L'AGITAZIONE
Lavoratori in sciopero a Portorosega, politica solidale in porto a Monfalcone
L'adesione è stata molto alta. I portuali richiedono tutele su organici, sicurezza, salari, salute e condizioni interne di lavoro. Solidarietà trasversale.
Si conclude in queste ore il presidio dei lavoratori portuali di Portorosega a Monfalcone. Con oggi, le giornate di sciopero sono quattro. Lo sciopero ha interessato le sigle sindacali di Uiltrasporti, Filt Cgil e Fit Cisl. Al centro dell’agitazione sindacale ci sono stati i temi della scarsità di organico, dei livelli di sicurezza e dei salari bassi. L’adesione – nello specifico, quella della giornata di ieri – è stata molto alta.
«Dopo oltre 6 mesi di trattative siamo ancora ben lontani dal poter dare risposte concrete alle esigenze imprescindibili dei portuali italiani in merito al pieno recupero del potere d'acquisto e all'adeguamento normativo» commentano attraverso l’Ansa il segretario generale Marco Verzari e il segretario nazionale Giuliano Galluccio della Uiltrasporti motivando l'ennesima interruzione della trattativa per il rinnovo del contratto collettivo nazionale dei porti, scaduto a dicembre.
E ancora, i sindacalisti: «Il comportamento delle controparti, che appaiono quanto mai divise, ci spinge quindi ad attivare ulteriori forti iniziative di protesta». Nello specifico, per quanto riguarda lo stabilimento monfalconese, tra le questioni aperte, ci sono anche la scarsità dei dispositivi di scurezza, l’illuminazione inadeguata dei luoghi di lavoro, la condizione di degrado delle banchine e della viabilità interna. Non manca la solidarietà della politica che, in maniera trasversale, ha incontrato i portuali. Tra gli intervenuti nella giornata di ieri, il consigliere regionale del Pd Diego Moretti che chiede di riconoscere gli aumenti contrattuali ai lavoratori.
«Il settore portuale, uno degli assi portanti dell'economia regionale e italiana, non può lasciare indietro i propri lavoratori – afferma il dem - le loro condizioni lavorative ed economiche devono essere migliorate e per questo è necessario trovare un accordo tra le parti sul rinnovo del contratto nazionale. Esprimo dunque la piena solidarietà e il sostegno ai lavoratori portuali nella loro battaglia sindacale per una migliore situazione retributiva». «L'appello dei sindacati per un aumento economico utile al recupero del potere d'acquisto perso e gli ulteriori miglioramenti delle condizioni di lavoro e degli standard di sicurezza – conclude Moretti - oltre a una implementazione del sistema di welfare, sono condizioni che auspichiamo le istituzioni sostengano con forza nella trattativa con le parti datoriali».
Stamane, anche il sindaco ed europarlamentare Anna Cisint ha ascoltato le istanze dei lavoratori. «Le motivazioni che mi sono state esposte – dichiara Cisint – attengono non solo al recupero salariale, ma anche a questioni di fondo come quelle della sicurezza e di maggiori tutele che attengono alla salvaguardia della dignità di chi opera in questo cruciale comparto. Per questo, nei prossimi giorni sarò di nuovo allo scalo per affrontare i temi legati proprio alla sicurezza, agli asfalti della banchina e all’illuminazione fondamentale durante le operazioni notturne ma anche all’abbattimento delle polveri. Lo faremo assieme a tutti i referenti del sistema portuale in modo da affrontare gli interventi urgenti necessari. Nel contempo non posso che auspicare che le parti datoriali e sindacali trovino l’accordo per rinnovare il contratto».
Esprimono solidarietà anche i consiglieri comunali Cristiana Morsolin e Alessandro Saullo de La Sinistra per Monfalcone. «Lo Sciopero non è soltanto un diritto Costituzionale, e come tale, decisivo ed inderogabile in democrazia – spiega Morsolin - è anche uno straordinario strumento di lotta e di denuncia dei lavoratori. Lotta per salari migliori, per condizioni di lavoro dignitose e per il pieno riconoscimento dei propri diritti». Secondo l’esponente dell’opposizione in Consiglio comunale, l’agitazione portata avanti è «denuncia del malessere diffuso tra i lavoratori, del bisogno di formazione e sicurezza». «È uno strumento di unione e di responsabilità – conclude Morsolin - ogni ora di sciopero è un'ora in meno di paga, ma un pezzo in più di democrazia».
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