la lettera
Un giorno per chi lotta con coraggio
Ci scrive Cristiana Morsolin, consigliera comunale de La Sinistra per Monfalcone, all'indomani della Festa del Lavoro in città.
Ci scrive Cristiana Morsolin, consigliera comunale de La Sinistra per Monfalcone. Nella sua lettera, Morsolin offre una riflessione ampia dopo aver vissuto la tradizionale Festa del Lavoro in città. L'autrice parla di nuove voci e presenze necessarie per recuperare la centralità e lo spirito di questa festa. Inoltre, chiede che si riesca a parlare del "tema lavoro" anche - e soprattutto - nella sede dell'ente locale di cui fa parte. Una richiesta che guarda ad una rinnovata e convinta democrazia partecipativa. SF
"Un giorno per chi lotta con coraggio" di Cristiana Morsolin
Dopo aver attraversato Monfalcone nella giornata del PrimomMaggio, ho maturato alcune riflessioni che desidero condividere. La giornata della Festa del Lavoro è sempre stata per me molto importante, da sempre sono stata a questa manifestazione, da quando in piazza c'erano ancora i trattori a simboleggiare la complessità di un territorio basato sul lavoro agricolo ma anche legato alla grande fabbrica.
Il Primo maggio era una festa che, allora, metteva al centro il tema del lavoro, un lavoro sicuro, pagato e in condizioni di rispetto dei lavoratori e delle lavoratrici. Oggi il mondo del lavoro è cambiato, i contratti sono frammentati, i salari fermi da vent'anni, contro un caro vita sempre in aumento e con tutele lavorative sempre più risicate.
Le lavoratrici e i lavoratori, sempre più sfiduciati, da anni hanno cominciato a provare disaffezione per simboli e luoghi della festa, come se non fosse una giornata dedicata a loro ma ridotta ad una celebrazione che rischia di apparire sempre più stanca, di anno in anno. Non a caso infatti molti esercizi commerciali erano aperti e molte foto sui social ritraevano degli operai intenti a lavorare a dispetto della festività. In mezzo a tutta questa amarezza però, ieri mi è parso di scorgere, sul palco e nella piazza, alcune novità, piccoli semi, in quella che non considero e non voglio mai arrivare a considerare solo un rituale. Innanzi tutto, nella manifestazione organizzata dal sindacato, per la prima volta, ad aprire gli interventi è stata Fatou Sarr la responsabile ufficio immigrazione della Cgil cittadina italiana, donna di origine senegalese, che vive e lavora a Monfalcone e che della Città dei cantieri conosce e rappresenta bene la complessità.
Con le sue parole ci siamo emozionati, ma poco prima di questo momento una gradita sopresa era arrivata dalla introduzione musicale alla manifestazione. Tra le scelte, è la prima volta che ha fatto la sua comparsa un giovane cantante proveniente dal Bangladesh. Una scelta coraggiosa, quella dare voce (e note) a quella parte di lavoro e di lavoratori che più di altri subiscono lo sfruttamento, ed il dumping salariale. Quelli che non hanno ancora gli spogliatoi o devono pagare per farsi una doccia dopo aver lavorato 8 o 10 ore al giorno in fabbrica. È stata data voce quindi, a chi non ne ha.
Non sono indifferenti le voci e le parole. Nonostante questi segni di novità e apertura, infatti, in questa stessa città, poche settimane fa, assieme alle altre forze di opposizione, abbiamo chiesto al presidente del Consiglio Comunale di poter sentire, nell'assemblea consiliare, la voce delle Rsu della Fincantieri, i rappresentanti dei lavoratori.
Pensavamo che si potesse nella massima assise comunale, discutere di appalto, sicurezza, futuro del lavoro. Ci è stato risposto che non è il caso. A quanto pare ci sono luoghi dove continua ad essere difficile dare voce al mondo del Lavoro. Riproveremo a chiedere, ma oltre a dare voce, occorre anche che qualcuno impari ad ascoltare. Per concludere desidero formulare un appello, in vista del prossimo anno, a tutti coloro che magari quest'anno hanno disertato la piazza Monfalconese, per andare a Cervignano o semplicemente per festeggiare, ma senza sorbirsi la passerella della destra sul palco a parlare del Lavoro.
Torniamo, tutti e tutte, in piazza per il Primo maggio e per il 25 aprile. Torniamo a parlare di lavoro, diritti sociali e antifascismo. Torniamo a farci sentire. Facciamolo portando voci nuove, usando le piazze e i palchi per coinvolgere, per creare reti e soprattutto facciamolo lottando ogni giorno per un Lavoro equo, pagato, dignitoso, per tutte e tutti.
Foto di Ivan Bianchi
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