Insieme con Moretti ragiona sulla sanità tra integrazione territoriale e difesa del servizio pubblico

Insieme con Moretti ragiona sulla sanità tra integrazione territoriale e difesa del servizio pubblico

L'INCONTRO

Insieme con Moretti ragiona sulla sanità tra integrazione territoriale e difesa del servizio pubblico

Di Federico De Giovannini • Pubblicato il 27 Mar 2025
Copertina per Insieme con Moretti ragiona sulla sanità tra integrazione territoriale e difesa del servizio pubblico

Hanno dibattuto i candidati Michele Luise, già direttore del Distretto Basso Isontino, e Giovanni Fania, ex sindacalista. Conclusioni finali di Sandra Telesca, ex assessore regionale alla salute.

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«Un tema cardine della nostra campagna elettorale riguardo al quale, in queste occasioni, stanno ora emergendo le nostre idee»: è così che Diego Moretti ha aperto il dibattito pubblico su sanità e territorio cominciato oggi pomeriggio alle ore 17.30 nella sede elettorale di piazza Cavour. L’incontro è stato seguito da candidati e candidate e soprattutto da persone che attualmente operano in ambito sanitario; presente tra il pubblico anche la segretaria provinciale del Pd Sara Vito.

Accanto al candidato sindaco per il centrosinistra a Monfalcone sono intervenuti il capolista di "Insieme con Moretti" Michele Luise, il candidato per la stessa lista Giovanni Fania e l’ex assessore regionale alla salute Sandra Telesca. Sia Luise che Fania hanno svolto una lunga attività professionale (il primo) e sindacale (il secondo) in ambito sanitario sul territorio, avendo avuto così modo di toccare il tema con mano e seguirne da vicino gli sviluppi.

Ha cominciato il dibattito Fania, che dal suo ruolo di segretario regionale per Cisl ha vissuto le varie fasi di riorganizzazione del sistema sanitario regionale. «L’unico modello certo e fermo da difendere è quello pubblico – ha dichiarato convintamente Fania – il quale però, è sotto gli occhi di tutti, è vittima di un forte arretramento e indebolimento». La riorganizzazione degli ultimi anni, ha proseguito l’ex sindacalista, «ha permesso il passaggio da un modello centrato sull’ospedale – in termini statistici poco efficiente – a uno di carattere aziendale, la cui maggiore efficacia è possibile se combinata all’integrazione sul territorio».

Proprio su quest’ultimo punto si è concentrata la sua critica in riferimento al contesto monfalconese: «A me non sembra che l’attuale giunta comunale abbia intrapreso opportune politiche di integrazione territoriale, nemmeno ora che godono del supporto politico a livello regionale e non solo». Un sistema, quello d’integrazione, fatto di «pratiche come la cura di prossimità, l’infermiere di comunità, l’assistenza in casa e conveniente anche dal punto di vista economico», ha illustrato ancora Fania, denunciando poi la carrellata di fenomeni di declino del settore pubblico – mancanza di medici, malagestione della programmazione, politiche sul personale – a cui si cerca ora di «mettere una pezza facendo ricorso al sistema dell’appalto e al reclutamento di personale esterno, con uno spostamento generale verso il privato». Settore, quest’ultimo, che «non va demonizzato», ha concluso l’ex segretario Cisl, ma che deve mantenere «una situazione d’equilibrio con la controparte pubblica».

È stato poi il turno di Michele Luise, già medico e direttore del Distretto Sanitario Basso Isontino, che ha a sua volta denunciato il «blocco del percorso di potenziamento della sanità territoriale avvenuto negli ultimi dieci anni». Il capolista di Insieme per Moretti ha parlato di «scelta lungimirante» in riferimento alla realizzazione avvenuta in passato della sala operatoria di chirurgia ambulatoriale presso l’Ospedale San Polo di Monfalcone, aggiungendo però che «di recente, di scelte lungimiranti e di ampio respiro se ne sono viste poche».

«Anche il fatto di mandare a curare i tumori al retto a Trieste e tenere solo quelli del colon a Monfalcone - ha proseguito Luise - non è un bel segnale: è necessario poter trovare sul territorio tutti i servizi di assistenza, di ogni tipologia». Critiche anche da parte sua al sistema di appalto dei “medici a gettone” e alla fuga di professionisti dal settore pubblico a quello privato. Necessario ragionare sulla figura dell’infermiere di comunità, «cercando di portare fuori dagli ospedali un tipo di assistenza sempre più richiesta», e sul tema del trasporto, pensando a «servizi per i più anziani come una navetta – ancora mai istituita - che colleghi Monfalcone alla molto frequentata clinica Pineta del Carso». Prioritario infine, secondo Luise, anche l’impegno nella prevenzione: l’ex direttore di distretto ha suggerito, fra le varie idee, la realizzazione di volantini e brochure in più lingue per dare più ampia diffusione possibile alle informazioni.

Dopo i due candidati c’è stato lo spazio per interventi da parte del pubblico, che ha fornito spunti e contributi sul tema dell’amianto, sulle aggressioni al personale sanitario dovute alla rabbia per le lunghe liste d’attesa e sulle iniziative di prevenzione. Un breve intermezzo di Moretti, nel quale il candidato dem ha prospettato futuri ragionamenti in Regione su nuovi piani organizzativi e implementi di servizi necessari a sgravare gli ospedali, per arrivare al commento finale di Sandra Telesca. L’ex assessore alla salute in Fvg ha rimarcato la necessità di visioni lungimiranti e logiche organizzative prima ancora che politiche, suggerendo a Moretti, qualora venisse eletto sindaco, di partire da un’analisi dei dati epidemiologici sulla popolazione monfalconese per poi ragionare concretamente su quali iniziative di prevenzione intraprendere. «La privatizzazione – ha concluso Telesca – non è che l’ultimo effetto di una serie di cause più profonde, di cui siamo noi cittadini a pagare le spese».   

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