Lezioni d'italiano e attività per le donne straniere, scontro Cisint-sinistra a Monfalcone

Lezioni d'italiano e attività per le donne straniere, scontro Cisint-sinistra a Monfalcone

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Lezioni d'italiano e attività per le donne straniere, scontro Cisint-sinistra a Monfalcone

Di Salvatore Ferrara • Pubblicato il 07 Mag 2024
Copertina per Lezioni d'italiano e attività per le donne straniere, scontro Cisint-sinistra a Monfalcone

Richiesti contributi a favore di integrazione, diritti di genere e mediazione linguistica. La Sinistra critica: «Troppo poco, troppo tardi».

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Il Comune di Monfalcone promuoverà delle iniziative per favorire l’emancipazione delle donne straniere, in particolare per quelle di origine bengalese. La proposta rientra nelle attività previste dal bando regionale sulle azioni per il sostegno alle pari opportunità. «Ci siamo concentrati nell’elaborazione di tre interventi concreti che consentano di incidere su una delle questioni di fondo della rilevante presenza musulmana femminile cittadina – illustra il sindaco Anna Maria Cisint – con l’obiettivo di offrire delle opportunità per superare la loro condizione di sottomissione».

Per la prima cittadina, «è del tutto evidente lo stato di emarginazione delle donne islamiche che si riscontra nella loro mancata partecipazione alla vita sociale e professionale e nell’imposizione di atteggiamenti e comportamenti, come il velo integrale, incompatibili con le nostre regole civili».

Tra gli obiettivi che per l’amministrazione comunale vanno raggiunti, ci sono la conoscenza della lingua italiana e delle leggi che compongono l’ordinamento giuridico nazionale. Tra le misure confermate dal Comune per favorire tutto ciò, c’è il servizio della mediazione linguistico-culturale. Una seconda azione - messa in campo in collaborazione con il Cpia - prevede all’interno dei corsi linguistici già previsti, l’inserimento di moduli formativi psicoeducativi sul rispetto delle differenze, sulla parità di opportunità tra uomo e donna e sul riconoscimento dei diversi tipi di violenze.

«In caso di necessità di maggiori spazi per ospitare tali iniziative, prevediamo di attivare delle collaborazioni con istituti o associazioni presenti sul territorio, come l’Ute che ha già garantito la propria disponibilità – specifica Cisint - allo stesso modo, in sinergia con gli istituti scolastici, saranno organizzate attività educative e di sensibilizzazione con psicologhe specializzate al fine di trattare queste tematiche, per rendere consapevoli le ragazze della loro dignità e far emergere eventuali situazioni di sopraffazione. I nostri servizi sociali si occupano di diverse minorenni che hanno reagito ai soprusi familiari e ai matrimoni combinati dai genitori».

Infine, il piano elaborato prevede un’importante iniziativa di comunicazione, sia con materiale informativo multilingue da distribuire nei luoghi abitualmente frequentati dalla comunità straniere, sia con dei brevi video sui temi della parità di genere e rispetto alla fruizione dei servizi sociali e sanitari da parte della popolazione straniera, con particolare attenzione alla componente femminile.

«Come ho avuto modo di illustrare anche in Consiglio comunale – rileva ancora Cisint - rimane, tuttavia, il problema di fondo delle comunità straniere musulmane che si richiamano all’ordinamento coranico anziché alle leggi italiane, in base al quale le donne non hanno la stessa dignità e lo stesso ruolo nella società, in famiglia e verso i figli rispetto agli uomini». Secondo Cisint «non si riscontra una reale volontà di integrazione, piuttosto il contrario e anziché adeguarsi ai nostri ordinamenti, si porta avanti un processo di islamizzazione e di chiusura».

Agevolare la fruizione dei servizi, indirizzare le donne musulmane verso processi di emancipazione e dare risposte con gli investimenti scolastici sono per l’amministrazione delle azioni che sono garantite «ma non sta certo al Comune la gestione dei corsi e la creazione di condizioni di parità che la comunità islamica continua ad avversare» così Cisint in chiusura.

Alle proposte del Comune non mancano le critiche dell’opposizione che parla di «troppo poco, troppo tardi». «Buona notizia è che, dopo mesi di polemiche con le opposizioni, anche il Comune di Monfalcone si è deciso a organizzare qualcosa di specifico per supportare percorsi di inclusione per le donne straniere – affermano i consiglieri di minoranza Cristiana Morsolin e Alessandro Saullo de la Sinistra - Non deve ingannare però la pompa retorica dell'annuncio. Siamo ancora lontani dall'asticella della sufficienza, in una città che aspetta da anni interventi di professionisti ed un lavoro serio di investimento sulla coesione sociale». 

Per i consiglieri «le iniziative a favore delle donne, di origine straniera e non, finalizzate al miglioramento della condizione femminile dal punto di vista economico e sociale dovrebbero semplicemente essere una pratica comune, nella consapevolezza che l'Italia resta un paese ancora arretrato in questo senso, come conferma il Global Gender Gap Index Ranking, una classifica internazionale che valuta i Paesi in base al raggiungimento della parità di genere relativamente ad alcune aree come quella delle opportunità economiche e di reddito, la partecipazione politica, l'istruzione, la salute e le aspettative di vita». Il rapporto richiamato, comunica che l'Italia è al 79° posto su 153 nazioni prese in esame.

«Una posizione che non conforta chi pensa che abbiamo tutto da insegnare – commentano – ma la proposta dell'amministrazione comincia a muovere qualcosa, ma resta molto al di sotto delle aspettative e non coglie pienamente le richieste delle donne straniere, con le quali non sappiamo che tipo di interlocuzione sia stata messa in campo». I consiglieri di minoranza lamentano la mancanza di accoglimento delle loro proposte e di quelle di associazioni impegnate su questo fronte, come l’Ami.

«Non ci sembra che sia stato dato seguito se non in piccola parte a quelle richieste –concludono Morsolin e Saullo - servono fondi per aumentare il numero di corsi di Italiano e almeno due mediatori per scuola per le lingue maggiormente rappresentate, al fine di agevolare la comunicazione. Servono più ore di italiano L2, per chi entra in una nuova classe ed ha bisogno di un rinforzo nell'italiano e soprattutto serve una proposta formulata in un'ottica non giudicante».

Foto d'archivio (U.S. Embassy and Consulates in Canada/Flickr)

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