Lettere - Primo maggio itinerante per tornare a essere la festa dei lavoratori

Primo maggio itinerante per tornare a essere la festa dei lavoratori

La lettera

Primo maggio itinerante per tornare a essere la festa dei lavoratori

Di Marco Barone • Pubblicato il 05 Mag 2023
Copertina per Primo maggio itinerante per tornare a essere la festa dei lavoratori

Ci scrive Marco Barone con una lettera sulla recente manifestazione a Monfalcone proponendo una versione che tocchi tutti i comuni.

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C'è sicuramente da riflettere sulla partecipazione tutt'altro che delle grandi masse alle cerimonie e celebrazioni della festa dei lavoratori a Monfalcone. Il primo Maggio negli ultimi anni come momento celebrativo stava effettivamente vivendo un suo declino, nella fortezza di Gradisca, soprattutto dopo la scomparsa del tradizionale corteo. Intanto, a Monfalcone, ha preso piede contestualmente un primo maggio alternativo, dal nome, riportiamo il primo maggio a Monfalcone.

Momento di ritrovo alternativo che da alcuni anni si svolge a Panzano. Ed il primo maggio a Monfalcone è paradossalmente tornato, ma non come lo si aspettava e attendeva. Poca la partecipazione, un presidio statico nella centralissima piazza della Repubblica, che non riesce a coinvolgere la comunità dei lavoratori più di tanto, oltre ai diretti interessati, cioè autorità, militanti dei sindacati rappresentativi, e qualche cittadino e partiti. Alla fine si rischia di parlare più a sè stessi che al "popolo".

Non ci sono più le masse di una volta, e questo primo maggio nell'isontino si sta spegnendo. Festa dei lavoratori che affonda le sue radici sul finire dell'Ottocento, ufficializzata in Italia nel 1891 e festeggiata fino all'avvento del Fascismo. Come è risaputo i fascisti, nella loro distorta visione della realtà hanno tentato di imporre la propria visione delle cose, con profonda avversità ideologica contro il comunismo ed i lavoratori decisero di cancellare sostanzialmente la festa dei lavoratori anticipandola in concomitanza con il Natale di Roma. Dal 1924 quindi la ricorrenza cadde sul 21 di aprile.

Dopo la fine della guerra ritorna il primo maggio tradizionale che nella Venezia Giulia però ebbe un significato diverso. Perché coincideva con la liberazione di questi territori dall'occupante nazifascista e nello stesso tempo con la rivendicazione di queste terre da parte jugoslava. Un primo maggio dai due volti che ha determinato per anni momenti di tensione e anche scontri soprattutto a Trieste. Il primo maggio di oggi è diventato Monfalcone centrico, come lo era prima Gradisca centrico, si voleva ripristinare la tradizione di un tempo, si ricordano le file dei trattori, le bandiere rosse, migliaia di operai, lavoratori e studenti in piazza, ma quel tempo non esiste più, inutile girarci attorno.

Sarebbe pertanto opportuno valutare dalle prossime edizioni un primo maggio itinerante nell'Isontino. Servirà ciò per rivitalizzare una celebrazione che sta andando in estinzione? Non lo so. Ma provare a coinvolgere tutti i Comuni, piccoli o grandi della "provincia" di Gorizia, Gorizia inclusa magari proprio in occasione della capitale europea della cultura, con un primo maggio itinerante, che veda in ogni edizione un Comune diverso esserne teatro ospitante e che non sia più solo Monfalcone centrico, perché questa formula evidentemente non funziona più, è una strada certamente da osare. 

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