AL GAZEBO DI COALIZIONE
La Lega attacca Moretti sui «No detti a Monfalcone» nel tempo: «Valgono 136 milioni»

Cisint, Fasan e Calligaris puntano il dito contro l’avversario messo sotto accusa per il diniego agli investimenti cittadini e sulla linea con Fincantieri. I sospetti sulla campagna di Konate.
Muniti di calcolatrice alla mano, nel pomeriggio di oggi, mercoledì 9 aprile, si doveva parlare solo di tutti i «no detti a Monfalcone» dal candidato avversario di centrosinistra Diego Moretti, invece la Lega – protagonisti Fasan, Cisint e Calligaris – ci ha aggiunto anche la linea di indirizzo data dal partito sulla navalmeccanica e «i finanziamenti alle moschee abusive e alla campagna elettorale» di Konate. Si è partiti dal secondo tema sul quale la capolista leghista Anna Cisint ha fatto un’integrazione rispetto a quanto dichiarato ieri dal suo leader Matteo Salvini il quale riferendosi a Fincantieri, grande azienda a partecipazione pubblica, ieri sera ha riferito: «Non può fare ricavo privato e poi la sera sono i cittadini e le periferie di Monfalcone a pagare dazio».
Quindi, sempre il ministro ieri sera in piazza della Repubblica: «Solleciteremo con ancora maggior forza, assieme ad Anna, che la maggior parte di quella ricchezza vada alle aziende, ai disoccupati e agli operai del territorio». Una linea emersa anche al congresso di partito a Firenze e sulla quale Cisint è voluta tornare con l’obiettivo di richiedere – per legge s’intende - di «far sviluppare la cantieristica nazionale in maniera equilibrata». Perciò «no a manodopera a basso costo» e «valutare i fabbisogni rapportati ai cambiamenti tecnologici e sociali». Secondo la candidata, la grande fabbrica deve anche promuovere il valore del lavoro «investendo in formazione e tecnologia» e mettere in campo un nuovo modello organizzativo tenendo conto delle sue ricadute sociali. Come? «Con la creazione di società consortili partecipate da Fincantieri» su ambiti specifici e «promuovendo una rinnovata capacità di dialogo con le istituzioni locali e regionali per vedere applicata la responsabilità sociale d’impresa».
Andiamo ora a quello che doveva essere il primo punto. Di questo ne ha parlato Calligaris secondo il quale Moretti – nella veste di consigliere regionale – avrebbe fatto perdere a Monfalcone circa 136 milioni di investimenti. Citando i passaggi in materia dai vari giornali locali, il capogruppo regionale della Lega snocciola i numeri delle risorse a cui il dem avrebbe rinunciato e che qui vi riassumiamo: i 25 milioni a favore dell’escavo del Porto con il conseguente voto contrario alla norma istitutiva del commissario regionale per escavi e dragaggi, i 20 milioni di fondi Regionali per la realizzazione del Campus Scolastico di via Grado, gli 80 milioni complessivi per la riconversione della Centrale A2A (comprensivi del valore riferito agli interventi compensativi dall’accordo tra società e Comune ed infine, gli 11 milioni della Regione – derivanti dalla Concertazione 2020 - sul Piano Integrato di Sviluppo collegati alla costruzione della piscina termale collegata al Polo Nautico, al Museo naturalistico multimediale del Carso e al Parco del Mare3D. Calligaris ha così certificato «un accanimento del consigliere regionale dem su qualsiasi misura che interessasse Monfalcone». «Lo ha fatto semplicemente per partito preso dando continuamente contro al centrodestra in Regione» motiva il capogruppo del Carroccio.
Su Moretti affonda pure Cisint definendo la sua candidatura «gravissima rispetto a quello merita la città». «Lui dà contro alla città – commenta l’ex sindaco – perché si candida qui? Torni a Capriva».
Per Cisint, in realtà Moretti «punta alla Provincia» e «sta usando la città scappando dalla verità». Sintetico è stato il candidato Fasan secondo il quale l’avversario avrebbe «incassato solo colpi» alla serata organizzata dalle Acli a San Nicolò «uscendone con le ossa rotte». Se ai più il ballottaggio pare un miraggio, Fasan ci ha tenuto a precisare con una certa cautela: «È altamente improbabile ma non impossibile». E chiudendo: «La città si vergogna di una simile candidatura». «Il coniglio che scappa è Moretti che in Regione non ha votato contro la sottomissione delle donne – riprende Cisint – lui e il centrosinistra sono quelli dei poteri forti, quelli che si inginocchiano davanti a Fincantieri e alla radicalizzazione islamica». Rispetto ai dubbi sulle «moschee abusive» e alla regolarità della campagna elettorale di Bou Konate, il riferimento è andato - ancora una volta – ad un presunto «collegamento con il sistema di estorsione» e a procedimenti penali che interesserebbero alcuni suoi sostenitori e candidati di lista sui quali sarà solamente la Magistratura ad esporsi a pieno titolo.
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