La mappa sentimentale dei Balcani di Floramo a èStoria, «qui mondi di storie»

La mappa sentimentale dei Balcani di Floramo a èStoria, «qui mondi di storie»

l'intervista

La mappa sentimentale dei Balcani di Floramo a èStoria, «qui mondi di storie»

Di Mattia Zucco • Pubblicato il 24 Mag 2024
Copertina per La mappa sentimentale dei Balcani di Floramo a èStoria, «qui mondi di storie»

Lo scrittore sarà ospite in due appuntamenti al festival di Gorizia. Il suo ultimo libro dedicato a Balcani: «Qui esplode di un’energia pura e viva».

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Angelo Floramo è pronto a tornare sul palco di èStoria a Gorizia. L’autore sarà presente domenica dalle 12 alle 13 presso Palazzo De Grazia per conversare assieme a Flavia Rizzetto in merito al tema del disturbo dei comportamenti alimentari. Curato dal Lions Club di Gorizia e dall’associazione Fenice Fvg, il panel si intitola “Piccole date di grandi libertà per cuori in gabbia. Associazioni in rete e opportunità di cura per uscire dai Dca e sconfiggere lo stigma”. La tematica è ovviamente urgente e Floramo, in virtù della propria esperienza di insegnante e del rapportarsi coi ragazzi più giovani, discuterà di tutte quelle esistenze che ad un certo punto del loro umano andare inciampano in un disturbo alimentare.

Dal 2023 Floramo è infatti docente incaricato di Storia dell’Alimentazione presso l’Università degli Studi di Udine. Andando a ritroso nel passato, viene evidenziata la sua laurea in Storia con una tesi in filologia latina medievale, mentre dal 1992 è cultore della materia presso l’Università di Trieste. Dal 2012 collabora inoltre con la Biblioteca Guarneriana di San Daniele del Friuli in veste di consulente scientifico per la sezione antica, manoscritti e rari. Socio fondatore di MediEuropa MediAetas, Centro internazionale di Studi medievali per l’Europa Centrale, Orientale e Sud Orientale, organizza e partecipa a numerose attività di ricerca e divulgazione scientifica. Dal 2020, infine, insegna antropologia dell’Immagine alla Accademia di Belle Arti Tiepolo di Udine.

Lo abbiamo raggiunto per porgli alcune domande in merito al suo nuovo libro, “Breve storia sentimentale dei Balcani”, che verrà presentato domenica 25 maggio pomeriggio alle 16 presso la Sala Storica dell'Ugg. A dialogare con l’autore ci sarà la giornalista Francesca Schillaci.

Comincerei dal capire il motivo per il quale uno scrittore vuole realizzare un libro che parla interamente di una regione così complessa, stratificata, eppure al centro di tutto, come quella dei Balcani.
L’interessamento nasce dal fatto che mio padre è nato in una piccola cittadina slovena tra Gorizia e Trieste ma che all’epoca si trovava nel territorio occupato dall’Italia. Nonostante lui si fosse trasferito già nel 1945, mi ha lasciato un interessamento profondo per tutti i mondi plurali che, per l’appunto, si aprono sul filone carsico e a perdita d’occhio arrivano fino alle lontananze più incredibili. Mi interessa la gente di questi luoghi, unita dal collante unico di una storia complessa e di un’umanità molto ricca e generosa.

Una delle prime cose che colpiscono del libro è senza dubbio il titolo, che ha uno spirito senza dubbio evocativo ma anche curioso. Come mai questa scelta?
Il titolo contiene “Sentimentale” perché non è un trattato, ma una narrazione soggettiva, intima, di che cosa sono e che cosa rappresentano i Balcani. “Breve” perché non vuole essere esaustiva ma regalare al lettore suggestioni, immaginari e passioni. Quello che racconto non è altro che un viaggio che esplora in profondità le geografie, le anime, e tutti i luoghi che ho visitato e mi sono entrati nel cuore. Non è altro che una storia che nasce dal racconto di tante microstorie.

Visto che lei conosce bene l’area balcanica cosa ne pensa dell’evoluzione delle società che abitano l’area, specie negli ultimi trent’anni dove, dopo le difficoltà terribili indotte da una guerra fratricida si è giunti ad una sorta di rinascita?
Ogni anno porto i miei studenti in un paese dell’area balcanica, perché comunque la storia dell’Europa si è sempre giocata in quest’area, negli ultimi tre decenni nella complicità, o nell’indifferenza, di tutti gli altri stati del continente europeo. Io credo che questo sia un mondo che va visitato perché esplode di un’energia pura e viva, specie di provenienza dai giovani e dalle donne. I primi hanno sotto le ciglia la luce del giorno che verrà mentre le seconde sono da sempre fiere, resistenti e portatrici di pace.

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