gli eventi
Invisible cities apre al pubblico con disabilità, gli spettacoli a Gradisca
Una delle più importanti novità del 2023 sarà il focus dedicato all’inclusione, si parte mercoledì con lo spettacolo Let Me Be a teatro.
«Rendere accessibile un progetto culturale è un atto di civiltà». Partendo da queste parole di Miriam Paschini, co-direttrice di Invisible Cities, appare subito chiaro come «da questa edizione, il festival ha avviato un processo irreversibile per diventare un luogo di comfort, di sperimentazione e di libertà di partecipazione per tutto il pubblico. Questo processo è caratterizzato da piccoli ma decisi passi verso nuove responsabilità nella programmazione artistica in un'ottica di pari opportunità di partecipazione al nostro festival» a Gorizia e Gradisca d'Isonzo.
«Quest'anno abbiamo attivato concretamente l'accessibilità per ciechi e ipovedenti grazie l'audiodescrizione poetica, e stiamo imparando e sperimentando assieme ai nostri ospiti la gestione degli strumenti tecnici e l'adeguata attenzione nell'accoglienza del pubblico disabile». Una delle più importanti novità del 2023 sarà infatti il focus dedicato all’inclusione delle persone con disabilità nella progettazione culturale. “Zero gradi di separazione” è il progetto che è partito a inizio anno, con una formazione per gli operatori dello spettacolo dal vivo della Regione, anche grazie al contributo dell'8x1000 della Chiesa valdese.
Si tratta di una rassegna che presenterà al pubblico spettacoli teatrali e di danza, creati da artisti disabili e non disabili e resi accessibili cieche e ipovedenti: “Let me be” il 6 settembre alle 21 al teatro comunale di Gradisca d’Isonzo; “La Vaga Grazia” il 7 settembre, alle 19, alla sala Bergamas; “Alexis 2.0”, 10 settembre, alle 19, nel cortile di palazzo Torriani). In queste occasioni tutto il pubblico a sperimentare strumenti come l’audio descrizione poetica e a riflettere su questi temi. Il 7 settembre, inoltre, è in programma un talk con aperitivo, per approfondire una tematica che è sempre più urgente divenga parte della riflessione quotidiana di operatori e artisti.
Il primo spettacolo della rassegna sarà quindi “Let Me Be” e andrà in scena mercoledì 6 settembre, alle 21, al Nuovo teatro comunale di Gradisca d’Isonzo. Il progetto nasce nel 2019 dall’urgenza di Camilla Guarino e Giuseppe Comuniello, danzatore non vedente, di esternare come può svilupparsi la descrizione di uno spettacolo di danza, e più in generale di qualsiasi opera d’arte, a una persona cieca. Non esistono regole, esiste solo una complicità tra i due maturata nel tempo che permette loro di creare un linguaggio nuovo fatto di parole e movimento, arricchito di volta in volta da nuovi gesti e visioni.
Se il pubblico lo vorrà sarà disponibile un’audiodescrizione poetica, interpretata live, che aggiungerà uno strato in più alla narrazione. Sarà possibile fruirne attraverso delle audioguide consegnate al momento dell’ingresso in teatro. Anche “La Vaga Grazia”, performance Eva Geatti (giovedì 7 settembre, alle 19, alla sala Bergamas) sarà accessibile a persone cieche e ipovedenti. Si tratta del risultato di un lavoro di quasi due anni fatto da Geatti insieme a un gruppo formato da cinque giovani attrici e attori, tra i 20 e i 30 anni, un tempo ed un’età con le domande più brucianti.
Ad accompagnare i performer in scena, le musiche live di Dario Moroldo, ispirate alla musica sperimentale degli anni Cinquanta e alla prima elettronica di avanguardia. Il lavoro si ispira alla figura di René Daumal e alla sua opera incompiuta Il Monte Analogo. Unico romanzo al mondo (si dice) che si conclude con una virgola, proprio lì pare di percepire il pendolo tra il visibile e l’invisibile che Geatti mette in prova in scena sperimentando il proseguimento della scrittura sul palco. A seguire, sempre 7 settembre, alle 20, al Baricentro, è previsto un talk con aperitivo intitolato proprio “Zero gradi di separazione”.
Sarà un incontro con Eva Geatti, Camilla Guarino e Giuseppe Comuniello, un approfondimento per scoprire la loro ricerca artistica nell’ottica dell’accessibilità, gli strumenti e le metodologie attuate per rendere accessibili performance teatrali e coreografiche restituendone tutto il fascino e poesia. Anche l’ultimo spettacolo sarà fruibile da persone cieche e ipovedenti: domenica 10 settembre, alle 19, nel cortile di palazzo Torriani. Con “Alexis 2.0” Aristide Rontini ha avviato una ricerca coreografica che indaga e dà corpo alle complesse dinamiche fisiche ed emotive che possono entrare in gioco nel processo, a volte sofferto, di coming out.
Il dire e il non dire di Alexis riverberano nella fisicità radicata al suolo e allo stesso tempo aerea di Cristian Cucco che mostra come nell’urgenza di una dichiarazione scritta in prima persona si possano riconoscere, invece, urgenze collettive e condivise. Il Festival propone a tutto il pubblico di fruire la performance servendosi dell’audiodescrizione poetica. Un’occasione per sperimentare una modalità di fruizione poco conosciuta.
Rimani sempre aggiornato sulle ultime notizie dal Territorio, iscriviti al nostro canale Telegram, seguici su Facebook o su Instagram! Per segnalazioni (anche Whatsapp e Telegram) +39 328 663 0311.