L'anniversario
Juventina fa 75 anni, la grande festa dopo il trionfo in Promozione
Tantissimi al campo per il compleanno e festeggiare la vittoria del campionato. La festa.
Un compleanno speciale festeggiato con un grande traguardo. Ieri sera, la Juventina Sant’Andrea ha “soffiato” su 75 candeline, insieme a tifosi e vecchie glorie che in questi decenni hanno militato nelle file della squadra di Gorizia. Un’occasione arricchita dalla vittoria nell’ultimo campionato di Promozione, con la formazione biancorossa che ha terminato il girone B alla testa con 70 punti e l’accesso diretto all’Eccellenza. L’ultimo successo di una formazione che fa parte della storia sportiva cittadina.
Al campo sportivo di via del Carso, si sono ritrovati così circa un centinaio di ex calciatori, nonché tanti ragazzi che attualmente militano qui dalle giovanili alla prima squadra. Presente anche il sindaco Rodolfo Ziberna, che da ragazzo vestì qui i guanti da portiere, portando il saluto dell’amministrazione comunale. La ricorrenza è stata aperta dalle parole di don Fulvio Marcioni, decano della diocesi, e don Carlo Bolčina, sacerdote del rione, per ricordare in particolare chi ha lasciato un segno nella società e oggi non c’è più.
“Nello sport - le parole di don Fulvio, che su quel campo è sceso anche come arbitro - le regole, il rispetto dell’avversario, la competizione, l’allenamento, piccole e grandi sacrifici delle famiglie, dei ragazzi e dei dirigenti rendono ancora bello il trovarsi e l’essere assieme. Dirsi in comunione. Qui si incrociano tradizioni e lingue diverse, ci fa riconoscere come figli di Dio”. Il parroco ha quindi ricordato il nome di Carlo Bruno, il cui nome campeggia sulla tribuna dell’impianto, che da vicepresidente ha dedicato la vita alla squadra.
C’è stato poi il ricordo di Paolo Padovani, giovane venuto a mancare diversi anni fa e che nella bara indossava la tuta della Juventina. Fu portato a spalla dai giocatori della Juniores, dove lui militava quell’anno, con un torneo a lui poi dedicato. “È un esempio di quei ricordi preziosi che portano luce e vero calore che resistono nel tempo” ha concluso il decano. Parole condivise da don Carlo, che nel suo intervento in sloveno ha rievocato altri aneddoti e figure che si sono succedute nel corso dei 75 anni, tra cui don Zvetko “Fioretto” Zbogar.
Cappellano nel quartiere dopo il 1945, che non mancava di giocare con i ragazzi: “Fu quello che diede le prime radici a questa società”. La festa ha visto la partecipazione anche delle altre squadre dei comuni di minoranza slovena, a partire dal Sovodnje di Savogna d’Isonzo e il Mladost di Doberdò del Lago, con cui non sono mancati i derby ma in questa occasione si è dimostrata tutta la vicinanza tra le rispettive squadre. Sicuramente, dopo l’estate tornerà invece la stracittadina con la Pro Gorizia, che mancava dalla Promozione.
Dopo le consegne dei riconoscimenti alla memoria, a cominciare da 12 presidenti che oggi non ci sono più: Mario Sušić, Vence Bastiani, Jožef Brainik, Viljem Šuligoj, Claudio Ožbat, Nino Nanut, Milan Pelicon, Aldo Tabaj, Giulio Vidoz, Dino Roner, Danilo Nanut e Lado Marchi. Ricordati anche tanti dirigenti, vicepresidenti e collaboratori che si sono alternati, mentre in campo si sono sfidate quattro squadre con vecchie glorie e attuali forze biancorosse, tra cui Andrea e Moreno Trevisan, Dario Kovic.
Presenti anche “fischietti” storici, tra cui - oltre allo stesso don Fulvio - anche Marino Comelli e Alessandro Ippolito, nonché Giuseppe Tarantino, Franco Conzutti e Stefano Sorge. Nomi che hanno diretto gare in Serie C e D fino ai primi anni Duemila e sono stati tra le bandiere dell'allora sezione di Gorizia.
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