Lettere - La situazione confinaria tra Italia e Austria tra Ottocento e Novecento

Lettere - La situazione confinaria tra Italia e Austria tra Ottocento e Novecento

LE STORIE

Lettere - La situazione confinaria tra Italia e Austria tra Ottocento e Novecento

Di Marco Barone • Pubblicato il 31 Dic 2023
Copertina per Lettere - La situazione confinaria tra Italia e Austria tra Ottocento e Novecento

Ci scrive Marco Barone raccontando del paese di Sagrado, finito nella cronaca nazionale a cavallo tra Ottocento e Novecento.

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Ci scrive Marco Barone raccontando del paese di Sagrado, finito nella cronaca nazionale a cavallo tra Ottocento e Novecento. Pubblichiamo la lettera qui di seguito dando voce a questi due piccoli ma significativi racconti, utili per comprendere meglio la situazione confinaria tra Regno d’Italia e Impero d’Austria nel Goriziano. S.F.

Sagrado - suo malgrado, o meno - è finita agli onori della cronaca nazionale, più di una volta, nel corso del tempo, ed è interessante citare due episodi a dir poco curiosi. Il primo avvenne nell'ottobre del 1892. Venne definito dalle cronache dell'epoca come un "un incidente di confine". Dei finanzieri sulla strada di Palmanova, tesero una sorta di agguato a due comici italiani della compagnia teatrale Giannini e Del Moro. Il comico Giannini stava passeggiando lungo il confine tra Italia ed Austria, dove si parlava in friulano, anche se diviso tra due stati, la lingua univa quel territorio.

Non fece in tempo a finire di parlare che un finanziere sbucò da dietro una siepe per arrestarli. Uno dei due comici fuggì a gambe levate e si salvò rifugiandosi in Italia, oltrepassando il confine con l'Austria, l'altro, invece, venne arrestato e venne interrogato a Sagrado: un lungo interrogatorio che recò impressione alla popolazione di Sagrado poiché quel tipo di arresto poteva avvenire in caso di contrabbando ma non solo perchè si passeggiava lungo il confine.

Un secondo episodio curioso, avvenne invece nel 1915. Ed interessa la villa dei principi Hohenlohe, costruita nel 1770 per iniziativa della Torre. "Il 18 maggio del 1915 - si legge su "La Stampa" - nella borgata di Sagrado un certo Spartaco Muratti, figlio del patriota Giusto Muretti, superstite di Villa Glori, possedeva il castello già proprietà dei principi Hohenlohe".

Il cronista racconta che "questo signore essendo cittadino italiano dovette abbandonare la superba e ridente residenza, affidandola ad un suo fattore pure di nazionalità italiana; ma poiché anche questi fu preso da sacro amor patrio e si decise a venire in Italia, chiamò a gestirla un signore di nazionalità austriaca e consegnandogli le chiavi del castello gli disse: "Consegnatele al primo ufficiale italiano che entrerà in Sagrado!". Appena il fattore parti per l'Italia il gastaldo raccontò il dialogo in paese, sicché la voce giunse alla gendarmeria. Allora un picchetto armato sali la vetta che conduce al castello, abbattè le imposte e quindi si abbandonò ad una violenta perquisizione.

Questa perquisizione, malgrado la distruzione di molto mobilio, della biblioteca, della sala d'armi, non dava nessun frutto che potesse giustificare l'atto brutale. Allora il picchetto scese nelle cantine. Il capitano, con intima soddisfazione, scoperse che un muro era intonacato di fresco.. Esso fu abbattuto e risultò che chiudeva un'altra sotto-cantina nel quale erano riposte delle botticelle e una gran quantità di bottiglie di vini prelibati. La scoperta del liquido... non incendiario, ma ritenuto tuttavia pericoloso, fu festeggiato con una bevuta generale".

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