la vicenda
Caso moschee a Monfalcone, arrivano le diffide del Comune: «Andiamo avanti»
Il sindaco Cisint ribadisce la linea del Comune: «Mai vietata la preghiera, alcune frasi sono tentativo di golpe». E si passa per vie legali.
Ha desiderato dare un’ ulteriore risposta netta e tracciare un punto fermo sui tanti, troppi equivoci conseguenti all’emissione delle ordinanze comunali anti-moschee. Stamane, il sindaco di Monfalcone Anna Maria Cisint – alla presenza di parte della giunta, dei tecnici comunali e del comandante dei vigili urbani, Rudi Bagatto - è ritornato sul tema.
«Davanti ad alcune affermazioni gravi che sono state fatte – sono le parole del sindaco – abbiamo preferito raccontare quali siano i fatti e le verità. Riteniamo inaccettabili le azioni di intimidazione contro un sindaco, l’amministrazione e la città». Sulla questione ordinanze, Cisint considera le formule utilizzate da alcuni media ed esponenti politici locali di sinistra «un tentativo di golpe per colpire i principi di legalità e di negazione delle esigenze di applicazione della legalità». Sono state citate anche campagne mediatiche «su circostanze non corrispondenti al vero» e narrazioni prive di fondamenti giuridici».
Di mistificazioni e «intimidazioni subliminali», il primo cittadino ha parlato facendo riferimento alla narrazione distorta fornita dal video in cui il presidente onorario del Centro islamico di via Duca d’Aosta, Bou Konate ha parlato di identificazione dei bambini in occasione di un’attività di controllo della Polizia locale. Richiamando poi l’attenzione sul mancato rispetto delle forze dell’ordine, Cisint ha aggiunto:
«Si dovrebbe essere orgogliosi di far applicare le norme che permettono di garantire le stesse opportunità per tutti. Il tentativo di inibire l’attività dell’ente, è inaccettabile, è un pregiudizio all’ordinamento democratico. Non ci sto, non ci stiamo a queste forme di prevaricazione». Quindi, soccombere sarebbe tragico e significherebbe accettare passivamente tutto. «Andare d’accordo – affonda Cisint – non significa ricorrere allo scambio. Il rispetto della legge non è negoziabile come non lo è l’attribuzione di frasi non dette».
Nelle prossime ore, Bou Konate e l’avvocato Vincenzo Latorraca che assiste il Darus Salam saranno raggiunti da una diffida, in quanto avrebbero minacciato l’onorabilità del Comune. «L’amministrazione comunale non ha solo parlato, abbiamo fatto – aggiunge Cisint – abbiamo investito in welfare e scuole. Pretendo inoltre rispetto per la Polizia locale. Chi governa decide quali sono le priorità. Siamo stanchi di essere offesi con falsità. Chi minaccerà e non rispetterà l’onorabilità di chi lavora, sarà querelato».
E ancora Cisint: «Non consegnerò la città a chi vuole sopraffarci. Il nostro Comune è preparato, non sta al di sotto del controllo di nessuno». Riferendosi alla richiesta di sospensiva delle ordinanze, serenamente, il sindaco ha poi specificato che sarà il Tar «a valutare la sussistenza o meno dei nostri provvedimenti». Cisint ha rassicurato nuovamente: «Non ho mai pensato di vietare la preghiera. Adesso sono io a dire basta».
Poi, ancora una volta, i riferimenti alla mancanza dei presupposti a garanzia della sicurezza riguardanti la struttura di via Duca d’Aosta nonostante le ripetute richieste di collaborazione rivolte in sette anni dall’amministrazione alla comunità musulmana. «Monfalcone ha dato – ribadisce – ora cosa riceve?». Conoscenza della lingua italiana, legalità, impedimento dei matrimoni illegali delle donne minorenni bengalesi, divieto al volto coperto e rispetto delle donne. Sono tutte parole chiave necessarie e di garanzia per Cisint.
«Chi pensa di usare la religione per affossare lo Stato, ha fallito – rivendica la prima cittadina - combatterò fino alla fine le pratiche violente». «Perché la sinistra non si sdegna sulle ingiustizie?» domanda ancora. «La libertà si riuscirà ad ottenere solo tenendo ben saldo questo timone», così Cisint in chiusura.
Rimani sempre aggiornato sulle ultime notizie dal Territorio, iscriviti al nostro canale Telegram, seguici su Facebook o su Instagram! Per segnalazioni (anche Whatsapp e Telegram) la redazione de Il Goriziano è contattabile al +39 328 663 0311.