gli eventi
Invisible cities chiama l'arte contemporea e apre il Castello di Gradisca

La kermesse ritorna a Gorizia dal 31 agosto al 3 settembre e a Gradisca d’Isonzo dal 6 al 10 settembre, tra gli ospiti Max Casacci dei Subsonica.
Nove giornate per la nona edizione di Invisible cities. Il festival di arti contemporanee ritorna a Gorizia dal 31 agosto al 3 settembre e a Gradisca d’Isonzo dal 6 al 10 settembre, portando nelle due città prime nazionali e internazionali all’interno di un ricco programma che abbraccia numerose associazioni italiane e slovene. A guidare il tutto è il sodalizio Quarantasettazeroquattro, che ha presentato il calendario questa mattina a Gradisca con i nuovi spettacoli Atlante Isontino, Paesaggio sottile e Gradisca Cold Case.
“Questo è l’inizio di un triennio - ha esordito il direttore artistico Alessandro Cattunar - grazie al finanziamento regionale che ci permette di avere una programmazione più ampia. Si tratta di progettualità che avevamo sul tavolo da tempo”. Alla base di tutto, la volontà di offrire al pubblico più ampio possibile una “programmazione contemporanea, promuovendo nuove storie e racconti con produzioni che valorizzino giovani drammaturghi e sperimentare linguaggi con performance e attività”. Un percorso oramai consolidato.
L’evoluzione del festival, come sottolineato anche dalla sindaca Linda Tomasinsig, è andato di pari passo alla volontà dello stesso Comune di diventare sempre più riferimento per l’arte contemporanea. Su questo fronte, Cattunar ha evidenziato il rapporto rafforzato con Erpac e la Direzione cultura della Regione. Guardando quindi all’edizione 2023, sarà dedicato alle arti performative e ai linguaggi del contemporaneo, con performance e spettacoli accessibili e godibili per un pubblico ampio ma anche attenti alla sperimentazione.
Molti gli appuntamenti attesi in zona, anche con grandi nomi come quello di Max Casacci, chitarrista e fondatore dei Subsonica, che dialogherà con la scienziata Mariasole Bianco in un concerto-talk dedicato ai suoni della natura e alle riflessioni sul cambiamento climatico (sabato 9 settembre alle 21 al teatro gradiscano). A unire idealmente le città ospitanti sarà il fiume Isonzo, indagato come luogo simbolo per l’intera area, una linea che unisce e, al contempo, divide. Una novità è invece “Zero gradi di separazione”, dedicato all’inclusione.
Come spiegato dalla co-direttrice Miriam Paschini, si tratta di eventi ideati per coinvolgere il più possibile persone con disabilità ma anche per far capire a tutti cosa significhi vivere con esse. La rassegna “ARS. Arti relazioni scienze” focalizzerà invece l’attenzione sul dialogo tra linguaggi artistici e scientifici, mentre uno spazio ad hoc sarà dedicato ai più giovani con il teatro di figura e sociale, come il filone di Visioni future che ha visto protagonisti anche gli studenti delle scuole superiori della regione.
Parlando del rischio di una “frattura generazionale”, il presidente della Fondazione Carigo Alberto Bergamin ha evidenziato come “in questo territorio che affronta il 2025 non c’è una regia, ma ci sono realtà che colgono il loro spazio nel mosaico. Stanno nascendo spontaneamente cose molto importanti ed è fondamentale che le istituzioni sappiano coglierle”. Da più voci è poi emersa la necessità che il contemporaneo non spaventi più lo spettatore, evitando di realizzare kermesse che alla fine rimangono accessibili solo agli addetti ai lavori.
Tra le novità di quest’anno, anche l’uso di alcuni spazi, come la corte interna del Castello di Gradisca. Qui saranno allestiti il concerto Paesaggio sottile di Andrea Colbacchini e Treeorganico e la performance musicale Reconnection di Nino Errera (rispettivamente il 7 e 8 settembre, sempre alle 21.30). Spazio anche alla danza, grazie all’Atlante isontino, e a spettacoli ideati ad hoc per un pubblico di giovanissimi. Tutti gli eventi sono a ingresso gratuito, è raccomandata la prenotazione al 328 8535125, indicando nome, cognome, spettacolo e numero di biglietti.
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