La mafia di oggi, il magistrato Gratteri a Gorizia: «Così la 'ndrangheta lavora online»

La mafia di oggi, il magistrato Gratteri a Gorizia: «Così la 'ndrangheta lavora online»

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La mafia di oggi, il magistrato Gratteri a Gorizia: «Così la 'ndrangheta lavora online»

Di Mattia Zucco • Pubblicato il 25 Mag 2024
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Il celebre magistrato e Stefano Mensurati insieme sul palco del Verdi: «Le mafie hanno bisogno di farsi riconoscere dal pubblico».

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Tutto esaurito al Teatro Verdi di Gorizia per il tanto atteso panel dal titolo “Il grifone. Come la tecnologia sta cambiando il volto della ‘ndrangheta”, con ospite l’illustre magistrato Nicola Gratteri che ha scritto l’omonimo saggio, insieme ad Antonio Nicasio, intervistato nella cornice di èStoria da Stefano Mensurati. Gratteri è uno dei magistrati più esposti nella lotta contro la crimanità organizzata in Calabria e, nel corso della sua carriera, ha indagato sulla strage di Duisburg e sulle rotte internazionali del traffico di droga.

Nicaso, storico delle organizzazioni criminali, è invece uno dei massimi esperti di ‘ndrangheta nel mondo. Insegna, fra l’altro, Storia sociale della criminalità organizzata alla Queen’s University e ha scritto oltre 30 libri, tra cui alcuni bestseller internazionali. Da “Bad blood” è stata tratta una serie televisiva di grande successo. È autore, con Maria Barillà e Vittorio Amaddeo, di “Quando la ‘ndrangheta scoprì l’America”.

Tra i primi punti toccati da Gratteri c’è la carenza di personale delle forze dell’ordine. Questi, vista la giovane età, sono indispensabili per contrastare la criminalità organizzata nelle nuove frontiere della delinquenza, a partire dai pericoli che si insinuano sul web. «Le mafie non sono nascoste e segrete ma hanno bisogno di farsi riconoscere dal pubblico – ha spiegato il magistrato – oggi queste lo fanno attraverso Facebook ed i social network. La prima mafia che ha fatto questo è stata la Camorra, che attraverso questo ha sponsorizzato le proprie attività».

Una deriva - quest’ultima - che ha visto addirittura lo sbarco della criminalità organizzata su Tik Tok. Le transazioni monetarie, inoltre, avvengono anche attraverso bitcoin o tramite banche online create ad hoc. «Attraverso le indagini abbiamo scoperto un nuovo mondo di fare il crimine – evidenzia Gratteri – il dark web ha ampliato enormemente le potenzialità delle mafie nel 2024. Se non ci attiviamo di conseguenza non arriveremo più a raggiungere il loro livello».

La camorra, lavorando dietro ad uno schermo, riesce quindi ad ampliare notevolmente i propri orizzonti. Un livello di evoluzione che, su ammissione dello stesso Gratteri, non aveva visto anni fa in Calabria. «C’è una miopia incredibile da parte dell’Europa per quanto riguarda le mafie, specie quelle del Nord Europa – continua – Paesi come Malta, che negli anni è diventato vero e proprio punto di riferimento per il gioco d’azzardo online, ostacolano enormemente il nostro lavoro».

Durante l’incontro, è stato toccato anche il tema della futura speculazione mafiosa in Ucraina, sia per quanto riguarda il mercato immobiliare della ricostruzione che la vendita delle armi una volta finita la guerra. Queste, inoltre, non finiranno nella mani delle mafie ma certamente verranno vendute ad organizzazioni terroristiche, creando un indotto enorme per le prime ed un arsenale particolarmente potente per le seconde.

Focus anche sulle collusioni criminali tra mafie e pubbliche amministrazioni: «Al giorno d’oggi, dove la classe politica è molto più debole rispetto a quella della Prima Repubblica. Il capo mafia supplisce nel governare il territorio al posto della politica a livello locale. Sono necessarie al più presto delle riforme utili per rendere le indagini più veloci ed efficaci» conclude Gratteri.

Foto Sergio Marini

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