Ripartono dalla Sbe di Monfalcone i cinquanta operai di Napoli rimasti a casa

Ripartono dalla Sbe di Monfalcone i cinquanta operai di Napoli rimasti a casa

dalla Meridbulloni

Ripartono dalla Sbe di Monfalcone i cinquanta operai di Napoli rimasti a casa

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 18 Feb 2021
Copertina per Ripartono dalla Sbe di Monfalcone i cinquanta operai di Napoli rimasti a casa

Partita questa settimana la formazione dei dipendenti, che tra un anno torneranno al lavoro in Campania.

Condividi
Tempo di lettura

Con l’inizio di questa settimana, è partita l’attività di formazione degli operai dell’ex Meridbulloni a Monfalcone, presso lo stabilimento della Società bulloneria europea (Sbe) di Alessandro Vescovini. Il gruppo, composto da 50 dipendenti - e non più 65 come previsto inizialmente - arriva da Castellammare di Stabia, vicino Napoli, dove aveva sede la storica realtà industriale della Campania. L’accordo è stato siglato a inizio mese, con l’acquisto da parte della Sbe-Sud dell’impresa dismessa ormai dallo scorso 18 dicembre, ponendo fine a settimane di proteste da parte degli operai rimasti a casa.

Gli stessi avevano anche organizzato un presidio davanti ai cancelli della fabbrica, durato due giorni. Era stata anche rifiutata la proposta arrivata dalla famiglia Fontana, proprietaria dell’immobile dismesso, di trasferirsi a Torino per continuare a lavorare nel settore della produzione di viti e bulloni. Da qui, l’inserimento dell’imprenditore originario dell’Emilia-Romagna, che manterrà il lavoro in loco ma spostando la produzione in un altro capannone, a poche centinaia di metri dal vecchio impianto. Per ora, però, non c’è ancora ufficialità in merito, poiché la Regione dovrebbe includere l’area in zona Asi e Zes, per assicurare le agevolazioni all’investimento.

Solo 17 persone hanno accolto l’invito di trasferirsi alla Ibs di Buttigliera Alta, in Piemonte. “Non abbiamo avuto ancora l’ok per quanto riguarda l’immobile - conferma l’imprenditore -, per il resto le cose stanno procedendo”. Da questa settimana, quindi, cinquanta dipendenti si sono trasferiti nella città dei cantieri, dove verranno formati dal personale della Sbe per un anno, in attesa dello sblocco della situazione. L’obiettivo, infatti, è riprendere con l’attività nel 2022, mentre tutte le spese del trasferimento a nordest saranno sostenute da Vescovini. L’investimento previsto al Sud è di 8 milioni di euro, ma ora si attende una risposta dagli enti locali e consorzi.

“Oggi siamo felici di aver intrapreso questo nuovo percorso che, temporaneamente, ci ha portato via dalla nostra terra - hanno scritto gli stessi dipendenti sulla loro pagina Resistenza Meridbulloni (nella foto) -. In quasi due mesi di rapporto leale e quotidiano con i nostri numerosi follower, abbiamo evitato di scendere in qualsiasi tipo di polemica politica, sindacale o di altra natura, richiamando chi andava in direzione diversa. Noi abbiamo scelto di intraprendere questa nuova avventura con Alessandro Vescovini, con la concreta speranza di ritornare nella nostra terra. Abbiamo visto in lui un imprenditore onesto, diretto, leale e rispettoso di noi lavoratori, noi siamo pienamente soddisfatti!”

Rimani sempre aggiornato sulle ultime notizie dal Territorio, iscriviti al nostro canale Telegram, seguici su Facebook o su Instagram! Per segnalazioni (anche Whatsapp e Telegram) +39 328 663 0311.

Articoli correlati
...
Occhiello

Notizia 1 sezione

...
Occhiello

Notizia 2 sezione

...
Occhiello

Notizia 3 sezione

×