LA LETTERA
La forza delle idee per contrastare sentimenti dalle derive pericolose
Ci scrive Marco Barone con una riflessione sugli ultimi fatti politici di Roma, «il fascismo non tornerà ma bisogna stare attenti alla deriva culturale».
Ci scrive Marco Barone proponendoci una riflessione stimolata dagli ultimi tristi fatti accaduti a Roma in occasione del ricordo del pluriomicidio a sfondo politico avvenuto a Roma il 7 gennaio 1978, quando un gruppo armato afferente all' estrema sinistra, uccise due giovani appartenenti al Fronte della Gioventù. Per Barone il Fascismo del Ventennio non tornerà, ma l'autore parla dell'esistenza di un "problema culturale e sociale" legato al retaggio fascista insito in molte persone. Gesti e azioni che putroppo riescono a generarsi in una maniera "silenziosamente perversa" anche nel contesto democratico che viviamo. L'autore richiama così "la forza delle idee" per contrastare tali sentimenti dalle derive pericolose. Richiama "la forza delle idee" facendo un'analogia con la manifestazione dello scorso 23 dicembre a Monfalcone. Un esempio - secondo l'autore - a tutela dei diritti costituzionali ed europei. S.F.
I gravi fatti di Acca Larenzia: quanti anni sono che si verificano sempre le stesse manifestazioni con le stesse ritualità? Succedeva anche con i governi non di estrema destra e nulla è cambiato. Sì, la giurisprudenza nel tempo ha sostenuto che il saluto romano - ergo fascista - non sempre è reato, dipende dalle circostanze. Circostanze: siamo un Paese che è sopravvissuto alla catastrofe della seconda guerra mondiale, che non ha mai fatto i conti seriamente con il passato, non ha mai avuto la sua Norimberga, che ha rischiato tre colpi di Stato, che ha avuto un decennio di stragismo fascista che ha colpito anche il nostro territorio, come a Peteano.
Un fatto che ha seminato odio e morte, ma la Repubblica ha retto tanto che abbiamo consentito agli eredi dei Savoia anche di ritornare in Italia. Il fascismo del Ventennio non ritornerà più, quel tipo di pagina storica si è chiusa nel 1945. Il problema culturale e sociale del fascismo certamente c'è. Ci sono politiche,pensieri, idee, prospettive proprie della visione fascista che hanno trovato il modo di compiersi anche attraverso gli strumenti offerti dalla Democrazia. Questi modi di fare sono mille volte più perversi e pericolosi delle ritualità di Acca Larenzia. "Paradossi nel paradosso" si dirà e nessun luogo ne è immune, da Budapest a Roma, passando anche dalle terre di confine.
Queste visioni si possono contrastare solo con la forza delle idee, della fraternità, per usare una parola tanto cara a Papa Francesco, analizzando le cose dalle giuste prospettive, come ha ben dimostrato quella manifestazione di migliaia di persone scese in piazza a Monfalcone con il tricolore della Costituzione e la bandiera dell'Europa nata a Ventotene, per chiedere di non essere discriminate. Perché quelle persone si sentono discriminate, altrimenti perché rivendicare con forza “siamo tutti monfalconesi”? Ci saranno corpuscoli, manipoli nostalgici di un tempo che non tornerà più, che cercheranno di portare l'acqua verso il proprio mulino dell'estremismo ideologico reazionario, la miglior reazione che si dovrà dare a chi vuole l'involuzione della società, è quella del camminare insieme,riappropriandosi di quel senso di comunità oggi finito in mille pezzi soprattutto in questo Territorio.
Si rende necessario oltrepassare visioni, soprattutto in realtà multietniche come la nostra, che hanno lo scopo di negare il diverso per quell'omologazione del “Dio, patria e famiglia” voluta propria da ideologie che non si armonizzano con la nostra Costituzione nata dalla Resistenza, ma che continuano a trovare spazio nella Democrazia occidentale, perché a volte, a dirla tutta, certi “mali” politicamente sono necessari per capire che certi beni, certe libertà, certi diritti non sono scontati e vanno non solo difesi, ma soprattutto attuati quando si è dall'altra parte della barricata, quella del governo o amministrazione locale.
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