Istat, Monfalcone a vocazione marittima: 220mila turisti entro Capodanno

Istat, Monfalcone a vocazione marittima: 220mila turisti entro Capodanno

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Istat, Monfalcone a vocazione marittima: 220mila turisti entro Capodanno

Di Salvatore Ferrara • Pubblicato il 14 Ott 2022
Copertina per Istat, Monfalcone a vocazione marittima: 220mila turisti entro Capodanno

Presentati questa mattina i numeri. Cisint: «La città scommette sul turismo marittimo».

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Sono stati numeri di rilievo quelli presentati questa mattina dal sindaco Annmaria Cisint affiancata dall’assessore al marketing territoriale Luca Fasan. Cifre che sono utili a comprendere tutta una serie di prospettive sulle quali la città di Monfalcone potrà contare. La città “lievita” in termini di crescita su tanti fronti: nautica, cultura, litorale, Carso e molto altro. La notizia del giorno risulta essere questa: Monfalcone è ufficialmente diventato un punto d’approdo del viaggio marittimo.

Il mare entra in città – e non è una catastrofe naturale - ma un dato di fatto emerso dallo studio dei dati Istat contenuti in un documento che il sindaco Cisint ha chiesto ai suoi uffici di analizzare e studiare. Stiamo parlando dei numeri delle presenze (di almeno una notte) a Monfalcone. “Erano 125mila nel luglio scorso – spiega Cisint – e si stima che, in prospettiva, al 31 dicembre raggiungeranno le 220mila unità”. La fonte di questi dati è Promoturismo Fvg. Nel 2019, le presenze raggiunsero di poco più le 200mila, nel 2020 calarono a 129.257 e nel 2021 si sono attestate a 193.450.

“Partendo da questi dati – commenta il sindaco – abbiamo fatto un esame della strada intrapresa dalla nostra amministrazione. Monfalcone è classificata dall’Istat come comune turistico a vocazione marittima”. Sono statti tre i criteri di analisi cioè gli indicatori che il sindaco ha fatto conoscere alla stampa nell’incontro di stamane. La dotazione delle infrastrutture ricettive, i flussi turistici e le attività economiche correlate a questo tipo di economia.

Analizzando in ordine i tre indicatori, il primo si attesta il massimo livello (denominato “P5”); il secondo parimenti mentre il terzo fornisce un dato basso e migliorabile (“T2”). “Proseguiamo sulla Monfalcone che scommette sul turismo marittimo – sono le parole del sindaco – dove la cura del litorale e il posizionamento sulla costa sono fondamentali”.

Le presenze turistiche in città sono quindi aumentate e la premiano. Per Cisint si sta andando nella direzione corretta e la situazione è ulteriormente migliorabile grazie alla collaborazione di molti altri attori. “Nei prossimi giorni formalizzerò una comunicazione che invierò alla Regione, alle attività economiche, alla Rai, all’Ascom e ad altri soggetti per informare loro su questi temi riepilogando questi importanti dati.

Il litorale, il termalismo, il Carso, la crocieristica, il turismo a due ruote e i tanti aspetti naturalistici del territorio dovranno così rientrare ed arricchire la campagna di comunicazione della Regione. Cisint ne è convinta: quel parametro “T2”, nel lungo termine, diventerà un “T5”. Si darà quindi il massimo anche in termini di attività economiche connesse al turismo del mare così da migliorare nel comunicare le opportunità per aumentare la redditività delle imprese locali.

La visione è ampia. Monfalcone attiverà sinergie con i comuni di Grado, Aquileia, San Canzian e Duino - Aurisina per quanto riguarda il patrimonio storico; con Staranzano per il patrimonio rappresentato dall’Isola della Cona; con Doberdò del Lago – e non solo - per condividere scelte e azioni a tutela del Carso e con Ronchi dei Legionari che conta sul polo intermodale dei trasporti.

“Andiamo gradualmente verso approdi più sicuri che ci permetteranno di attrarre target maggiormente remunerativi anche per le giovani generazioni” ha così concluso il primo cittadino. Monfalcone allora si apre prima verso il Carso che non deve considerarsi una barriera; ora guarda al mare, alla sua economia e alle sua potenzialità. Senza poi dimenticare le terme che non sono delle periferie. Non esistono allora confini ma opportunità geografiche. Dati alla mano, questi fanno ben sperare.

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