Mariano punta al quarto lotto della zona industriale, servono 930mila euro per completare l'opera

Mariano punta al quarto lotto della zona industriale, servono 930mila euro per completare l'opera

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Mariano punta al quarto lotto della zona industriale, servono 930mila euro per completare l'opera

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 07 Gen 2021
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Presentata la domanda di contributo alla Camera di commercio della Venezia Giulia, l'area è già nel piano regolatore.

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Servirà quasi un milione di euro per completare il quarto e ultimo lotto della zona industriale-artigianale di Mariano del Friuli (nella foto). Qualche giorno fa, il sindaco Luca Sartori ha presentato la domanda di contributo per 930mila euro al Fondo Gorizia della Camera di commercio della Venezia Giulia. I fondi saranno destinati a interventi per la realizzazione di infrastrutture pubbliche di rilevanza socio economica, attraverso opere di urbanizzazione primaria. La risposta dell’ente è attesa nelle prossime settimane.

“Nell’area abbiamo già fatto le opere di urbanizzazione primaria - spiega il primo cittadino -, sempre grazie al contributo di questo ente. Ora dobbiamo finire le altre. Abbiamo quindi chiesto alla Camera di commercio di accedere a questo contributo, così da completare le opere. Negli ultimi anni la zona industriale è stata riqualificata completamente e ci sono ora altri 25mila metri quadri di spazio disponibili, già presenti all’interno del piano regolatore”. Si dovrà quindi andare ad operare sull’illuminazione, marciapiedi e asfaltature della viabilità.

Da quasi completamente svuotata dopo il tracollo nel 2008, la zona industriale-artigianale si è ripopolata di aziende nell’ultimo decennio grazie allo sviluppo del retroporto. Oggi l’area è piena al oggi invece è piena all’80% e questo nuovo allargamento era già stato preventivato dall’amministrazione Sartori ma, come già detto in una precedente intervista, "siamo già arrivati al massimo. Dobbiamo anche capire che, con l’aggregazione del polo industriale di Gorizia con quello di Monfalcone (di cui noi facevamo parte), si può fare rete anche con altri comuni che hanno spazi già disponibili”.

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