le storie
Irina e Albina dall'Ucraina, Maria e Milan: le storie degli sfollati a Montesanto
_64bcf9ce79b33.jpeg)
In pochi hanno scelto di spostarsi nella sede della Protezione civile, le storie delle persone che hanno atteso la bonifica della bomba.
“Wrong”, cantano i Depeche Mode. Sbagliato, sbagliato. Come la guerra. Riaffiora dal passato, questa bomba della Seconda guerra mondiale, a monito. Proprio sul confine orientale, fra Slovenia e Italia, dove alcune ferite sono ancora aperte. A ricordarci che la guerra è sempre sbagliata. Ma le guerre continuano, la guerra è da qualche parte nel cuore dell’Europa. Lo testimoniano gli occhi bassi di Albina e Iryna Smirnova, sfuggite dai bombardamenti di Kiev e giunte due mesi fa a Gorizia. Sfollate da via Montesanto, dove sono state accolte, per approdare alla sede della Protezione civile, nel tremendo paradosso di un’altra bomba, questa volta da disinnescare.
“Chissà se la luna/ di Kiev/è bella/come la luna di Roma,/chissà se è la stessa/o soltanto sua sorella…”, scrive Rodari nella sua filastrocca. “Ma son sempre quella”, protesta la luna. La luna è uguale e gli altri siamo noi. Irina ha una sorella, rimasta a Kiev con i suoi due bambini. «La gente vive sottoterra, nella metropolitana», racconta in inglese. Sua figlia Albina riferisce che per il momento sono ospiti qui in Italia, insieme ad altri due bambini che si trovano al sicuro altrove, in Slovenia, lontano dalla zona di detonazione. Sono le ore 10:03, quando la ricetrasmittente del vicecoordinatore nelle mani di Stefano Bensa comunica che «le operazioni sono ufficialmente iniziate».
Bensa racconta come «gli sloveni stanno eseguendo le nostre stesse operazioni di evacuazione presso un centro di raccolta. Di solito si lavora in sintonia. Le opere di disinnesco sono appena iniziate, bisogna valutare quanto tempo impiegano. Se non hanno problemi dovrebbe tutto concludersi entro le ore 14. Se c’è qualche imprevisto, le opere di disinnesco continuano finché non è messa in sicurezza l’area». Fra gli sfollati c’è anche Milan Ivanisevic, vittima di un infortunio sul lavoro e con tre microfratture alle vertebre. Domiciliato in via San Gabriele presso la sorella, per sottoporsi alle cure del caso, a circa 400 metri dall’area dove è stata rinvenuta la bomba.
In attesa di tornare alla normalità, gioca con il cellulare per ingannare il tempo. La sorella è altrove, alla Protezione civile sono stati trasportati quanti hanno difficoltà motorie, o quanti non sanno dove altro andare, come Albina e Iryna. «Non ho paura», dice con il volto sereno. «È gente che fa il proprio mestiere, perché preoccuparsi? Possiamo stare tranquilli». Una situazione sotto controllo, rimarca anche Luca Piscopo, volontario della Protezione civile appena diplomato all’Isis D’Annunzio: «Dovrebbero farla brillare a momenti, alle 10 è partita la sirena. È stata sgombrata l’intera zona, abbiamo aiutato persone in difficoltà, tutto si sta svolgendo come previsto».
Poi c’è la signora Maria Bagattoni, costretta in carrozzina. Affranta per aver dovuto abbandonare il suo gatto a casa. Ariella Testa, presidente della Croce Rossa Italiana goriziana, racconta come l’abbia rassicurata: «Voleva rimanere a casa e secondo lei molte persone sono rimaste nella propria abitazione, ma io l’ho rassicurata che sono state tutte evacuate e che non c’è problema di eventuali razzie, perché polizia e carabinieri monitorano la zona». In piazzale Medaglie d’Oro, l’accesso che conduce alle vicine via Montesanto, via Palladio e via Mighetti è transennato e vigilato dalla polizia locale e dai vigili del fuoco.
“No trespassing”, sembra di leggere fra le righe del divieto d’accesso, come nell’incipit del “Citizan Kane”. Ma questo non è un film, è la realtà del passato che torna a farsi tristemente presente. Sono le ore 10:50, e il sinistro suono della sirena attraversa di nuovo l’aria, spostandosi sopra i tetti, sopra gli alberi, in alto nel cielo terso. Valicando ogni confine.
Rimani sempre aggiornato sulle ultime notizie dal Territorio, iscriviti al nostro canale Telegram, seguici su Facebook o su Instagram! Per segnalazioni (anche Whatsapp e Telegram) la redazione de Il Goriziano è contattabile al +39 328 663 0311.

_64bcf9ce795eb.jpeg)

_64bcf9ce79b33.jpeg)



Occhiello
Notizia 1 sezione

Occhiello
Notizia 2 sezione
