LA PROPOSTA
Biblioteca di Villaggio del Pescatore, la minoranza spinge sul nome di Ruggero Calligaris
La candidatura è appoggiata anche dal Lions Club di Duino Aurisina. Il sindaco Igor Gabrovec si fa garante dell'impegno ricordando l'amico geologo.
«In occasione dell'anniversario della scomparsa di Ruggero Calligaris, abbiamo sentito l'esigenza di rinnovare l'impegno per intitolare la Biblioteca del Villaggio del Pescatore al noto geologo, studioso ed appassionato del Carso in tutte le sue forme». Ad affermarlo sono i consiglieri di Alleanza per Duino Aurisina, Massimo Romita e Sergio Milos. I due rimarcano come «Calligaris ha dedicato gran parte della sua vita proprio al territorio di Duino Aurisina realizzando campagne di scavo, studi e ricerche, nonché elaborando numerose pubblicazioni scientifiche e didattiche sulla Grotta Pocala, Sistiana, la Cava Romana, il Timavo, l’Acquedotto e la Ferrovia».
«Visto il grande lavoro storico scientifico che Ruggero Calligaris ha lasciato per tutto il territorio del Carso ci sembra doveroso tale atto. Nel 2020 le norme sul Covid e successivi problemi tecnico amministrativi hanno costretto alla chiusura temporanea dell’edificio. Ora alla luce del futuro della Biblioteca chiediamo di riprendere tale percorso» così ancora i due consiglieri.
Tale proposta è stata condivisa dal locale Lions Club presieduto da Lidia Strain. In merito, interviene anche il sindaco Igor Gabrovec che parla di Calligaris come «amico e collaboratore». «La sua – sono le parole del primo cittadino – è stata una grave perdita per il mondo speleologico, scientifico e culturale. Ruggero è stato un paleontologo e un geologo, punto di riferimento per tutto il nostro Comune». «Nulla osta a questa candidatura. Mi impegnerò in Consiglio tenendo informati sulla tematica i colleghi consiglieri, valutando le varie proposte senza esclusioni a priori di altre candidature. Su questo coinvolgimento anche la popolazione residente».
Ruggero Calligaris nacque l’8 novembre del 1956 a Trieste, fin dalla prima adolescenza in seguito ad un’escursione in Carso guidata da Fabio Forti si interessa al Carso ed alla geologia, che sarà il suo interesse principale fino alla fine dei suoi giorni avvenuta il 14 agosto 2015. Dopo gli studi superiori al liceo scientifico Galileo Galilei di Trieste, dove si diploma nel 1976, si iscrive a Scienze geologiche all’Università degli Studi di Trieste, nel frattempo si applica con passione alla divulgazione della geologia e alla conoscenza del Carso nelle scuole e molti dei suoi alunni, nel corso degli anni, proprio grazie alla sua passione si sono dedicati alla geologia.
L’interesse per lo studio delle scienze geologiche è tale che, per approfondire alcuni aspetti, per alcuni anni tra il 1977 e il 1979 si imbarca sulle navi oceanografiche del Cnr o partecipa alle sue campagne per il rilevamento geofisico in Italia, di cui serberà sempre un grande ricordo.
Si laurea il 12 aprile del 1982 discutendo una tesi di laurea in paleontologia riguardante molluschi provenienti da quattro carotaggi prelevati lungo un allineamento a sud ovest dell’isola di Andikitira nel Mediterraneo orientale con relatrice la professoressa Maria Luisa Zucchi Stolfa, e con due tesine di laurea in geologia stratigrafica, una sulla geologia della val di Braies avente per relatore il professor Furio Ulcigrai, e la seconda tesina di laurea in paleobotanica sui resti vegetali in terreni ladinici della val di Braies con relatrice la professoressa Camilla Pirini Radrizzani.
Queste due vengono pubblicate sugli atti del Museo di Storia Naturale di Trieste e tradotte in tedesco a cura della Provincia di Bolzano; i reperti fossili esaminati, di cui alcuni furono nuove scoperte, sono stati donati al Museo delle Scienze di Bolzano nel 2007. Nel 1983 tramite concorso ottiene l’abilitazione all’insegnamento per le materie scientifiche geologiche nelle scuole superiori. Dal 1983 inizia la sua collaborazione con il Museo di Storia Naturale di Trieste, ideando e realizzando le sale di mineralogia e paleontologia nel 1984, poi seguite da numerose mostre frutto del riordino delle collezioni museali, partendo in ordine stratigrafico dai reperti più antichi. Tutti questi lavori portano alla pubblicazione di cataloghi delle mostre presso il Museo stesso ed anche all’estero, mentre altri lavori vennero pubblicati negli atti del Museo.
È stato direttore di varie campagne di scavi, grazie alle concessioni ministeriali fatte al Museo di Storia Naturale di Trieste, come ad esempio gli stambecchi dell’abisso Klondike nel 1987, i gasteropodi colorati di Zolla e Marcottini nel 1990 e 1991, la Grotta del Soldo 1991, quello del Dinosauro al Villaggio del Pescatore negli anni 1993 e 1995, i pesci fossili di Trebiciano nel 1993 e 1994 , l’Ursus spelaeus della cava di Sistiana sempre nel 1994, in Grotta Pocala di Aurisina dal 1998 al 2004, la cava Renice di Muggia 1999 e 2000. Ha curato con particolare passione la divulgazione del Carso nei suoi diversi aspetti, dalla geologia, alle tradizioni popolari ed affiancava sempre lo studio dei luoghi, cercando di applicare sempre i sistemi più innovativi per poter scoprire e capire meglio il “perché” delle cose indagate.
Nella foto in gallery: Massimo Romita, Corrado Greco, Ruggero Calligaris e Rinaldo Stradi ad un convegno tenutosi in biblioteca al Villaggio del Pescatore.
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