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Il ministro Tajani a Gorizia, «controlli al confine ma frontalieri saranno tutelati»
Il vicepremier e ministro degli Esteri Tajani ha svelato il francobollo oggi in municipio, «Gorizia simbolo di pace». L'annuncio sui controlli al confine.
L’annuncio fatto sul palco del congresso della Svp a Merano nei giorni scorsi è stato confermato oggi, martedì 7 maggio, a Gorizia. L’Italia prolungherà lo stop al Trattato di Schengen con la Slovenia, andando oltre l’iniziale scadenza del 18 giugno. Lo ha annunciato il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, presente in municipio per svelare il francobollo dedicato ai 20 anni della caduta del muro di Gorizia, avvenuta nel 2004: «Vorremo prorogarlo il meno possibile, ma non dipende dalla nostra volontà». Probabile il proseguo per ulteriri 6 mesi.
L’esponente del governo, interrogato a proposito anche dal sindaco Rodolfo Ziberna, ha comunque assicurato che «i frontalieri saranno tutelati. Sono persone che la mattina vanno a lavorare da un lato all’altro del confine e tornano a casa la sera, saranno normali controlli di polizia». Cosa che, secondo Tajani, è già avvenuta in questi mesi e «il governo continuerà a garantire un corridoio privilegiato». Su come questa tutela si concretizzerà nei fatti per italiani e sloveni, però, non sono stati forniti dettagli precisi.
L’orientamento appare quello di mantenere la struttura attuale, con presidi ai valichi principali e controlli salutari e mirati su determinati tipi di veicoli e targhe. Rimane comunque un’ombra sul concetto di ‘città senza confini’ che sta alla base della Capitale europea della cultura 2025, ma lo stesso ministro ha rimarcato che «un maggior controllo è obbligatorio per la sicurezza di tutti quanti noi. Non abbiamo segnali di organizzazioni terroristiche vogliano colpire in Italia, ma è possibile il rischio di qualche lupo solitario».
La presenza dei controlli confinari è l’altra faccia della medaglia di un anniversario, quello che cadeva ufficialmente il primo maggio, che ha segnato invece la caduta della frontiera a Gorizia. Un fatto che sarà celebrato proprio nel francobollo, raffigurante il rosone al centro di piazza Transalpina realizzato da Franco Vecchiet e svelato dal coordinatore commerciale filatelia aree Centro Nord, Claudio Vescovi. Tirato in 250.020 copie in tutta Italia, costerà 3,15 euro e potrà essere usato per spider missive fino a 50 grammi.
A caratterizzare l’affrancatura, anche la scritta bilingue e le bandiere italiane e slovena. A spingere per questo riconoscimento è stato Carlo Giovanardi, ex ministro e oggi membro della commissione per i francobolli speciali. Lo stesso, sottolineando la presenza delle due lingue, ha auspicato che la stessa cosa venga fatta sui francobolli in Croazia e Slovenia: «Così si restituisce dignità alle minoranze». Ha quindi annunciato che la marca verrà inserita in copertina nel prossimo numero dell’importante Catalogo Sassolo.
Nella cornice della Sala Bianca, sono state diverse le istituzioni accorse per l’occasione. A portare i saluti del Ministero delle Imprese è stato Tonino Di Gianantonio, già segretario comunale qui per nove anni, che ha invitato l’amministrazione a presentare idee per la Giornata del made in Italy del 2025. Dal canto suo, il sindaco Ziberna ha rimarcato che «il confine che per decenni ci ha separato, propaggine della Cortina di ferro, ci ha consentito di ricevere il prestigioso riconoscimento di Capitale europea della cultura insieme a Nova Gorica». Tajani ha quindi auspicato che «Gorizia possa entrare nella testa di molti come simbolo di pace».
Non c’era però alcun rappresentante di Nova Gorica o della Slovenia in sala, complice i preparativi di queste ore per la grande festa nazionale dell’Europa in programma tra pochi giorni in città. Rispondendo quindi alla domande dei media, Tajani si è soffermato anche su altri temi comunitari, tra cui l’idea di Macron di inviare truppe miste in Ucraina: «Non ne abbiamo mai parlato né nell’Unione europea, né nella Nato. Non siamo in guerra contro la Russia, il materiale anche militare inviato è destinato a usare solo dentro i confini ucraini».
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