Lettere - Lontani dalla politica di parte per avviare un percorso virtuoso di convivenza

Lontani dalla politica di parte per avviare un percorso virtuoso di convivenza

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Lontani dalla politica di parte per avviare un percorso virtuoso di convivenza

Di S.F. • Pubblicato il 18 Dic 2023
Copertina per Lontani dalla politica di parte per avviare un percorso virtuoso di convivenza

Ci scrivono da Monfalcone Blasig e Rebulla che esprimono preoccupazioni sullo scenario della città. Un invito alla politica ma anche ai 'nuovi arrivati'.

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Oggi ci scrivono l'ex sindaco Luigi Blasig e l' ex deputato - già Sottosegretario di Stato - Luciano Rebulla. Nella lettera entrambi esprimono le loro preoccupazioni sull'attuale scenario delineatosi a Monfalcone dove nelle ultime settimane si assiste ad una sempre più crescente contrapposizione tra comunità, culture e religioni diverse che non porterà molto lontano se non a deteriorare ulteriormente l’immagine della città e ad esasperare il suo clima sociale. Nella missiva compare anche un invito rivolto ai "nuovi arrivati" a contribuire per creare una concreta, reciproca e costruttiva convivenza così da diventare un modello di integrazione funzionante. S.F.

Lontani dalla politica di parte, per la fiducia che i cittadini in passato ci hanno attribuito e per l’amore per la nostra città, sentiamo il dovere di fare appello a tutte le persone che hanno incarichi di responsabilità in enti pubblici e privati,a tutti i cittadini vecchi e nuovi di fare uno sforzo per uscire da questa situazione di scontro tra comunità e religioni che non porta da nessuna parte se non a deteriorare l’immagine di Monfalcone .

Comprendiamo le difficoltà di tanti monfalconesi di fronte a quella che è stata una vera e propria invasione di persone venute da lontano di costumi, abitudini e religioni diverse e crediamo che vada portata avanti da parte dell’amministrazione comunale l’azione di pressante richiesta nei confronti del governo nazionale e di Fincantieri per la ricerca di alternative all’utilizzo del subappalto privilegiando le assunzioni dirette.

Tuttavia al superamento di questa situazione di disagio debbono contribuire anche i nuovi venuti comprendendo che vi sono regole che chi è ospite e aspira a diventare cittadino deve rispettare. Vi è, quindi, un’azione pedagogica di cui si sente la necessità che i responsabili delle nuove comunità dovrebbero attuare. Far capire che per inserirsi e essere accettati ci sono norme che valgono per tutti: che è necessario, ad esempio, che anche le donne imparino l’italiano, che il burqa non è consentito non per un fatto di ordine religioso ma per motivi di sicurezza pubblica, e che degli appartamenti non si può fare dormitori per decine di persone e così via.

D’altra parte anche l’amministrazione comunale che giustamente si preoccupa di tutelare la storia e l’identità cittadina, dovrebbe prendere atto che questa non è una situazione transitoria e che non è possibile tornare a trent’anni fa.

Dunque il problema va affrontato con razionalità e con visione del futuro. E il futuro non può che essere la convivenza tra due identità in cui chi arriva da fuori avrà tutto il rispetto che merita se accetta i valori che sono alla base della nostra Costituzione e rispetta le nostre leggi, libero di professare la propria fede . Ma se vogliamo agevolare la convivenza dobbiamo affrontare anche i problemi, della casa, della scuola, della sanità che pur ci sono (preponderanza di bambini extracomunitari nelle scuole, affollamento del pronto soccorso, concentrazione nel centro storico di immigrati etc) senza guardare con fastidio i nuovi arrivati o creando muri perché così non si risolve il problema ma solo si creano giustificazioni alla propria incapacità di affrontarli.

La situazione si è esacerbata in questi ultimi tempi per i divieti posti alla comunità musulmana di ritrovarsi in preghiera il venerdì in immobili che per motivi legati all’incompatibilità con il Piano Regolatore non potevano essere adibiti a luoghi di culto. Giustamente i funzionari comunali si preoccupano di far rispettare, in questo caso, le norme anche se la libertà di culto è un diritto sancito espressamente dalla nostra Costituzione.

Proprio per questo ultimo motivo, e cioè il rispetto della Costituzione e anche delle norme urbanistiche riteniamo che si possa trovare una soluzione attraverso una variante al piano regolatore che regolarizzi questa situazione e quelle altre che sono ben presenti al Sindaco e agli stessi funzionari comunali. Se si aprirà nei prossimi giorni un dialogo su queste basi, crediamo, si potrà avviare un percorso virtuoso di convivenza e anche evitare manifestazioni che acuirebbero una contrapposizione che va superata per il bene della città.

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