Isontino, un masterplan per il cicloturismo cittadino di 25 comuni: investimento da 15 milioni

Isontino, un masterplan per il cicloturismo cittadino di 25 comuni: investimento da 15 milioni

IL PROTOCOLLO D'INTESA

Isontino, un masterplan per il cicloturismo cittadino di 25 comuni: investimento da 15 milioni

Di Daniele Tibaldi • Pubblicato il 28 Nov 2024
Copertina per Isontino, un masterplan per il cicloturismo cittadino di 25 comuni: investimento da 15 milioni

Presentato lo studio di fattibilità per realizzare i primi otto percorsi ciclopedonali nell'area isontina. Amirante: «Percorsi virtuosi per economia e territorio». Il commento degli amministratori.

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Il cicloturismo come elemento cardine per la crescita economica e culturale del territorio. Per realizzare questo obiettivo 37 Comuni – di cui 25 sono nella provincia di Gorizia e 12 in quella di Udine – hanno creato una rete per costituire un Protocollo d’intesa con la Regione autonoma Friuli Venezia Giulia, gli Edr di Gorizia e Udine, la Camera di commercio della Venezia Giulia, i Consorzi di Bonifica della Pianura friulana e della Venezia Giulia, il Consorzio di sviluppo economico della Venezia Giulia, il Gect Go, Promoturismo Fvg, Trieste Airport e l’Apt Gorizia. Il tutto partendo da un progetto sviluppato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia (Carigo) nel 2021: il “Masterplan per la valorizzazione della fruibilità ciclopedonale del territorio di Gorizia attraverso la messa a sistema di infrastrutture, progetti e servizi e la definizione di un modello di gestione”.

Grande soddisfazione da parte del presidente della Fondazione Carigo, Alberto Bergamin, che, insieme all’assessore regionale alle Infrastrutture Cristina Amirante, ha partecipato questo pomeriggio a un incontro – nella sede goriziana della Carigo – con i rappresentanti di tutti gli enti coinvolti per fare il punto della situazione. «Quando tre anni fa l’idea nasceva nella testa della Fondazione – così Bergamin – la Regione ne aveva fin da subito compreso l'importanza strategica. Un riconoscimento che ha portato, oggi, al finanziamento di uno studio di fattibilità mettendo 15 milioni di euro di spesa a bilancio».

«La Regione crede molto nel cicloturismo e nell’importanza delle sue infrastrutture – conferma Amirante – guardando a esempi virtuosi come l’Alpe Adria Radweg, in grado di innescare percorsi virtuosi per l’economia e per il territorio. Il caso di Pontebba è clamoroso, con un numero impressionante di ciclisti all’interno del comune anche nella stagione invernale». L’auspicio dell’assessore regionale, quindi, è che «i processi virtuosi avviati con Go!2025 a favore del territorio diventino strutturali e lascino un segno permanente nel tessuto economico e sociale».

Lo studio di fattibilità
Per realizzare il progetto – soprattutto nella sua fase attuativa – sarà costituito un Comitato di coordinamento permanente del cicloturismo, del quale farà parte la stessa amministrazione regionale. Stando allo studio di fattibilità – illustrato dagli ingegneri Chiara Di Marco e Fabio Gon– si comincerà con la creazione di otto percorsi ciclopedonali dell’area isontina, tutti connessi con la Rete ciclabile regionale; le direttrici sono state scelte anche tenendo in considerazione gli itinerari di altri piani e progetti sovracomunali già esistenti.

In questa fase sono previsti interventi in ventidue comuni, lungo i seguenti itinerari: Palmanova-Viscone-San Giovanni al Natisone (Direttrice 1), Palmanova-Viscone-Cormons (Direttrice 2), Palmanova-Viscone-Gorizia (Direttrice 3), Romans d’Isonzo-Gorizia (Connessione 4), Palmanova-Romans d’Isonzo-Villesse (Direttrice 5), Sagrado-Fogliano Redipuglia-Ronchi dei Legionari-Monfalcone (Connessione 6), Redipuglia-San Pier d’Isonzo (Connessione 7 con Fvg5), Palmanova-Nogaredo al Torre-Fiumicello-Terranova (Direttrice 8).

Le osservazioni dei Comuni
Non sono mancati, nel corso dell’incontro, commenti e interventi da parte dei rappresentanti delle varie amministrazioni comunali coinvolte. Il più perplesso è stato il sindaco di Doberdò del Lago, Peter Ferfoglia, espressione di un’amministrazione diversa da quella che aveva seguito le prime fasi di sviluppo del Masterplan.

«Noto con grande rammarico – rileva il primo cittadino – che il mio comune, per cui il turismo è un settore molto rilevante, non è incluso nei vari itinerari presentati. Abbiamo una bellissima riserva, una ricchezza storica naturale enorme, e le ciclovie potrebbero aiutare a contenere anche il problema degli incendi boschivi: non solo in funzione di linee tagliafuoco, ma anche per il monitoraggio del territorio da parte dei turisti. Non abbiamo grandi capacità economiche per sopravvivere, per questo è fondamentale il supporto della Regione e della fondazione».

«Doberdò, per le caratteristiche del suo territorio, richiede una progettualità specifica, in grado da sola di assorbire l’intero budget di 15 milioni messo ora a disposizione», ribatte Amirante. «Il Masterplan era più ampio di questo studio di fattibilità – aggiunge Gon – e prevedeva un asse strategico da Sagrado a Gradisca, fino al Carso. Si tratta di una base da sviluppare in future perché si possa arrivare a Doberdò».

A preoccupare, invece, l’assessore ai Lavori pubblici di Romans d’Isonzo, Francesca Bellanca, è la questione della manutenzione stessa degli itinerari: «Abbiamo già un percorso sicuro e ben illuminato tra Romans e Villesse, eppure vedo che è stata fatta una scelta alternativa in mezzo alla campagna. Chi si occuperà della preservazione della pista?». In risposta, l’assessore regionale fa intendere che sarà Fvg Strade, la società controllata dalla Regione, a garantire un adeguato stato di manutenzione dei vari tracciati. Il tutto nello spirito dello sviluppo armonico dell’intera infrastruttura delle ciclovie alla base del Masterplan.

Armonia che si estenderà anche alla segnaletica, come auspicato dall’assessore di Savogna d’Isonzo Alenka Florenin. «Attualmente non c’è uniformità nella segnaletica a livello nazionale, ma certamente si può utilizzare l’esperienza di questo progetto per proporre una segnaletica unica a livello regionale. Sempre sperando che, nel frattempo, il Ministero non proponga a sua volta una nuova segnaletica che vanifichi il nostro lavoro», conclude Amirante.

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