la lettera
Rete ferroviaria italiana, lungo i binari un disagio continuo a Mossa
Ci scrive il signor Sergio Medeot di Mossa, sottoscrittore della petizione del 2020 che chiedeva «una soluzione al danno acustico provocato dal traffico ferroviario».
Ci scrive il signor Sergio Medeot di Mossa, sottoscrittore della petizione del 2020 che chiedeva «una soluzione al danno acustico provocato dal traffico ferroviario, come lui stesso riporta nella missiva».
Sulla linea ferroviaria Gorizia–Udine presso la stazione di Mossa, durante la notte, si stanno svolgendo notevoli lavori sui binari. Iniziati il giorno 13 di questo mese, finirano il 17. Si sta riproponendo quindi un forte disagio notturno per gli abitanti lungo la tratta, simile a quello avvenuto nel 2006 con la posa del secondo binario che portò al raddoppio del traffico ferroviario. Ovviamente sono lavori necessari, fatti per il buon funzionamento della rete stessa.
Ciò detto, la giusta solerzia con cui Reti Ferroviarie Italiane s’impegna nella cura dei binari, sarebbe bene fosse analoga anche per la tutela dall’inquinamento acustico causato dal traffico merci-passeggeri sempre più intenso e rumoroso. È questo un problema grosso e atavico, irrisolto, che condiziona tanta gente. Peraltro disciplinato dalla legge sull’inquinamento acustico, la 447/1995, che tutti dovrebbero rispettare o far rispettare.
Nel 2020 un gruppo di residenti formalizzò una petizione al Comune di Mossa tesa a ricercare una soluzione al danno acustico provocato dal traffico ferroviario. Il Comune interpellò Rfi ricevendo una risposta di fattibilità proiettata alle calende greche. Allo stato all’orizzonte non c’è nulla. Nè un sistema d’insonorizzazione, né un rallentamento del traffico presso i tratti abitati, tali da limitare l’impatto acustico e i danni strutturali provocati dalle vibrazioni.
E del resto su questo fronte non traspare nemmeno un coordinamento tra i Comuni interessati, da Gorizia a Cormons, tale da chiedere insieme e con determinazione un intervento operativo urgente da parte di Rfi. Nel frattempo la gente continua a soffrire, di giorno e di notte, per i notevoli rumori e i tremiti dovuti al passaggio dei carri-merci.
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