Monfalcone, Legambiente attacca la riaccensione della centrale a carbone

Monfalcone, Legambiente attacca la riaccensione della centrale a carbone

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Monfalcone, Legambiente attacca la riaccensione della centrale a carbone

Di Redazione • Pubblicato il 10 Dic 2021
Copertina per Monfalcone, Legambiente attacca la riaccensione della centrale a carbone

Il sodalizio porta a suo favore alcuni dati sottolineando come «non esiste alcuna emergenza energetica in Italia».

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A Monfalcone viene riaccesa la centrale a carbone di A2A e il circolo “Ignazio Zanutto” di Legambiente si muove. “Nessuna emergenza energetica, la potenza elettrica installata in Italia è ampiamente in grado di sopperire al fabbisogno di elettricità”, è il commento secco arrivato dal sodalizio verde che porta anche ampia documentazione. “Lo certifica lo studio del Centre for Research on Energy and Clean Air (CREA), un'organizzazione di ricerca indipendente che sostiene che ci sono 8,7 GW di potenza da fossili in più rispetto a quanto necessario a soddisfare la domanda di picco più una riserva aggiuntiva del 15%. Piuttosto, siamo nel pieno di una crisi climatica che, con mille difficoltà e contraddizioni, le Nazioni Unite, nella recente COP 26 sui cambiamenti climatici cerca di arginare.”.

A questo proposito, va ricordato che, a Glasgow, l’Italia ha sottoscritto, tra gli altri, un accordo con il quale si impegna a non usare più denaro pubblico per sostenere i combustibili fossili entro il 2022. “Pare che il Ministero della “Finzione” ecologica, Sindacati nostrani, Confindustria e buona parte dei partiti politici siano in un altro pianeta e di questo non se ne curino affatto”, denuncia ancora Legambiente.

Necessaria, per l’associazione, una progettualità definitiva e non d’emergenza ma, ovviamente, senza guardare al Gas, bensì a forme diverse. “Gli investimenti negli impianti a gas, oltre che superflui ed incentivati dal capacity market, ci farebbero restare dipendenti da questa fonte e dunque esposti a rincari dei prezzi come quelli che stiamo vivendo in questo periodo. Una autentica transizione ecologica richiederebbe di fermare subito le nuove centrali a gas senza se e senza ma”.

“Tutti i sostenitori del gas, A2A in primis, conoscono certamente la presa di posizione dell’Amministratore delegato di ENEL, Francesco Starace, che in una recente intervista sul Corriere della sera, oltre a negare che la transizione energetica sia tra le cause del caro energia in atto, afferma «quand’è che il prezzo del gas è stato stabile? Qualcuno lo sa? Queste commodity vivono di instabilità». La strada per far scendere i prezzi elettrici, per l’ad di Enel, è quella di abbandonare il gas, come il gruppo si è impegnato a fare entro il 2040: «se avessimo il mix previsto per il 2030, con prevalenza delle rinnovabili, il gas fisserebbe il prezzo del MWh elettrico solo per pochissime ore al giorno l’anno; quindi, il prezzo medio dell’energia sarebbe molto più basso, vicino allo zero» 

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