La lettera
Ronchi e il suo cuore da grande mela
Ci scrive Marco Barone con una lettera 'spensierata' che è anche una sana provocazione a guardare alla realtà anche con fantasia.
Oggi ci scrive Marco Barone e ci fa riflettere sul cuore cittadino di Ronchi dei Legionari. L'autore paragona il cuore pulsante della città ad una mela. Barone ci invita a guardare questo aspetto dall'alto, da dove si vede meglio. Non è una tentazione pericolosa come quella dei tempi in cui vissero Adamo ed Eva. È una sana provocazione a guardare alla realtà anche con fantasia. SF
Se si pensa a New York le cose che vengono in mente quali sono? Di solito i taxi gialli, la statua della Libertà, dono della Francia agli americani, la grande mela. Ecco, non ne voglia l'America scoperta da Colombo, più o meno, a cui sarebbe il caso di iniziare a revocare vie e piazze dedicate, visto che era uno sterminatore di Indios, come si inizia a scrivere pure nei testi di scuola. Ma va bene i taxi gialli, va bene la statua della Libertà, ma la grande mela, no. Questa è made in Ronchi, in Bisiacaria, quel territorio cuscinetto tra il Friuli e Trieste a forma di elefante, più o meno, di cui Ronchi è uno dei Comuni più importanti.
Ed il cuore di Ronchi è a forma di mela. Non è uno scherzo. Certo, non si pagano i musicisti che suonano qui, con le mele rosse, come accadeva ai musicisti jazz che negli anni Trenta suonavano nei locali di Harlem e Manhattan, non è Ronchi un melo con le radici nella valle del Mississippi, ci sono anche pochi alberi di mele, anzi è proprio invasa dall'ultima moda che spopola ovunque e che fa concorrenza al melo, gli alberi di peri, inguardabili, che hanno letteralmente invaso Ronchi tanto da diventare "Ronchi dei Peri". Però una cosa va detta, il cuore di Ronchi, quello fisico, quello che si può vedere dall'alto seguendo il tracciato di via dei Campi, via Roma e via Verdi, è veramente a forma di una mela.
La grande tentazione di Adamo ed Eva. E su questo c'è poco da dire e fare. Quindi, amici miei, quando pensate alla grande mela, non pensate più alla grande city, ma a Ronchi che nel 1967 ha festeggiato la ricorrenza del suo millenario storico e nel 2012 il centenario di quando venne elevata a Borgata sotto l'Impero Austro Ungarico. Uno scritto spensierato ogni tanto ci vuole, o no?