La patrona
La Bisiacaria celebra la Madonna della Salute: «Guardare alla sofferenza e all'altro»
Monfalcone, Pieris e Fogliano si sono ritrovate nel pomeriggio. Partecipate le celebrazioni.
La Bisiacaria celebra la Madonna della Salute. Una patrona che, per Pieris e Monfalcone, si radica ai tempi della peste seicentesca, così come per Venezia, mentre per Fogliano nella Prima Guerra Mondiale, con la prima processione nel 1914. Così anche per il 2022 le tre comunità bisiache hanno rinnovato i voti.
A Monfalcone le sante messe festive sono state officiate al mattino in tutta la città. Nella chiesa del SS Redentore di via Romana è stata ricordata la Virgo Fidelis, protettrice dell'arma dei Carabinieri. Alle 14.30 nel duomo di Sant'Ambrogio, ha avuto luogo la santa messa solenne presieduta da don Giulio Boldrin e concelebrata dal clero decanale. "A Maria, Madonna della Salute, chiediamo che ci guarisca dai campanilismi, dalle contrapposizioni che possono abitare nella nostra comunità - sono state le parole del celebrante in uno dei passaggi salienti dell'omelia - chiediamole la grazia di crescere nello spirito del servizio e della corresponsabilità. Noi saremo grandi nella chiesa quando la sentiremo nostra e ci atteggeremo a servi, ossia a persone che non cercano potere, onori e riconoscimenti, ma ambiscono a donarsi con generosità nei vari ministeri".
E ancora don Giulio: "Maria ci faccia comprendere, la Madre di Gesù, che tutti i battezzati devono vivere e stimarsi a vicenda e portare i pesi gli uni degli altri. Maria ci faccia guarire dalla timidezza, dal trattenerci nel dono agli altri, dalla paura di dirci e di essere cristiani. Ci aiuti a guarire da un’esistenza cristiana divisa, ossia recante in sé quella frattura tra fede e vita quotidiana che fa perdere il senso di appartenenza alla propria comunità. Camminare insieme anche nella nostra città. Monfalconesi “storici” nati sotto la Rocca da generazioni e nuovi arrivati; cristiani, di altre fedi o non credenti; donne e uomini, anziani e giovani. Insieme impegnati per il bene di un’umanità che si riconosce sempre più fraterna". Al termine del rito, si è snodata la processione con la statua della Madonna per le vie del centro cittadino. Al momento di festa erano presenti molti fedeli provenienti da tutto il Mandamento, il sindaco Annamaria Cisint con alcuni assessori, le autorità e la banda civica città di Monfalcone.
A Fogliano, invece, a celebrare la santa messa delle 14.30, preceduta alle 10 da quella dedicata alla Virgo Fidelis alla presenza dei carabinieri del Comando, è stato il parroco di Romans d’Isonzo, monsignor Michele Centomo assieme al parroco, don Giorgio Longo, don Nadir Pigato, don Lucio Comellato e don Umberto Bottacin. “Questa vita è la nostra salute, la nostra salvezza. Celebriamo nella devozione popolare la Madonna della salute, colei che ha donato a noi il medico delle anime e dei corpi, che si prende cura della nostra angoscia. “Domandiamo salute e riceviamo ben di più. Questo Dio che ci tratta da persona a persona, si è coinvolto teneramente con noi nel suo amato Figlio con l’intercessione di Maria”, ha ricordato nell’omelia monsignor Centomo.
“Chi di noi è esente da situazioni di sofferenza, di dubbio, di difficoltà di ogni genere e tipo, di malattia, di incomprensione, di rottura dei rapporti, talora di umiliazione, o della morte dei propri cari? Nessuno. Tutti viviamo situazioni come queste, nessuno escluso. Ma non tutti riescono poi ad alzare lo sguardo verso il cielo per gridare la loro situazione. Anche se un bambino non si esprime pienamente quando qualcosa non va, gli occhi attenti di una mamma sanno osservare e farsi carico anche di quella sofferenza che non viene esplicitata, perché una mamma ama a 360° gradi ed assume su di sé la situazione dei figli. Maria fa questo con ognuno di noi. Ci dice solo: “Sono qui per te”, ci ascolta, ci attende”, ha concluso monsignor Centomo prima di guidare la processione per le vie del paese, accompagnati dallo scampanio festoso dei Campanari bisiachi.
A Pieris, infine, due le celebrazioni con il paese in festa addobbato da bancarelle e dolciumi per i più piccoli. Alla mattina la messa celebrata dal parroco, don Francesco Fragiacomo, al pomeriggio dal vicario generale, monsignor Armando Zorzin. Nell'omelia delle 15 il celebrante ha ricordato la visita di Maria a sua cugina Elisabetta, del confronto tra le due donne di età differenti che si aiutano. “Entrambe rappresentano il Magnificat che equivale all'annuncio di una vita nuova. È quello sarà poi il Vangelo che parla nelle sue pagine dei sentimenti della giustizia politica e della giustizia sociale. Le pestilenze di ieri, quelle antiche come quella del 1630 a Venezia - ha ricordato monsignor Zorzin - sono state vinte nel tempo dalla scienza. Oggi abbiamo altre pestilenze: manca la famiglia, mancano i rapporti di vicinato e il lavoro, e c'è la guerra". In conclusione, il vicario generale ha esortato i fedeli a seguire Maria come i servi delle nozze di Cana per continuare ad avere il vino della festa della vita".
Foto di Serena Queirolo e Vanni Feresin.
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