Monfalcone, sold out per il libro-manifesto di Cisint che infiamma Geografie

Monfalcone, sold out per il libro-manifesto di Cisint che infiamma Geografie

IN PIAZZA

Monfalcone, sold out per il libro-manifesto di Cisint che infiamma Geografie

Di Salvatore Ferrara • Pubblicato il 23 Mar 2024
Copertina per Monfalcone, sold out per il libro-manifesto di Cisint che infiamma Geografie

Oggi la presentazione del volume, scritto con Lucio Gregoretti, con Giuseppe Cruciani. Contestazione dal pubblico sulla recente sentenza del Tar.

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Ha scelto la città che amministra. L’ha fatto nell’ambito del Festival letterario Geografie che il Comune ha organizzato con Pordenonelegge. Poco prima di mezzogiorno, davanti a più di 500 persone, Anna Maria Cisint ha presentato il suo libro “Ora basta. Immigrazione, islamizzazione, sottomissione”. Un volume edito da Signs Books, contenente una corposa intervista del giornalista Lucio Gregoretti, con la prefazione – dal titolo “Di Anna mi fido” – a cura di Matteo Salvini, leader della Lega.

Tra le pagine, vengono trattati i tanti “cavalli di battaglia” del sindaco che ha voluto rompere con il “politicamente corretto”. Nel testo, l’autrice pone l’attenzione su cosa e quanto si conosce dei fenomeni citati nel titolo, si chiede in che misura si sia al corrente di alcune basi finanziarie sotterranee legate ai fenomeni migratori, definisce Monfalcone «paradigma» di un intero Paese che soffre delle stesse questioni che lei pone al centro dell’opinione pubblica.

Cisint parla di pericolo integralista con una conseguente emergenza nazionale. Non tace sui casi di violenza che riguardano le ragazze minorenni bengalesi, sul lavoro irregolare e sul tema dei ricongiungimenti familiari. Dedica questo libro ai suoi figli, Luca e Marco «perché possano approfondire le ragioni e il significato del mio impegno». Delineato il quadro generale, passiamo alla cronaca della presentazione. Cisint, emozionatissima e commossa, è accolta da un fragoroso e prolungato applauso. I posti a sedere sono sold out, molti stanno al di fuori della tensostruttura. Tra le prime file si notano gli affetti familiari, la giunta quasi al completo, diversi consiglieri di maggioranza e ci sono i vertici della Lega locale e non solo.

Per citare alcuni di questi, il capogruppo in consiglio comunale Paolo Bearzi e il senatore Marco Dreosto. Ad introdurre il dialogo con l’autrice, è la voce irriverente del programma radiofonico “La Zanzara” di Radio 24, Giuseppe Cruciani. Pochi minuti dopo sul palco arriva a moderare il giornalista Fausto Biloslavo che stasera sarà ospite al Bonezzi per parlare di Geografie dei conflitti.

La prima domanda tocca a Cruciani e riguarda «l’impedimento della libertà di culto ai musulmani». «Noi siamo brave persone e siamo impegnate a far rispettare le leggi, abbiamo a cuore la città - sono le parole di Cisint – l’Italia è un Paese di diritto. Non è stato impedito di pregare a nessuno». Poco dopo l’arrivo sulla scena di Biloslavo, nel pubblico compare un cartello con scritto: «Non nel mio nome» con alcune contestazioni. Cisint reagisce sportivamente e dice: «è la democrazia», poi continua: «per noi la legge coranica è intollerabile, esiste la Costituzione non la si tiri in ballo solo quando ci sta bene».

Non sono mancati i riferimenti a Fincantieri sulla quale Cisint non ha cambiato posizione, «manca una pianificazione, ci sono dei ragionamenti ampi da fare». Poi i richiami alla laicità dello stato, quel «siamo overbooking» che la dice chiara su quali siano le priorità del sindaco leghista: «Ci sono anziani e ragazzi». A questa affermazione, scatta un grande applauso. «La sostenibilità sociale ha raggiunto il limite quindi bisogna essere determinati più di sempre».

Su alcune «fascinazioni della Lega per la Russia di Putin», un’altra delle provocazioni di Cruciani, Cisint risponde: «Noi abbiamo dimostrato con i fatti da che parte stiamo, abbiamo parlato con chiarezza. Sono stata vittima di mistificazioni». «Il velo della donna è sottomissione assoluta – dice convinto Cruciani – non è un tema di destra in quanto viene imposto, dovrebbe essere una battaglia profondamente della sinistra che invece perde tempo nelle declinazioni dei nomi al femminile».

Lo conferma anche Cisint: «Il velo integrale è un’umiliazione della donna, una pratica cresciuta a dismisura, è una scelta integralista. Queste persone non sanno l’italiano e non possono parlare. È un aspetto inaccettabile. Gli Imam trasferiscono qui la loro cultura senza cambiare». Si levano poi dal pubblico delle altre contestazioni: «Cinque giorni!».

Un chiaro riferimento ai giorni mancanti al tavolo di confronto stabilito dal Consiglio di Stato per trovare degli accordi sulle sedi di preghiera delle comunità islamiche. «In Italia gli ultimatum non esistono» ironizza il conduttore radiofonico. A protestare sono Ondina Altran e Liviana Andreossi. Altran si dirige sul palco e chiede al relatore di dare lettura della sentenza del Tarresa nota intorno alle 10.30 di stamane – sull’utilizzo del piazzale dell’ex discount Hardi per la preghiera islamica. Il testo però non si riferiva alla sentenza, ma con tutta probabilità era un commento del legale delle parti ricorrenti. Sollecitata dal tema, Cisint parla di «assenza di regole» come aspetto grave che riguarda l’atteggiamento degli Imam.

«Perché per la chiesa cattolica è tutto mappato? – domanda il sindaco – perché l’Islam non sta alle regole?». Sollecitata nuovamente da Biloslavo, su Fincantieri l’autrice si è detta «cresciuta con l’orgoglio di vedere le navi in mare» ma non dimentica la «la delocalizzazione al contrario» e l’«utilizzo dell’immigrazione per la distruzione dei diritti dei lavoratori». Sulla riattivazione di una cinquantina di assunzioni dirette nell’azienda pubblica, si scatenano altre polemiche come per le parole di Cruciani sull’esposizione del corpo delle donne che è «piena libertà, fa parte della società occidentale mentre la nudità nel mondo islamico non è consentita».

Camminare dietro all’uomo, non togliere il velo durante la lezione di educazione fisica a scuola, i passaggi dalla tutela del papà alla tutela del marito di cui sono tristi protagoniste le ragazze bengalesi minorenni, sono altri degli episodi incompatibili con la realtà occidentale richiamati nel corso dell’incontro. «Il terrorismo è un cancro» ribadisce Cisint accusata dal fronte contestatore di «non aver reso pubblica la relazione sulle ragazze islamiche maltrattate e allontanate dalla famiglia». Le voci critiche non sono mancate nemmeno su chi «con una mano si rivolge contro gli stranieri, ma con l’altra si incassano gli affitti».

Se Cisint ha parlato anche di scuole costruite, di 95% di welfare comunale per gli extracomunitari che beneficiano del 75% di alloggi pubblici, tra i presenti nel pubblico – sul tema della mancanza di intesa tra Stato e religione musulmana – c’è chi richiama i Patti Lateranensi… L’incontro si è chiuso dopo le 13, con un lungo firmacopie conclusosi dopo le 14. Immancabile ed ineccepibile il servizio di sicurezza svolto dagli uomini del locale Commissariato di Polizia coordinati da Stefano Simonelli.

Foto Fabio Bergamasco

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