Martina racconta le donne con L'amica geniale, giovane di Sagrado laureata a Parigi

Martina racconta le donne con L'amica geniale, giovane di Sagrado laureata a Parigi

il traguardo

Martina racconta le donne con L'amica geniale, giovane di Sagrado laureata a Parigi

Di Ivan Bianchi • Pubblicato il 05 Ott 2024
Copertina per Martina racconta le donne con L'amica geniale, giovane di Sagrado laureata a Parigi

La ragazza di Sagrado, laureata a Parigi, ha esplorato il femminismo, il sessismo contemporaneo e le rivendicazioni del ‘68 attraverso l'analisi dei personaggi femminili ne L'amica geniale.

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Comprendere le difficoltà del mondo femminile, le cause delle rivendicazioni femministe del ‘68 e le forme di sessismo che persistono nella società contemporanea grazie alla letteratura. Ci ha pensato Martina Visintin, studentessa originaria di Sagrado che proprio qualche giorno fa si è laureata a Parigi, all’Università Paris Nanterre, con la tesi «La condition féminine dans l’Italie de l’après-guerre à travers l’étude des personnages féminins de “L’amica geniale”», ovvero «La condizione femminile nell'Italia del dopoguerra attraverso lo studio dei personaggi femminili de "L'amica geniale”», discussa da Visintin con relatrice la docente Silvia Contarini.

La laurea conseguita in francese con un ottimo voto 19/20 si chiama “Master en Langues, Littératures et Civilisations Étrangères et Régionales. Parcours International”, Che, tradotto in italiano, è magistrale in “Lingue, Letterature e Civilizzazioni Straniere e Regionali. Percorso Internazionale”. Martina, classe 1999, si è diplomata al liceo linguistico Scipio Slataper di Gorizia con la doppia maturità italiana e il Bac francese (percorso Esabac). Quindi ha proseguito gli studi con una laurea triennale in Scienze dell’educazione all’Inspe (istituto nazionale dell’educazione dell’accademia di Strasburgo) cui è seguito un anno di praticantato in un asilo di Strasburgo.

«Lì ho capito che volevo tornare al mio percorso di studi originario e tornare alle lingue. Da lì la scelta di proseguire a Parigi», racconta Martina che, come detto, ha deciso di analizzare nella propria tesi magistrale i personaggi femminili della serie di romanzi “L’amica geniale” della scrittrice Elena Ferrante. «Ho raccontato le diverse violenze di genere subite dalle protagoniste fin dall’infanzia, per poi concentrami sul loro rapporto alla maternità fino ad arrivare alle loro strategie di resistenza in una società patriarcale.

«Ho potuto notare come, pur godendo di molti più diritti, diversi tipi di violenza persistono ancora oggi, basti pensare alle percentuali allarmanti del catcalling, ai continui attacchi verso il diritto all’aborto o alla pressione sociale a proposito della maternità». L’analisi di Visintin si è approfondita grazie a volumi teorici sulla questione come “Il dominio maschile” del sociologo Pierre Bourdieu o “Amore e violenza, il fattore molesto della civiltà” di Lea Melandri, figura tra le più significative del femminismo italiano e altri tipi di studi sociali e sociologici.

«Delle letture che permettono di capire come i ruoli imposti al femminile e al maschile siano costruzioni mentali che limitano la libertà di ogni individuo». Uno studio che ha contributo anche ad aumentare la consapevolezza di sé: «Mi ha permesso d’interrogarmi sui miei propri biais e di riconoscere che nonostante l’uguguaglianza tra i sessi sia un percorso lungo e instabile, parlarne sia fondamentale».

Concludiamo con una citazione di Ferrante, tratta da “La Frantumaglia”, volume che raccoglie interviste e riflessioni della scrittrice «Le ragazze come le mie figlie sembrano convinte che a condizione di libertà che hanno ereditato sia un dato di natura e non il risultato provvisorio di un lungo scontro ancora in atto. Ma ci sono anche giovani donne molto agguerrite, uomini che cercano di informarsi, di capire, tra mille contraddizioni. Insomma le guerre culturali sono lunghe, contradditorie, e mentre sono in atto è difficile dire cosa serve e cosa no. Credo sia necessario raccontare il garbuglio delle esistenze e delle generazioni. Cercare il bandolo è utile, ma la letteratura si fa col garbuglio».

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