Lettere - Avanti adagio, quasi indietro sulle piste ciclabili in Corso a Gorizia

Avanti adagio, quasi indietro sulle piste ciclabili in Corso a Gorizia

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Avanti adagio, quasi indietro sulle piste ciclabili in Corso a Gorizia

Di Redazione • Pubblicato il 16 Mar 2024
Copertina per Avanti adagio, quasi indietro sulle piste ciclabili in Corso a Gorizia

Ci scrive Marino Clemente, già impegnato nel Comitato pro-ciclabile in corso Italia, per difendere l'esigenza di un percorso dedicato alle bici.

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Cito la frase di un vecchio film di Toto, maestro delle commedie all’italiana, per focalizzare la “nuova” realizzazione delle corsie ciclabili sui controviali. Stiamo parlando di una vicenda tragicomica. Cerco di sintetizzare da principio, da quando cioè, nel 2005, venne approvato il Put-Piano urbano del traffico, allora si chiamava così. Commissionato dal Comune, realizzato dallo studio Novarin, pagato coi nostri denari, vennero eseguiti studi ed analisi sui flussi di traffico per dare fluidità, scorrevolezza e maggiore fruibilità degli spazi urbani a tutti, con meno inquinamento acustico e dell’aria, in una visione migliorativa della città. Realizzato da professionisti dell’Urbanistica insomma.

Ma secondo la politica locale, attenta più al consenso che al bene della città, il Progetto avrebbe messo in crisi il settore economico trainante della città, il commercio, a loro dire, facendo perdere parcheggi in centro. Il Progetto prevedeva zone pedonali, più sensi unici ed una ciclabile a due corsie su carreggiata lungo tutto Corso Italia trasformato a senso unico in uscita. Via di Manzano e via Duca d’Aosta in entrata, sempre a senso unico, per evitare che i due assi viari principali si incrociassero. I parcheggi persi in Corso sarebbero stati spostati in via Duca d’Aosta, 200 metri a piedi dal centro.

Non mi dilungo nei particolari della restante viabilità, ma allora, questo bastò per applicarne solo piccole parti e bocciarne la gran parte. Gli anni passano, i parcheggi restano, ma il commercio va ugualmente in crisi con chiusure generalizzate, certo non imputabili a “parcheggi persi”. Recente poi il “fa e disfa” di Ziberna, ciclabile in Corso, ma senza il contesto, destinata a fallire a spese sempre nostre. E arrivando all’oggi arriva il bello. Su quel Progetto approvato, ancora in vigore, ma “monco” delle parti più importanti è stato realizzato il Biciplan. Spero che rimedi almeno ai tratti ciclabili senza capo né coda.

Un progetto di viabilità urbana che funzioni va applicato nella sua interezza. In molte altre città, la politica che commissiona agli urbanisti i progetti, li paga e li ascolta in quanto professionisti del settore. Molte città sono risultate migliorate e più fruibili togliendo parcheggi in centro a favore di spazi per mobilità leggera e aree pedonali. Con spazi per socializzare, anche il commercio ed i servizi rifioriscono. La tendenza è questa e funziona.

A Gorizia no, la politica onnisciente forza soluzioni per opportunismo. Le corsie ciclabili lungo i controviali, un ibrido, persino fuori dalle indicazioni del Codice della Strada, le avevamo già provate, non funzionavano perché non rispettate, aumentavano i rischi di incidenti con i pedoni e con gli automobilisti in prossimità delle inserzioni viarie. Dureranno pochi anni per i problemi che, nuovamente, si manifesteranno. Verranno spesi altri soldi nostri senza che nessun politico risponda della ripetizione di errori, della mancata applicazione di un progetto realizzato da professionisti, pagato, approvato ed ignorato da vent’anni nelle sue parti più importanti.

Intanto il centro di Gorizia, resterà in balia dell’abuso dell’automobile, perché favorito da amministratori incapaci di vedere un futuro urbano migliore del presente. Avanti adagio, quasi indietro.

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