l'intervista
Europa e Islam, Magdi Cristiano Allam nel finale di Geografie: «Siamo deboli»
Domani mattina il saggista e giornalista sarà ospite del festival a Monfalcone: «L’Europa si può rifortificare riconquistando la certezza della propria identità».
Nato al Cairo nel 1952 e cittadino italiano dal 1986, Magdi Cristiano Allam è stato "condannato a morte" dal mondo islamico estremista, vivendo dal 2003 sotto scorta. Al 2008 risale la sua conversione al cristianesimo, per poi dissociarsi dalla Chiesa di Papa Francesco nel 2013 pur salvaguardando la propria fede in Gesù. Autore di diciassette libri su Islam, immigrazione e crisi delle civiltà, di recente ha pubblicato “Un miracolo per l’Italia”. Lo abbiamo incontrato telefonicamente prima del suo panel a Geografie a Monfalcone, dove presente domenica alle 10, presso lo Spazio Nord di piazza della Repubblica.
La Russia che invade l’Ucraina e, negando l’evidenza, mira a invadere Polonia, Finlandia e chissà che altro. Hamas, che colpisce alle spalle Israele mentre tutti i riflettori sono puntati sul cuore dell’Europa. Di fronte a questa crisi di identità e alla rivalsa delle dittature, esiste ancora una soluzione?
Mi permetto di dissentire dall’idea che la Russia voglia davvero invadere la Polonia e i Paesi Baltici. Sono passati due anni, e la Russia non è ancora riuscita a piegare l’Ucraina, dove sempre si combatte. Come si può ipotizzare che, non essendo riuscita a sconfiggere l’Ucraina, possa poi occupare Paesi militarmente forti? Nel caso della Polonia e dei Paesi Baltici scatterebbe la regola sancita dall’alleanza Nato, con un suo tempestivo intervento. Allora sarebbe l’apocalisse nucleare, e non ci sarebbe nessuno a poterlo raccontare.
Il quadro internazionale è estremamente grave, tocchiamo con mano la realtà di un sistema di potere globalizzato che non funziona. Che mette al centro la finanza, e non la persona o la cultura della vita; colloca in primo piano la guerra, la violenza e le armi. È necessario rappresentare correttamente la realtà, per poi elaborare una proposta di prospettiva migliore, considerando la radice storica dell’Europa, che è quella del cristianesimo. Una radice d’Europa che nasce nel 762 a Poitier con la vittoria di Carlo Martello sull’esercito islamico. Dobbiamo recuperare l’orgoglio di chi siamo, sul piano della nostra identità: questa è la grande sfida che dobbiamo porci.
Ormai è chiaro al mondo intero come in questa “Terza guerra mondiale a pezzi” emergano due schieramenti: Oriente contro Occidente. Chi riuscirà a prevalere? Trionferà la pace oppure qualcosa di terribile?
Noi non possiamo concepirci neutrali, in quanto si tratta di una guerra che concerne direttamente l’Italia e l’Europa. Una guerra su vari fronti. Per prima di natura finanziaria, che ha trasformato l’Italia ricca in un Paese povero. Poi è una guerra sul fronte culturale, che ci ha portato a perdere la nozione stessa di verità e a mettere sullo stesso piano il vero e il falso, il bene e il male, il bello e il brutto, il giusto e l’ingiusto.
È anche una guerra sul piano demografico e sociale, dove a fronte di un tracollo demografico sono gli stessi europei che favoriscono una sostituzione etnica, spalancando le frontiere italiane e un’auto invasione. Saranno loro, a sostituirci, in quanto hanno un’età compresa fra 20 e 30 anni - che è l’apice della fertilità – e sono in prevalenza musulmani. Così come è una guerra che si combatte su fronti militari e del terrorismo. Tutto ciò ci impone di avere consapevolezza e impegno nel fronteggiare questa guerra, così da riscattare valori inalienabili. I valori della vita, della dignità e della libertà.
Qui a Monfalcone la Questura ha vietato la preghiera del Ramadan davanti al Comune, indicando luoghi alternativi più distanti dal centro. Ritieni sia una scelta opportuna?
