La madre di Anisa a Ronchi, «verità e giustizia per mia figlia»

La madre di Anisa a Ronchi, «verità e giustizia per mia figlia»

LA PROTESTA PACIFICA

La madre di Anisa a Ronchi, «verità e giustizia per mia figlia»

Di Salvatore Ferrara • Pubblicato il 18 Apr 2023
Copertina per La madre di Anisa a Ronchi, «verità e giustizia per mia figlia»

Questa mattina un corteo è partito da Ronchi per arrivare all'ospedale San Polo. Nel frattempo prosegue l'indagine per omicidio colposo contro ignoti.

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Mirsada Fojnica continua a chiedere verità e giustizia per la scomparsa di sua figlia Anisa Mahmic, la ragazza diciottenne di Ronchi dei Legionari scomparsa prematuramente lo scorso 18 dicembre. Questa mattina, a sostenere Mirsada c’erano gli amici e compagni di scuola di Anisa che insieme a lei hanno dato vita a un corteo pacifico partito da via delle Loare a Ronchi dove la ragazza si era recata non appena avuti i primi dolori e segnali di malessere che poi l’anno costretta a rivolgersi al pronto soccorso di Monfalcone.

Voglio che sia fatta giustizia per mia figlia morta a causa della malasanità – sono le parole di mamma Mirsada all’inizio del corteo – io non mi sento più viva senza di lei. Mia figlia non era malata e nulla è stato fatto per salvarla. Lei era tutto per me”. La donna poi, ha ripercorso quelle terribili giornate. “Il primo giorno in cui mia figlia si è sentita male – spiega Mirsada – il medico di base non ha accettato la richiesta di appuntamento per effettuare la visita sulla ragazza".

"Il giorno seguente poi, ad Anisa sono stati assegnati solo dei farmaci antinfiammatori ma mia figlia aveva la febbre, accusava già dei dolori al petto e aveva una forte tosse. Una volta in ospedale, non ci sono stati accertamenti particolari, mia figlia è stata sottoposta agli esami del sangue e all’ecografia addominale ma non a quella polmonare”. La madre di Anisa lamenta quindi l’assenza totale di una diagnosi accurata visti i sintomi lamentati dalla giovane.

“Mia figlia aveva la polmonite – continua Mirsada – tutte le altre cose che si sono sentite in questi mesi sono delle falsità. Il tampone per il Covid era negativo. Anisa non era drogata. Lo dice anche l’esame tossicologico. Le sostanze oppiacee che sono state rilevate erano dovute ai farmaci che mia figlia ha assunto. Nella notte tra sabato 17 e domenica 18 dicembre la situazione era precipitata. Alle 3.30 mia figlia si è sentita male, alle 3.36 ho chiamato il 112 ma l’ambulanza è arrivata a casa nostra alle 4.16”. Dopo queste dichiarazioni, il corteo si è diretto verso via 4 novembre al civico 13, l’abitazione di Anisa.

Dopo una breve sosta durante la quale gli organizzatori hanno chiesto che una cosa del genere non debba ripetersi, i manifestanti si sono diretti all’ospedale San Polo di Monfalcone. La manifestazione si è poi conclusa davanti al Pronto Soccorso. “Chi ha sbagliato deve rispondere e deve essere allontanato”, così i manifestanti. Intanto resta ancora aperto il fascicolo per omicidio colposo contro ignoti. La signora Mirsada è assistita e difesa dall’avvocato Sasha Kristancich che – contattato al telefono – ha precisato alcuni aspetti della vicenda.

“Al momento non è stata depositata la relazione finale della perizia autoptica da parte del consulente nominato dalla Procura – sono le parole dell’avvocato Kristancich – ed è stata accolta la proroga per questo deposito. Dai primi accertamenti risulta che la causa del decesso sarebbe collegata a una polmonite bilaterale massiva". Il legale ha confermato che al momento si conoscono solo gli esiti degli esami del sangue ai quali si era sottoposta la ragazza e che la stessa non aveva assunto sostanze alcoliche o droghe.

Al momento risultano sequestrate tutte le conversazioni telefoniche intercorse con il Nue e la scheda riguardante l’intervento dell’ambulanza contenente il tragitto percorso e le informazioni sulle unità di soccorso disponibili in quella che si è rivelata una tragica notte.

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