Lavori al sagrato della chiesa a San Canzian nell'occhio dell'opposizione: «Chiarezza sulle rimozioni»

Lavori al sagrato della chiesa a San Canzian nell'occhio dell'opposizione: «Chiarezza sulle rimozioni»

La richiesta

Lavori al sagrato della chiesa a San Canzian nell'occhio dell'opposizione: «Chiarezza sulle rimozioni»

Di Ivan Bianchi • Pubblicato il 12 Ott 2024
Copertina per Lavori al sagrato della chiesa a San Canzian nell'occhio dell'opposizione: «Chiarezza sulle rimozioni»

Presentata un'interrogazione sull’avvenuta rimozione delle pietre e sulle autorizzazioni. Il sindaco Fratta ribadisce, «tutto regolare».

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È una richiesta di chiarimenti, quella avanzata dai gruppi consiliari Con Silvia Fare Centro, Lista Civica La Nuova San Canzian e Lista Civica Svolta Ecologica che hanno depositato un’interrogazione formale e una richiesta di accesso agli atti a San Canzian d’Isonzo in merito alle operazioni di restauro e rifacimento del sagrato della Chiesa dei Santi Martiri Canziani, sollevando una serie di dubbi sulla gestione dei lavori da parte dell’amministrazione comunale.

L’interrogazione nasce dalle segnalazioni di cittadini, tra cui quelle pubblicate dal Comitato Cantia Vera, che aveva denunciato «l’avvenuta rimozione delle pietre che costituivano l’antica soglia antistante l’entrata della Chiesa e la loro sostituzione con materiali di nuova generazione, in apparente contrasto con quanto previsto nel progetto iniziale di restauro». Le pietre in questione, come precisano i gruppi consiliari, hanno «indubitabilmente più di cent’anni di storia vissuta e avrebbero dovuto essere restaurate e conservate, come indicato nel piano presentato pubblicamente dall’amministrazione».

I consiglieri, infatti, ricordano che il progetto approvato dall’amministrazione comunale prevedeva il «restauro conservativo» delle pietre storiche e non la loro rimozione. A tal proposito, chiedono di sapere se il Comune di San Canzian d’Isonzo abbia ottenuto «il nulla osta della competente Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio del Friuli Venezia Giulia» per l'intervento e per la sostituzione delle antiche pietre con materiali moderni.

Oltre alla questione delle pietre storiche, nell'interrogazione viene riportata una segnalazione relativa a presunti danni al materiale durante i lavori. Secondo quanto emerge, «parte del pietrisco è andato irrimediabilmente danneggiato e depositato in via Otto Piante, dove avrebbe causato un incidente in cui una persona è caduta provocandosi diverse escoriazioni». I gruppi consiliari chiedono conferma di questo evento e spiegazioni sul perché, a seguito dell'incidente, l'amministrazione sia ricorsa a una ditta esterna per rimuovere il materiale di scarto e ripristinare la strada.

L'interrogazione solleva anche il tema della custodia e valorizzazione delle pietre rimosse. Durante una seduta consiliare del 22 luglio 2024, il sindaco aveva assicurato che le pietre erano state «conservate», ma i gruppi consiliari chiedono ora di sapere dove siano custodite e quali azioni siano state intraprese per valorizzarle. Chiedono inoltre che l'amministrazione comunale fornisca «copia della deliberazione n.7 del 22 gennaio 2024"»con cui è stato approvato l'aggiornamento del progetto esecutivo e altre documentazioni relative ai lavori.

Emiliano Biasutto, Graziella Borgnolo, Giorgia Deiuri, Luigi Canciani e Silvia Caruso, firmatari dell’interrogazione, insistono sull'importanza di fare luce su queste questioni: «Chiediamo chiarezza e trasparenza sui lavori svolti e sulle autorizzazioni ottenute, affinché la cittadinanza sia informata in modo completo e corretto. Il nostro modo di fare opposizione – così Caruso – è assai meno tossico di quanto ho dovuto affrontare io durante i miei due mandati ma riteniamo che, su certe questioni, sia necessario chiedere spiegazioni».

Smentisce categoricamente, da parte sua, il sindaco Claudio Fratta: «Ieri stamattina abbiamo avuto un incontro con il Rup e l’ufficio tecnico», racconta. «Nel momento del rifacimento del sagrato vi erano una serie di pietre di diverse età. Quelle storiche sono state riutilizzate per l’ingresso laterale della chiesa perché sistemarle nuovamente di fronte avrebbe comportato un pavimento sconnesso. Il tutto è stato realizzato secondo le indicazioni della Soprintendenza».

Per quanto riguarda il materiale, «la terra di risulta degli scavi è stata recuperata e, dopo il controllo da parte degli esperti archeologici, è stata utilizzata per coprire le buche in via Otto Piante», conclude.  

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