Milena Vukotic tra specchi e maschere a Cormons, «vi racconto Pirandello e Fantozzi»

Milena Vukotic tra specchi e maschere a Cormons, «vi racconto Pirandello e Fantozzi»

l'intervista

Milena Vukotic tra specchi e maschere a Cormons, «vi racconto Pirandello e Fantozzi»

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 03 Gen 2024
Copertina per Milena Vukotic tra specchi e maschere a Cormons, «vi racconto Pirandello e Fantozzi»

La celebre attrice, famosa per il ruolo della moglie di Fantozzi, è tra i protagonisti di Così è (se vi pare): «L'uomo di Pirandello è sempre alla ricerca di verità».

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È stata la Pina, iconica moglie di Fantozzi; ma anche Nonna Enrica, altrettanto conosciuto personaggio della serie tv Un medico in famiglia. Come ogni grande attrice, Milena Vukotic ne ha indossate molte di maschere nella sua lunga carriera e quella che porterà a Cormons sarà della Signora Frola, al centro di “Così è (se vi pare)”. La commedia di Luigi Pirandello andrà in scena al Teatro comunale in prima regionale martedì 9 gennaio, alle 21. Un testo ancora attuale anche perché “Pirandello non racconta dell’uomo moderno, ma dell’uomo e basta”.

Signora Vukotic, chi ci sarà con lei sul palco?
La regia è di Geppy Gleijeses, con cui ho già fatto le Sorelle Materassi. I miei “compagni di gioco” sono Pino Micol e Gianluca Ferrato, con una compagnia di magnifici attori. Questo testo mi è particolarmente vicino, l’avevo già affrontato nei panni della giovane ragazza negli anni Settanta, con Rino Morella e Paolo Stoppa, per la regia di Mario Ferrero.

Questa volta sarà una regia moderna
È stato importante per me questo approccio, ho capito di più del testo anche perché sono passati 30 anni da quello spettacolo e ho maturato meglio il senso di questo lavoro. È un grande capolavoro e sempre attuale, moderno in qualsiasi modo, profondo e accessibile per chiunque voglia capirlo. La verità è sempre molto relativa, a seconda di come uno la vuole gestire.

È Pirandello ad essere attuale o è la società umana che ha fatto pochi passi in avanti?
Lui rimane ancora oggi un genio, ha saputo esprimere in lavori teatrali quello che l’essere umano cerca di capire ed essere da quando esiste. Cerca di capire cos’è la verità, ognuno la interpreta secondo la propria sensibilità e cultura. È un autore che è rappresentato in tutto il mondo, a prescindere da quelle che possono essere le diverse interpretazioni. Il suo pensiero è unico e universale.

Come si è trovata con le novità sul palco introdotte da Gleijeses?
Il regista si è molto basato sullo studio del critico teatrale Giovanni Macchia su Pirandello, guardando il mondo attraverso il cannocchiale, ossia il mondo capovolto. Si inizia con degli ologrammi che rappresentano tutti i personaggi del lavoro, ad eccezione del mio e di quello di Ponza (interpretato da Gianluca Ferrato, ndr), prima che lo spettacolo parta effettivamente. Sono immagine piccole piccole, poi iniziamo noi a recitare normalmente in una scenografia tutta di specchi. Viene rappresentata la moltitudine delle personalità, a simboleggiare la complessità. Chi vedrà lo spettacolo ci si ritroverà nel gioco di specchi.

Quello moderno è un tipo di teatro che le piace?
Noi recitiamo in costumi d’epoca, non facciamo cose al di fuori del testo. Pirandello non è stato assolutamente alterato in niente in quest’opera. Quello scelto dal regista è un modo di esprimere visualmente un testo che alla base rimane intaccato.

Dicevamo che Pirandello parla dell’uomo…
Il suo è un uomo sempre alla ricerca della verità, che possono essere tante. È un tema ricorrente nella filosofia di Pirandello. Ha tradotto in drammaturgia quello che gli psichiatri e filosofi hanno segnato nei loro libri di studio

E se Pirandello "psicanalizzasse" Fantozzi?
Fantozzi è il paradosso e l’ingrandimento di quello che è un uomo normale, portato all’estremo. Siamo tutti un po’ Fantozzi, anche se celati. È un personaggio interpretato nel linguaggio dell’assurdo e grottesco, però molto reale e capito da tutti. Porta il pubblico per tutte le disgrazie e situazioni assurde nel quali si trova. È un altro modo di sondare nell’animo umano.

Tra i suoi personaggi, c’è anche quello di Nonna Enrica in Un medico in famiglia. Lì, si parlava del rapporto dentro la famiglia: è ancora un racconto attuale?
Sono cambiate le situazioni e i modi di esprimersi. Quel personaggio nasce con tutti i suoi difetti e situazioni. La serie voleva rispecchiare una famiglia ed è per questo che è stata molto partecipata da tutti: era una famiglia con tutte le sue difficoltà, sviluppi, nascite, amori, all’interno di personaggi che avevano le proprie caratteristiche. Sono cambiati i modi ma il resto si ripete, non vedo tuti questi cambiamenti: l’uomo e la donna avranno sempre bisogno di crearsi una famiglia, avranno sempre i problemi e difficoltà della vita. Tutto si ripete in modi clowneschi, in una realtà alterata dalla situazione. Siamo tutti degli attori che giocano ad essere madri, nonne, figli, vincenti, perdenti. Ciascuno vive la propria avventura in un modo diverso. Alla fine dobbiamo attenerci, più o meno, alle regole.

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