La celebrazione
Lucinico celebra il Ringraziamento con la chiesa sistemata, «torniamo al senso di comunità»
Dall'unione delle associazioni il richiamo al senso di comunità. Premiati gli agricoltori classe 1944.
«Un paese dove si perde la tradizione agricola è un paese dove si perde, di conseguenza, anche la socialità». L’ha detto chiaramente, ieri mattina, alla Festa del Ringraziamento, il parroco di Lucinico-Mossa-Madonnina, don Moris Tonso. Dopo la celebrazione in chiesa, con il canto del Te Deum, e la benedizione dei mezzi agricoli, la comunità si è ritrovata nei locali del Centro civico per il consueto momento di premiazione e di convivialità.
A Ederino Francescotto la trentesima edizione del premio bontà, per la sua costante presenza sul territorio durante gli eventi promossi dalla locale sezione degli Alpini ma non solo. Premiati anche agricoltori e commercianti classe 1944 per l’impegno sul territorio e nella comunità. Premi consegnati alla presenza degli immancabili Danzerini di Lucinico. «Il nostro – così l’assessore al decentramento, Maurizio Negro – è un paese dove sono rimaste alcune attività agricole che vanno salvaguardate». Si parla di circa sette realtà produttive che rimangono rispetto alla moltitudine che, chiaramente, esisteva fino a qualche anno fa in loco.
Graziella Perco, presidente della Coldiretti Lucinico, per voce di Giovanni Bressan, presidente dell’Unione Associazioni di Lucinico, ha portato i saluti del presidente provinciale Martin Figelj. Il vicepresidente della Cassa Rurale Fvg, Umberto Martinuzzi, ha richiamato l’attenzione sulla necessità di guardare con riconoscenza al mondo agricolo e ha rilanciato la raccolta firme promossa da Coldiretti a livello comunitario per richiedere più chiarezza sulle etichette.
Tornando alla celebrazione eucaristica, la stessa è stata accompagnata dalla Coral di Lucinis, diretta da Matteo Donda, che ha eseguito la Missa Brevis di Stefani e annunciata dal Grup Culturâl Furlan “Scampanotadôrs di Mossa” dall’alto del campanile. L’occasione, per l’arciprete don Tonso, è stata anche sfruttata per rendere conto degli ultimi lavori eseguiti alla chiesa parrocchiale.
Gli interventi hanno riguardato la posa della linea vita sul tetto e il ripasso delle coperture, il restauro e sostituzione di alcune delle piastrelle e listelli marmorei del pavimento, la posizione dei nuovi punti luce in tutto l’interno dell’edificio, incluse la sacrestia e le stanze annesse, la regolazione e restauro della bussole e delle porte esterne, in particolare quelle della sagrestia, lato campanile, la tinteggiatura di parte delle pareti interne, il posizionamento della tastiera dell’organo nella navata laterale di sinistra e la ristrutturazione dei banchi. Il tutto per 149.558,56 euro, coperti dal contributo Cei per 75mila euro, 20mila euro da fondi dell’8x1000, 27.160 da offerte di privati, in particolare per la ristrutturazione dei banchi e 27.398,56 dal fondo cassa della parrocchia.
I lavori sono stati condotti e seguiti dagli architetti Roberto Ferigutti e Claudio Perin. «Di per sé, negli interventi preventiva, manca ancora la lucidatura del pavimento che verrà effettuata nei primi giorni di dicembre e il posizionamento della restante parte delle pedane dei banchi in quanto si è resa la necessità di rifarle nuove, a differenza delle altre che sono state restaurate», così don Moris.
Nel piano di rinnovo sono previsti anche due stendardi mentre altri due di colore bianco dovranno essere rifatti ex-novo per un costo di circa 5mila euro. «Nei primi mesi dell’anno nuovo accoglieremo la statua lignea del nostro patrono San Giorgio, realizzata dalla famiglia di scultori Perathoner di Ortisei in Val Gardena, che verrà collocata nella mensola della navata laterale di destra al posto di San Francesco che, con San Rocco, sarà posizionato sul presbiterio a lato dell’altare maggiore», precisa il parroco. «È stata avviata anche una domanda di contributo alla Regione per un totale e radicale restauro dell’organo che, speriamo, possa essere accolta», ha concluso il parroco ricordando come nel 2026 cadrà il centenario della ricostruzione e riapertura dell’edificio sacro. Tra le future opere parrocchiali la sistemazione della “Cjasa pre Pieri” il cui percorso di lavori è già stato delineato a livello burocratico e di progettazione.
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