La memoria della Shoah a Gradisca, «virus della superiorità razziale nato in Italia»

La memoria della Shoah a Gradisca, «virus della superiorità razziale nato in Italia»

la celebrazione

La memoria della Shoah a Gradisca, «virus della superiorità razziale nato in Italia»

Di Ivan Bianchi • Pubblicato il 29 Gen 2024
Copertina per La memoria della Shoah a Gradisca, «virus della superiorità razziale nato in Italia»

Forte la presenza di studenti sia dalle scuole medie che dall’istituto Brignoli, presentata nei giorni scorsi la graphic novel sulla Resistenza.

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Un sole gennaiolo ha accompagnato la silenziosa cerimonia per la Giornata della Memoria a Gradisca d’Isonzo. Cornice della commemorazione il cimitero ebraico gradiscano, in un lunedì che è stato eletto a giornata utile per ricordare le vittime dell’Olocausto e della barbarie nazifascista per rispettare lo Shabbat. Decisione che, però, non ha consentito di far giungere i rappresentanti della comunità ebraica di Trieste.

In ogni caso, forte la presenza di studenti sia dalle scuole medie che dall’istituto Brignoli: «Lo scopo di celebrazioni come quella di oggi – così la sindaca, Linda Tomasinsig, rivolgendosi a presenti e studenti – è conoscere il nostro passato e mantenerne memoria per ricavare lezioni sul futuro». Alla manifestazione hanno preso parte anche la comandante della compagnia dei carabinieri di Gradisca d’Isonzo, Barbara Salvo, assieme alla Polizia locale e alle associazioni, dall’Anpi agli Alpini e Artiglieri.

La prima cittadina ha ricordato il «virus nato in Italia di superiorità razziale e di religione della morte, ed è stato il fascismo. E il suo capo è stato Benito Mussolini. Penso sia doveroso dirlo chiaramente perché, essendo timidi, a pensar bene, o reticenti, a pensar male, non possa accadere che, a lungo andare, cada nel silenzio il fatto che il progetto di sterminio di persone è stata faccenda che ha riguardato anche noi italiani». Tomasinsig ha ricordato come il Comune sia stato il primo in regione, e uno dei primi in Italia, a onorare le vittime dell’Olocausto e del nazifascismo, prima ancora che l’appuntamento assumesse caratura nazionale, a partire già dal 1993 con l’allora sindaco Fabris e l’assessore alla cultura Alberton.

«In dieci anni di mio mandato sono tante le iniziative che abbiamo proposto grazie alla squadra, dagli assessori Boscarol, Colombi e Zanolla, fino alle tante persone che si sono prodigate. Non ultima la realizzazione della graphic novel “Il pane nascosto – storia di Anna”», così Tomasinsig. Vale la pena spendere una parola in più per la presentazione della graphic novel, avvenuta sabato 27 gennaio in una Sala del Consiglio di Gradisca gremita. Tra gli interventi quelli della sindaca, della responsabile di Sede Udi-Unione Donne in Italia, Bianca Redivo per la sezione Anpi di Gradisca e Tiziana Petruz in Venuti, che ha letto le parole del marito Maurizio Venuti, nipote di Anna Ragusa in Venuti.

Raccontando in prima persona, e spesso in dialetto, la propria vita, la protagonista ripercorre le tappe che la portarono a collaborare con la Resistenza, fino all’arresto e prigionia nel carcere di Gorizia, alla deportazione ad Auschwitz il 2 settembre 1944, alla fuga durante il trasferimento, e al rocambolesco ritorno a casa nel giugno del 1945. Esprime anche la sua difficile ripresa, segnata da gravi lutti (il marito Eugenio Venuti era morto nel lager di Bergen Belsen, ed il figlio Ennio combattendo con la Brigata partigiana “Triestina”), e dalle difficoltà economiche. Riuscì a superarla dedicandosi al figlio minore, ma anche alle cause dei poveri, e contribuendo alla costituzione dell’Udi.

Il coordinamento editoriale è stato di Simone Cuva con Patrizia Dughero per Qudu editori. Le illustrazioni sono di Fabio Babich e i testi di Maurizio Mattiuzza che hanno seguito la ricerca storica di Chiara Fragiacomo. Un lavoro iniziato nell’ambito del progetto IoRispetto e proseguito, anche grazie alla collaborazione con Anpi Gradisca d’Isonzo, in oltre cinquanta classi delle scuole superiori di Monfalcone e Staranzano. Ora il lavoro prosegue portando il testo realizzato in altre classi.

Il nipote di Anna, Maurizio Venuti, ha ringraziato i presenti ricordando: «Si dice che le persone continuino a vivere nel cuore di chi le ama. Io come nipote ho amato profondamente mia nonna Anna e con questo libro, realizzato così bene e con uno scopo così preciso, penso di averle donato l’immortalità».

«Vedere la Sala del Consiglio traboccante di partecipazione e affetto è stato commuovente nel raccogliere e mostrare alla città quello che è stato un grande lavoro partecipato, e costruito sul desiderio di dare un impulso nuovo e fresco alla responsabilità di fare memoria, custodirla e consegnarla ai cittadini tutti. Sapere che questo percorso sia stato reso possibile anche dal progetto #iorispetto è per me un ulteriore prezioso valore», così l’assessore Francesca Colombi.

Tornando alla cerimonia nel cimitero ebraico, l’ultimo richiamo della sindaca è stato all’attualità: «Non possiamo dimenticare il drammatico conflitto tra Hamas e Israele. Nel Giorno della Memoria, alla presenza dei rappresentanti della comunità ebraica, sentiamo il dovere di denunciare il ritorno dell’antisemitismo anche in relazione a questo conflitto. All’angoscia per gli ostaggi nelle mani di Hamas, in noi cresce l’angoscia anche per le numerose vittime tra la popolazione civile palestinese nella Striscia di Gaza», ha concluso Tomasinsig.

Foto Marco Zanolla

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