martedì sera
Mind the gap, l'arte incontra Franco Basaglia e si racconta a Gorizia
Appuntamento in Arci Gong, il racconto degli artisti e delle loro creazioni in mostra a Udine.
Martedì 8 novembre, alle ore 18.30, il circolo Arci Gong di via delle Monache a a Gorizia, ospiterà un incontro di approfondimento sulla sesta edizione di “Mind the Gap”, progetto d’arte contemporanea dedicato alla figura dello psichiatra Franco Basaglia. Parteciperanno Giada Centazzo, co-curatrice del progetto insieme a Lorenzo Lazzari, Augusta Eniti di Altreforme Udine e ideatrice e responsabile dell'organizzazione, nonché Roberta Riva di Agorè, partner dell'iniziativa dalla prima edizione.
In mostra fino al 13 novembre nelle due sedi espositive udinesi, Spazio 35 e il cinema Visionario, le opere degli artisti Sofia Caesar, Danilo Correale, Flavia Tritto, e Karolina Bergman Engman, selezionati per il loro modo di ibridare i generi artistici e per l'elaborazione culturale intorno alle questioni che attraversano il nostro tempo. I lavori esposti indagano l'interrelazione tra spazio, tempo e accadimenti. Da diverse prospettive mettono in discussione l'idea che ci sia un spazio meramente fisico su cui poggiano le cose e gli eventi, invitandoci a pensare che spazio e tempo accadono con gli eventi.
Sofia Caesar nella sua ricerca esplora il rapporto tra avanguardie latino-americane, ruolo dell'artista contemporaneo ed estetica del tempo libero delle multinazionali. Tramite la danza e la somatica pone in relazione corpo e dispositivi tecnologici. Nell'opera Workation (2019) s'interroga sul “lavoro” (work) in “vacanza” (vacation), fenomeno che con l'impiego massivo delle tecnologie informatiche e l'accelerazione dello smart working si è trasformato in un orizzonte sempre più plausibile.
Anche Danilo Correale analizza diversi aspetti della vita quotidiana e del rapporto fra lavoro e tempo libero, leggendoli attraverso la lente del corpo e del tempo. A “Mind the Gap” presenta in anteprima l'installazione sonora Cleanrooms (2021), una mappatura audio di luoghi di lavoro siti in quartieri finanziari delle grandi aree metropolitane ormai abbandonati.
La ricerca di Flavia Tritto si sviluppa tra video, installazione, performance e arte partecipata. Nella video installazione En Apesanteur (2019), la performer Katarina Nesic esplora un cubicolo bianco in un intenso corpo a corpo. Enfatizzando i movimenti della macchina da presa, Tritto palesa lo sguardo dello spettatore e la sua presenza, rendendo uno spazio apparentemente privato ed intimo dipendente dalle sue rappresentazioni esterne.
Nella sua pratica artistica, la videomaker svedese Karolina Bergman Engman esplora i processi della memoria nel rapporto tra spazi perduti e ambienti digitali come accade nello short Rootless (2021), in cui tramite l'impiego della fotogrammetria e dell'animazione, crea una rappresentazione poetica e struggente di una casa ormai andata perduta.
Nell'ambito di questa edizione del progetto, sono inoltre previsti due laboratori partecipativi condotti rispettivamente dall’artista Giulia Iacolutti con gli studenti del liceo artistico E. Galvani di Cordenons e curato da Rachele D'Osualdo dell'associazione culturale Etrarte e dal regista Cristian Natoli, presso la scuola secondaria di primo grado E. Bellavitis di Udine.
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