«Ancora troppe fibre di amianto nella nostra acqua potabile»

«Ancora troppe fibre di amianto nella nostra acqua potabile»

La lettera

«Ancora troppe fibre di amianto nella nostra acqua potabile»

Di Luigino Francovig • Pubblicato il 07 Feb 2022
Copertina per «Ancora troppe fibre di amianto nella nostra acqua potabile»

Ci scrive Luigino Francovig, lanciando ancora una volta l'appello ai sindaci per velocizzare la sostituzione delle tubature in cemento amianto nel territorio.

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Sono un cittadino con la carta di identità ingiallita, mi rivolgo a Voi, quali “proprietari” del CAFC e quali “responsabili” della salute dei cittadini, perché il 22 marzo, giornata mondiale dell’acqua, non scorra invano, ma diventi un’occasione per una scelta politica sulla prevenzione, per un’acqua sicura senza fibre di amianto. La mia generazione che è stata esposta, porta dentro le fibre, conosce i pericoli, vede morire ogni giorno i compagni di lavoro, ha il dovere morale verso i figli e nipoti di pretendere un intervento risolutivo.

Sul tema acqua, ampio e complesso, siamo ai titoli di coda per la scarsità, per maggiori necessità nel futuro, per l’inquinamento, tutte emergenze a cui vanno fatte scelte politiche radicali. Con questa lettera sono a porre la questione dell’acqua potabile utilizzata da tutte le persone di tutte le età per bere, lavarsi, lavare gli indumenti, cucinare, annaffiare i prodotti che mangiamo, per trasformare i prodotti. Un utilizzo e un’ingestione molto ampia. Questa acqua arriva nelle nostre case tramite tubi, che per il 18%, circa 800 Km in Prov. di Udine, sono di cemento amianto. Questi tubi hanno più di 40 anni, sono in uno stato di conservazione inadeguato, il loro percorso segue le strade dove i veicoli che passano sopra sono moltiplicati e aumentati di peso creando vibrazioni, inoltre siamo una area sismica.

Gli studi fatti negli ultimi 20 anni, e l’esperienza maturata con il terremoto dell’Emilia Romagna confermano che: l’ingestione delle fibre di asbesto è “esposizione primaria” come l’inalazione, che esistono prove sufficienti per la cancerogenicità di tutte le forme di amianto per l’uomo. Ci dicono che va applicato il “principio di precauzione” facendo interventi radicali e risolutivi. Il lavoro fatto dagli amministratori dell’ex Provincia Di Gorizia sta a dimostrare la fattibilità, senza gravare sulle bollette dei cittadini. Di notevole importanza anche la riduzione al minimo delle perdite di acqua, oggi al 34-37% e il lavoro creato a livello locale.

Il tema è stato più volte posto, il Friuli settembre 2015, il Messaggero Veneto 22 marzo 2020 e 3 gennaio 2021, ma non ha trovato seguito, sottovalutato. Il direttore generale di Cafc Massimo Battiston nel suo intervento al convegno organizzato dall’Irisacqua nell’aprile 2021, su: Acqua: un futuro da costruire senza cemento amianto, ha illustrato la normale manutenzione e altre emergenze su cui intervenire. Di progetti per la prevenzione niente. La ricerca e la scienza messe nel cassetto forse perché le conseguenze non sono immediate. Eppure, in quel convegno è stato presentata un’esperienza unica in Italia, fattibile. Tema che fa parte del Piano Regionale Amianto.

Tutto a posto? No! Sono oltre cento le leggi tra nazionali e regionali che regolano l’acqua potabile in Italia, ma nemmeno una che fissi i limiti delle fibre di amianto. Chiedo un intervento sui Parlamentari regionali per definire un limite di fibre tali da non mettere in pericolo la salute; definire un metodo uniforme di analisi; definire la cadenza delle analisi; definire come vengono trattati i tubi dismessi.

Oggi le conoscenze sono pubbliche, per il vostro ruolo di “proprietari” e di “responsabili”, spetta solo a Voi prendere decisioni politiche per la prevenzione, per mettere come prioritaria la salute dei cittadini. Faccio appello perché il 22 marzo 2022 venga costruito un patto generazionale per un’acqua sicura.

Maxi progetto di Irisacqua, cantieri in una strada su quattro a Gorizia

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