Salario minimo, Gianni Cuperlo spinge la battaglia Pd a Monfalcone

Ieri mattina l'incontro al Carso in corso, battaglia sul salario minimo. Critiche alla gestione del lavoro Fincantieri.

Il tema del lavoro e della dignità lavorativa sono stati al centro del dialogo avuto ieri a Monfalcone tra l’onorevole Gianni Cuperlo, la candidata consigliera dem Lucia Giurissa e la componente della direzione nazionale del Pd, Caterina Conti. Citando l’articolo 4 della Costituzione, Conti ha portato sul tavolo di dibattito il tema già affrontato in Parlamento dalla segretaria nazionale del Partito Elly Schlein: “Una battaglia importante per il partito è il salario minimo, per difendere le persone che sono sfruttate e non hanno possibilità di contrattare”.

Lucia Giurissa ha discusso il nuovo recruiting day per i 680 posti lavoro per Fincantieri e indotto, esplicitando la necessità di controllo del sistema di appalti e subappalti nella città: “Tutto il lavoro manodopera è sempre legato ad appalti su appalti, sui quali la città non ha molta voce in capitolo: noi vogliamo portare avanti un nuovo patto per la legalità interistituzionale a livello comunale e regionale con la stessa Fincantieri, che sia vincolante soprattutto per l’indotto che sfugge ai controlli, per tutelare i lavoratori indipendentemente dal ruolo e dalla provenienza”.

Da contraltare ad un presente infelice, il deputato Cuperlo ha ricordato un tempo della sua gioventù nel quale lavoro e povertà non potevano essere in alcun modo associabili, mentre “oggi viviamo in una realtà in cui anche chi possiede un contratto regolare può vivere al di sopra del livello di povertà”. Da una parte il cambiamento dall’introduzione in Italia della moneta unica, poiché “se prima nelle fasi di recessione per mantenere competitive le esportazioni veniva svalutata la lira, con l’euro si è iniziato a svalutare il lavoro”, e dall’altra i salari che da trent’anni sono bloccati, una produttività ferma da venti, e il reddito medio pro capite congelato da venticinque.

“La priorità” ha asserito “è sbloccare questi salari, che diminuiscono mentre l’inflazione sale divorando gli stipendi: la scelta come Partito democratico di garantire una mensilità minima è un modo per restituire ai lavoratori quello che un’inflazione combinata ad un blocco degli aumenti salariali sta togliendo loro”. Le risorse, ha affermato, si possono trovare nella lotta all’evasione fiscale oltre che nel prelievo degli extra-profitti delle aziende “che hanno guadagnato cifre stellari durante la pandemia e che il governo si è guardato bene dal toccare, se non in misura minima”.

Il problema italiano è che, se in altri paesi in cui il salario orario minimo legali è stato introdotto esso corrisponde al 20/30% del salario medio, in Italia una proposta per un salario minimo di 9 euro corrisponderebbe all’80% del salario medio italiano, “ma di fronte ad una contraddizione che riguarda i ritardi del nostro sistema, la risposta deve essere di alzare i salari, portandoli al livello che non è stato garantito in questi anni, accompagnando la riforma sul salario orario minimo con una legge sulla rappresentanza sindacale e uno sgravo all’assunzione del lavoro femminile”.

L’obiettivo, sottolineato infine dall’onorevole, rimane la volontà della sinistra di porre al centro la persona, i suoi diritti e il rispetto verso il suo lavoro e le sue scelte di vita, “ed è per questo che sosteniamo Lucia, per non guardare solo all’1 su 1000, ma per sostenere gli altri 999”.

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