohac. Centri chiusi fino alla prossima udienza del 7 febbraio.

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Nella vicenda della chiusura dei due centri islamici di Monfalcone, il Comune porta a casa il primo risultato a suo favore. Lo fa grazie a due sentenze emesse dal Tar del Friuli Venezia Giulia che confermano la correttezza giuridica delle decisioni assunte dall’Ente. I due Centri Culturali islamici avevano infatti chiesto il giudizio monocratico dell’organo di giustizia amministrativa al fine di ottenere la sospensione immediata dell’efficacia delle due ordinanze in attesa della valutazione di merito.

A sua volta, il Comune di Monfalcone si era costituito in causa con l’avvocato Teresa Biliani chiedendo il rigetto anche dell’istanza cautelare monocratica. È stata resa pubblica oggi la decisione - con due distinti decreti del presidente del Tar, Carlo Modica de Mohac - che ha rigettato le richieste delle due associazioni islamiche confermando la validità dei due provvedimenti comunali in attesa dei successivi passaggi.

Va ricordato che l’amministrazione comunale ha sempre sottolineato il fatto che le ordinanze erano state adottate sulla base di specifici presupposti giuridici legati alla violazione di ben precise norme urbanistiche e a ragioni connesse all’incolumità pubblica e alla sicurezza: «L’Associazione culturale ricorrente ha modificato la destinazione d’uso dei locali presso cui si riunisce frequentemente la comunità degli associati - si legge nell’atto reso pubblico sul portale del Tar – e ne fa un uso non conforme a quello previsto e consentito dalle disposizioni urbanistiche».

Risulta poi particolarmente eloquente il passaggio dell’atto in cui si sottolinea che «l’Associazione ricorrente non ha neanche dimostrato che la seppur transitoria, esecuzione dell’ordinanza impugnata stia cagionando, o possa cagionare, un pregiudizio immediato grave ed irreparabile che si manifesti come obiettivamente apprezzabile in base a criteri valutativi razionalistici propri di un ordinamento non confessionale». Ancor più importante la sottolineatura del decreto nel concludere come «l’interesse pubblico alla salvaguardia della pubblica incolumità sia prevalente sull’interesse (interinale) della ricorrente».

La vicenda ha portato in questi mesi Monfalcone e il proprio sindaco alla ribalta nazionale facendo emergere il problema posto dalla cospicua presenza di fedeli di religione islamica in città e delle questioni connesse al mancato adeguamento al rispetto delle norme dell’ordinamento italiano. I due provvedimenti del Comune, dunque, rimarranno in vigore fino all’udienza camerale del 7 febbraio 2024.

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