la tradizione
Il mlaj a Piedimonte senza albero gigante, feste più piccole a Gorizia
Festa con umore diverso dal passato dopo quanto accaduto l'anno scorso, l'assessore Negro: «Serve una legge regionale».
Sarà sicuramente un Mlaj diverso dal passato, quello che si appresta a essere festeggiato nei quartieri di Gorizia dopo quanto successo l’anno scorso. La notte del 30 aprile 2022, infatti, l’albero issato in via del Monte Calvario davanti all’ex scuola è caduto a terra, travolgendo la trentenne Michela Sgubin. La ragazza di Cormons era finita in Terapia intensiva, riuscendo fortunatamente a uscire dall’ospedale Cattinara di Trieste dov’è rimasta a lungo ricoverata. Dopo quel fatto, però, sono nate numerose polemiche sulla gestione dell’evento, fino ad allora organizzato senza particolari iter.
Quel che è certo è che tanti ragazzi della comunità slovena, ma anche di quella friulana a Lucinico e Mossa dove la tradizione si chiama Maj, non vogliono rinunciare alla tradizione seppur in forma più ridotta e intima. Nella stessa Piedimonte, infatti, non sarà alzata la pianta dai giovani e abitanti del rione, bensì la semina di una nuova in segno di buon futuro. L’iniziativa si terrà sempre la sera di domenica 30 aprile, alle 21.30 nel parco davanti all’ex istituto a cui seguirà un rinfresco per tutti i compaesani, invitando a portare qualcosa da bere o mangiare. Nell'occasione verrà organizzata una raccolta fondi.
La triste vicenda non è stata la sola accaduta quella notte, con un altro caso di albero caduto - colpendo il piede di uno dei presenti ancora nel bosco - registrato anche a Sant’Andrea. Nei giorni successivi, l’amministrazione comunale aveva provveduto all’abbattimento delle diverse piante erette su suolo pubblico, non essendo pervenute richiesta al Comune. Come confermato dall’assessore ai quartieri, Maurizio Negro, anche quest’anno non sono giunte richieste ma lui stesso ha incontrato a marzo una delegazione di organizzatori, per capire come procedere per poter rinnovare la tradizione. I tempi per le autorizzazioni, però, sono troppo stretti.
“Noi non ci siamo accaniti contro nessuno - assicura l’esponente della giunta Ziberna - anzi il Comune ha tutta la volontà di mantenere questa festa. Ho fatto un incontro con gli organizzatori, i tecnici però mi hanno detto che l’evento si prefigura come pubblico spettacolo. Servirebbero allora tutti i permessi e autorizzazioni del caso”. L’auspicio che l’assessore fa è di riuscire a”creare una rete con tutti paesi che hanno questa tradizione. Serve una legge regionale per salvare questa iniziativa, così com’è stato fatto con i fuochi epifanici”. Il tutto per snellire le procedure e individuare precisamente cosa si può fare e cosa no.
Per una soluzione in questo senso, i tempi certamente non saranno brevi. Nel frattempo, i vari gruppi hanno cercato soluzioni alternative, come a Mossa e Lucinico dove i neo-maggiorenni uniranno le forze per una festa congiunta nel vicino comune. A San Mauro, invece, l’albero sarà più piccolo e non più sul piazzale sotto la chiesa bensì in un terreno privato. Da capire quale sarà la sorte dell’evento anche a Sant’Andrea, dove fino all’anno scorso si svolgeva il tutto nel monumento ai partigiani caduti all’incrocio tra via del San Michele e la piazza: buca appositamente prevista nell’ormai lontano 2007, come rivendicato già dalla Ssk.
Foto dell'edizione 2018 (Wlater Bandelj/P.D.Podgora)
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