La lettera
Grado non dimentichi il suo passato con l’Austria, un nuovo nome per viale regina Elena
Ci scrive Marco Barone, blogger, storico e scrittore, sull'eventualità di togliere il nome Regina Elena ad uno dei viali più suggestivi dell'Isola del Sole.
Grado dalla fine del 1700 fino al 1918, quando l'Italia vinse la guerra d'aggressione contro l'Impero Austroungarico ad un prezzo enorme, salvo una breve e disastrosa parentesi napoleonica, fece parte dell'Impero Austroungarico. Se Trieste era il porto di Vienna, Grado era la località balneare dove prendere il sole quasi tutto l'anno, non a caso è nota come l'isola d'oro. Buona parte della ricchezza e della storia di Grado è legata all'Austria, continuità che persiste anche oggi, non solo con le foto in bianco e nero che testimoniano il passato austriaco di Grado e della Venezia Giulia ma con il turismo che continua senza sosta attraversando imperi, regni e repubbliche ad unire contro ogni divisione e confine, stato e nazione.
Eppure in modo incredibile, a Grado uno dei viali più suggestivi, più belli, uno di quelli dove si respira ancora il passato austroungarico, con l'inferriata che costeggia la spiaggia, che richiama i simboli di quel passato nel quale Grado si culla è dedicato alla regina Elena. In Italia soprattutto nel Sud esistono piazze, vie, viali, scuole, dedicate ancora alla monarchia, tutto ciò è sconcertante, e lo è ancor di più se succede in località come Grado che vivono un paradosso storico, un cortocircuito a cui è bene porre fine.
Eliminare il viale dedicato alla regina Elena è questione di rispetto per la nostra storia, per l'identità di questi luoghi e soprattutto per stoppare in modo decisivo quella narrazione storica che passa anche dai nomi dei luoghi che devono necessariamente disintossicarsi da queste nocività nazionalistiche che continuano a mantenere in vita vie, viali, piazze a personaggi a cui non andrebbe dedicato più nulla. Che si aspetta a Grado a rimuovere quel viale intitolato all'ultima regina d'Italia? Ciò è l'ennesima testimonianza di quanto sia necessaria una profonda revisione della toponomastica e dell'odonomastica nella nostra regione.
Marco Barone