Lettere - Manifestazione a Monfalcone, attenzione ai bassi salari dei cittadini

Manifestazione a Monfalcone, attenzione ai bassi salari dei cittadini

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Manifestazione a Monfalcone, attenzione ai bassi salari dei cittadini

Di Redazione • Pubblicato il 01 Mag 2024
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Ci scrive il consigliere regionale Diego Moretti con una lettera aperta sulla situazione reddituale dei monfalconesi, italiani e stranieri.

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Oggi, Primo Maggio, ci scrive il consigliere regionale dem Diego Moretti, rilanciando una tematica delicata quanto fondamentale, il calo della media dei redditi annui dei cittadini di Monfalcone. Il consigliere chiede un cambio di rotta da parte della politica locale e nazionale, con un richiamo alla visione industriale e sociale dei Cosulich a inizio Novecento. I.B.

Il 1° maggio vede Monfalcone, luogo simbolo dell’industria italiana, ospitare la manifestazione nazionale unitaria di CGIL CISL e UIL: una scelta che dà al territorio una visibilità enorme e alla Politica l’opportunità di mettere al centro della propria azione temi quali la sicurezza sul lavoro, una politica industriale che salvaguardi le fabbriche stesse e il patrimonio professionale di un territorio, e risponda alle difficoltà di reperimento di manodopera denunciate da tempo dalle imprese.

C’è però una questione di cui si parla poco, ma coinvolge direttamente la città di Monfalcone: quella dei bassi redditi. Analizzando i dati dell’Agenzia delle Entrate, periodo 2000-2021, si nota come la media dei redditi annui dei monfalconesi sia passata da 21.365 euro a 20.733 euro, con un calo di 632 euro: un dato in controtendenza rispetto agli altri comuni dell’isontino, visto che la vicina Staranzano, nello stesso periodo, ha visto aumentare la media reddituale di 2.363 euro. Il dato del reddito medio dei soli lavoratori dipendenti, dal 2008 al 2021, vede Monfalcone registrare un aumento di 549 euro, mentre l’incremento nello stesso periodo negli altri comuni del territorio è pari a 2.130 euro annui.

Preoccupante è inoltre vedere che a Monfalcone tale trend negativo inizia nel 2010 (due anni dopo la prima crisi finanziaria ed economica mondiale legata al fallimento di Lehman Brothers e alla crisi dei derivati), e continua ininterrottamente sino al 2021: è evidente dunque che la crisi dei redditi sul nostro territorio incide pesantemente sulla qualità della vita dei cittadini, italiani e stranieri, e non può lasciare indifferente istituzioni, politica e parti sociali.

Di fronte a questi dati, non può non esserci un deciso cambio rotta: non solo salario minimo, ma seria riflessione sull’incidenza che un modello organizzativo basato su appalto e subappalto ha sui redditi di un territorio. Ecco perché sono convinto che sbaglino coloro che pensano che chiudendo il Cantiere si risolva il problema, che il FVG e l’isontino possano rinunciare all’industria, magari sostituita con settori ben più poveri in termini di retribuzioni, stabilità e continuità lavorativa, come il turismo e i servizi. Sbaglia infine chi strumentalizza la presenza di immigrazione regolare, presente da anni nelle industrie del territorio: esempi virtuosi sul territorio sono sia il “progetto Ghana” (recentemente attivato da Confindustria Alto Adriatico), sia quelle iniziative di singole aziende che stanno formando sul posto di origine, in Italia e all’estero, operai e tecnici pronti ad essere inseriti nelle proprie strutture produttive.

Progetti di questo tipo però non possono che essere accompagnati da una parallela rete di servizi di supporto quale ad esempio la casa, cosa che fecero i Cosulich con Panzano a inizio ‘900, e che non ha fatto Fincantieri nei primi anni 2000 con i vari lavoratori provenienti da altri territori (non solo dall’estero). Ugualmente, non bastano i “recruiting day”, visto che - dati resi noti da Fincantieri nel corso di un'audizione in Consiglio regionale tenutasi lo scorso 18 dicembre - il numero di assunzioni dirette di operai a Monfalcone è stato in questi anni di una quarantina di persone, e tutto il resto ha riguardato l’appalto.

Lo stesso sistema scolastico regionale ha bisogno di adeguarsi, coinvolgendo le industrie della zona, visto che l’isontino è l’unico territorio sprovvisto di un ITS (specializzazione tecnica post-diploma), che potrebbe riguardare proprio il settore metalmeccanico e della logistica, considerata la presenza di forti e sane industrie competitive e di un Porto in continua espansione e sviluppo.

L'auspicio è quello che la manifestazione di Monfalcone sia l’occasione per mettere questi temi all’attenzione del dibattito politico, sindacale e sociale, con l’augurio che se ne parli anche dopo il 1° maggio, mettendo da parte l’ossessione e la ricerca di nemici ad ogni costo, al solo fine di spuntare qualche voto in più. 

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