Il viaggio
Monfalcone, don Paolo Zuttion torna in Africa per l'ultimo saluto a Brigitte
Il sacerdote è tornato in Costa d'Avorio con due volontarie dell'associazione Jobel della quale è presidente.
Don Paolo Zuttion è tornato in Africa. Il viaggio, accompagnato da Federica e Meri dell’associazione Jobel, della quale don Paolo è presidente, è stato organizzato per una circostanza triste, ovvero dare l’ultimo saluto a Brigitte di Djebonoua, scomparsa improvvisamente un mese fa. Un viaggio di qualche giorno, iniziato il 29 aprile e finito il 2 maggio, giusto il tempo di dare l'ultimo saluto a un'amica.
“Brigitte è stata una grandissima donna, una signora locale del villaggio di Djebonoua, non lontano dalla città di Bouake, che ha saputo fare della sua vita un dono totale attraverso le innumerevoli opere a carattere sociale, pastorale, sanitario, educativo, umano e che ha saputo dare attorno a sé una grande testimonianza di fede”, ha Claudia Pontel dalla missione al settimanale diocesano Voce Isontina.
“Don Paolo e Meri sono arrivati al Centro dei bambini la mattina di venerdì e l’incontro con Denise la responsabile nonché la mamma adottiva di tutti i bambini ospiti è stato commovente e bello”, prosegue Claudia.
Va detto che don Paolo e Denise si conoscono da tantissimi anni, ovvero da quando lui era missionario a Bouake e fra le tante realtà seguiva anche l’opera San Camillo, il centro che accoglie le persone affette da problemi di salute mentale fondata da Gregoire. Denise all’epoca andava a visitare gli ospiti al Centro San Camillo, i malati all’ ospedale ed i carcerati ed aveva molto da condividere con don Paolo.
Ed è questa attenzione particolare e dedizione a questi ultimi emarginati rifiutati dalle proprie famiglie, dalla società, che li accomuna e che li unisce da sempre. Lei, infatti, ha continuato accogliendo bambini in casa sua, figli degli ospiti del Centro San Camillo, oltre che bambini orfani ed abbandonati. “Attualmente il Centro accoglie 53 bambini e ragazzi e lei rappresenta la mamma di tutti loro”, prosegue Pontel.
Don Paolo e Denise hanno condiviso anche i momenti difficilissimi della guerra civile che ha colpito la Costa d'Avorio nel 2002 rischiando anche la vita per mettere in salvo e proteggere tante vite umane che scappavano da morte certa.
Don Paolo, visitando il Centro, è rimasto colpito da come una piccola opera che aveva conosciuto vent’anni fa sia divenuta ora una grande realtà che accoglie così tanti bambini “grazie alla provvidenza che si manifesta in tanti modi anche grazie a tutti i donatori e alle iniziative dalla nostra diocesi che con grande fedeltà continuano a sostenerla”.
“È stato molto bello da parte nostra – conclude Claudia - poter condividere con lui e con Meri, le nostre difficoltà e fatiche che incontriamo tutti i giorni ma anche le grandi e piccole gioie che ci riempiono il cuore e che ci incoraggiano a guardare avanti con fiducia per il bene di tutti i nostri piccoli ospiti”.
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