Sì, parto da una premessa. Probabilmente pochi italiani sanno che, attualmente, l’Islam non è una religione riconosciuta dallo Stato italiano. Il fatto che si consenta ai musulmani di avere sempre più moschee e il concepire che si debba attribuire una giornata festiva alla fine del Ramadan, dimostra che ci stiamo comportando come se fossimo sottomessi all’Islam a casa nostra, che è il punto più grave. E ciò accade perché siamo deboli e fragili dentro. Nella Storia, le civiltà e gli imperi non sono mai finiti per la forza, ma per la fragilità e il suicidio, non per l’omicidio. Ed è quanto sta accadendo oggi in Europa con l’Islam.
Anni fa visitai la moschea di Hassan II a Casablanca, dove le donne possono essere presenti solo nelle aree laterali. Poi visitai la cattedrale del Sacro Cuore, e rimasi delusa. Era come guardare l’Occidente attraverso gli occhi dell’Oriente. Un Occidente scialbo, vuoto e senza identità. Una contrapposizione evidente anche fra il canto del muezzin – solenne e in grado di trascinare le folle – e quello delle campane cattoliche, oggi in grado di richiamare a sé pochi fedeli. Mentre tu hai proposto il divieto di costruire altre moschee. Per quale motivo?
Lo scrissi sul Corriere della Sera da musulmano, prima di diventare cristiano – io mi sono convertito nel 2008 – Perché le moschee, a dispetto di quanto si possa pensare, non sono luoghi di culto. Non sono paragonabili alle chiese, sono roccaforti che presidiano il territorio, che mirano a diffondere l’Islam attraverso l’indottrinamento contenuto nel Corano e nelle opere di Maometto.
Non si tratta di negare la libertà di culto sancita dall’articolo 19 della Costituzione, ma di salvaguardare quella compatibilità con l’articolo 8, secondo cui in Italia le confessioni religiose beneficiano di pari libertà a condizione che il loro ordinamento non sia in contrasto con lo Stato italiano. Nel caso dell’Islam l’ordinamento giuridico – la Sharia – è totalmente in contrato con le leggi dello Stato, sia per quanto concerne la sacralità della vita di tutti, sia per la parità fra uomo e donna e la libertà di scelta individuale, compresa la libertà religiosa. Ecco perché ritengo grave come in Italia, pur non essendo l’Islam una religione riconosciuta dallo Stato, si continui a consentire la proliferazione di una rete inarrestabile di moschee.
Sostieni che il declino dell’Europa risieda nel suo tracollo demografico. Su 500 milioni di europei, solo il 16% ha meno di 30 anni. Mentre su 500 milioni della sponda orientale e meridionale del Mediterraneo, troviamo il 70% di giovani. Gli europei sembrano avviati alla minoranza e il cristianesimo pare al tramonto. Il declino del cristianesimo e la crisi globale potranno portare a un sovvertimento degli equilibri mondiali? Hai scritto che nel caso in cui Israele venisse sconfitta, gli estremisti islamici scatenerebbero una Jihad in Europa.
Purtroppo già dal 1989 l’allora pontefice Giovanni Paolo II, che fu uno degli artefici del crollo del muro di Berlino, disse che l’Europa era scristianizzata, parlando della necessità di ricristianizzarla. Quella di oggi è un’Europa scristianizzata, e siccome nasce con un’identità cristiana – Goethe scrisse che il cristianesimo è la lingua dell’Europa – rinnegando il cristianesimo rinnega la sua stessa radice. L’Europa si può rifortificare riconquistando la certezza della propria identità, nel contesto in cui l’Islam si sente incentivato a conquistare il mondo.
Il 15 agosto del 2021, gli islamisti riuscirono ad allontanare gli americani dall’Afghanistan, spingendo i terroristi di Hamas a ritenere di poter sconfiggere Israele. Per due anni si sono preparati a quel 7 ottobre, che è stato il pogrom più sanguinoso per Israele. Non ho dubbio che, qualora Israele dovesse capitolare, o Hamas preservarsi, il fatto stesso di sopravvivere si tradurrebbe in una sua vittoria. Così che quei terroristi presenti in Europa e già con cittadinanza europea si sentirebbero incentivati a sottomettere il continente all’Islam, obiettivo che stanno perseguendo da 1400 anni.
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