a ronchi
Inquinamento ai Laghi delle Mucille, allarme sugli scarichi da case e A4
All'incontro di stamane, Legambiente ha chiesto rassicurazioni a Regione e Comune per il risanamento della qualità biologica delle acque.
L’inquinamento microbiologico, causato dagli scarichi civili non regolarizzati e quello provocato dallo sversamento delle acque meteoriche definite “di prima pioggia” provenienti dall’autostrada A4 posta al di sopra del rione di Selz, sono stati i due problemi messi al centro dell’attenzione della cittadinanza, dalla conferenza odierna “I laghetti delle Mucille a Ronchi dei Legionari, tra inquinamento ed opportunità di protezione” che ha avuto luogo stamane alla sede del Consorzio culturale del Monfalconese di Villa Vicentini Miniussi.
“Gli esiti delle analisi svolte sulle acque dei laghi da parte di Comune e Regione, si sono dimostrati finora negativi. Abbiamo però bisogno di capire cosa ci sia nei sedimenti della zona – ha affermato Michele Tonzar, presidente del Circolo Legambiente di Monfalcone – ipotizziamo si tratti della presenza di metalli e idrocarburi. Richiediamo perciò che siano svolte delle analisi serie”. Sull’inquinamento causato dagli scarichi civili di via delle Fornaci non allacciati – per ora – alla rete fognaria, il sindaco Mauro Benvenuto ha assicurato l’arrivo di un finanziamento per far convogliare nella maniera corretta le acque di scarico delle abitazioni.
L'obiettivo è risanare l’inquinamento microbiologico finora apportato alla zona. Per quanto riguarda l’acqua inquinata proveniente dalla rete autostradale, la questione è di competenza regionale. “C’è anche un’opportunità da cogliere – ha sottolineato ancora Tonzar – ed è quella di ipotizzare uno studio su cui investire risorse per conoscere meglio il posto e definire una strategia di tutela della zona. Conseguentemente si potrebbe pensare di inserire le Mucille nell’ambito della Riserva dei Laghi di Doberdò e Pietrarossa anche se manca ancora l’organo gestore che permetterebbe di muovere passi importanti verso il progresso”.
L’incontro ha visto presenti e relatori Emilio Bianco, responsabile di “Goletta dei Laghi” di Legambiente; Adriano Dreos in qualità di membro del direttivo del circolo monfalconese “Ignazio Zanutto” di Legambiente e Alfredo Altobelli, già professore di ecologia all’Università di Trieste. Sensibili al tema si sono dimostrati i consiglieri regionali Diego Moretti (Pd) e Antonio Calligaris (Lega), entrambi presenti alla conferenza. Moretti si è impegnato a chiedere l’interesse sulla tematica all’assessore regionale all’ambiente e allo sviluppo sostenibile Fabio Scoccimarro. Da Calligaris, per ora, non è emersa nessuna dichiarazione.
L’iniziativa ha così acceso un faro sul sito facente parte della Rete Ecologica “Natura 2000”. Bianco, il responsabile nazionale di Goletta dei Laghi, ha illustrato l’attività che si svolge su tutto il territorio nazionale. “Ci occupiamo delle principali criticità che minacciano la salute dei bacini lacustri italiani e dei loro ecosistemi – sono le parole di Bianco – facciamo indagini sui batteri presenti nelle acque, promuoviamo attività di monitoraggio e denunciamo la presenza di scarichi illegali o situazioni di degrado. Infine promuoviamo esempi virtuosi di gestione del territorio volti alla sostenibilità”.
Dreos ha illustrato invece la situazione in cui riversano i Laghi delle Mucille che rappresentano la parte più orientale di una serie di depressioni comprendenti anche i laghi di Doberdò, Pietrarossa e Sablici. “Le Mucille si presentano divise in tre parti – sono le parole di Dreos – Busa del Cornelio, Busa di Pipa e Busa del Camin. Esiste poi una zona di collegamento con la risorgiva comunicante attraverso delle canalette. Sono inoltre presenti degli inghiottitoi non collegati alle canalette di smaltimento o addirittura otturati da tempo”. Anche da parte di Dreos non è mancato il riferimento al problema delle condotte di scarico d’acqua proveniente dall’A4 e della dispersione di parte delle fogne nel canneto.
“Con l’aumento delle falde nei periodi di abbondanti piogge – ricorda Dreos – fenomeno unito allo scarico fognario non regolarizzato, si sono verificati due effetti combinati negativi: l’allagamento di parte delle abitazioni presenti vicino a via delle Fornaci e la sommersione del Centro Ippico”. Sostanzialmente Legambiente, ancora una volta, denuncia pubblicamente questo scarico quarantennale di acque non pulite. Il decreto legislativo 152 del 2006 disciplina il trattamento delle “acque di prima pioggia” da destinare agli impianti di depurazione. Questo spetterebbe alle Regioni.
Per acque di prima pioggia – che sono già contaminate secondo la legge – si intende la prima parte di ogni evento meteorico. Il decreto prevede anche che le nuove strade debbano avere nuovi sistemi di raccolta di queste acque ma, paradossalmente, per le vecchie aree pubbliche, non è previsto alcun adeguamento obbligatorio perché “di natura non cogente”. Nell’attesa di un pronunciamento concreto da parte della Regione per mitigare questi effetti negativi sull’ambiente, il professor Altobelli ha presentato uno studio ambientale preliminare senza aver compiuto ancora nessun sopralluogo.
“Va tutelata la biodiversità generata dall’ intermittenza dell’acqua – afferma il professore – c’è la necessità di proseguire con la già promossa bonifica integrale dei laghi carsici”. Nell’intervento sono stati citati degli studi – gli unici – svolti dal 1996 dagli esperti Zini e Lenardon. Al momento si possono notare la notevole riduzione, se non la sparizione, del canneto a cannuccia, un inizio di impaludamento e la riduzione del prato stabile. “Le Mucille necessitano di una efficace tutela delle qualità vegetali presenti che sono lo scrigno della biodiversità del luogo. Bisogna lavorare in maniera scientifica seria, non solo basandosi su studi bibliografici” così Altobelli in chiusura.
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