Infortunio in Sbe a Monfalcone, giovane operato e denuncia verso ignoti

Infortunio in Sbe a Monfalcone, giovane operato e denuncia verso ignoti

La ricostruzione

Infortunio in Sbe a Monfalcone, giovane operato e denuncia verso ignoti

Di Salvatore Ferrara • Pubblicato il 28 Feb 2024
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Mentre proseguono le indagini per fare luce sull'accaduto, Alessandro Vescovini, titolare dell'azienda, affida ad un post Facebook il racconto di quanto avvenuto ieri.

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L'operaio ventenne rimasto schiacciato a entrambi gli arti inferiori, con importanti lesioni, ieri pomeriggio alla Sbe-Varvit di Monfalcone, è stato sottoposto ad un delicato intervento chirurgico all'ospedale triestino di Cattinara. Mentre proseguono le indagini per fare luce sull'accaduto, il titolare Alessandro Vescovini affida a un post Facebook il racconto di quanto avvenuto nel pomeriggio. Un grave incidente conclusosi in «un miracolo», come l'ha definito Vescovini.

«Ieri - spiega il titolare - Myrko, un ragazzo di origini moldave, addetto alla manutenzione è stato investito da un Traslo elevatore su rotaia, un impianto ad alta velocità che serve per spostare pallet e i cassoni e predisporli per la spedizione. Per puro miracolo non è stato ucciso sul colpo».

«Il sistema è totalmente isolato da grate e protezioni, come una piccola metropolitana - aggiunge Vescovini - essere lì dentro equivale ad essere appunto in un tunnel della metropolitana con il treno in arrivo ad alta velocità e pochi pertugi dove buttarsi. Lui, non so come un pertugio lo ha trovato e si è salvato la vita. Il sistema ovviamente è dotato di costosi sistemi di sicurezza che prevedono che all' apertura della porta di accesso il macchinario possa essere spostato solo in manuale».

«Nessuno ha visto l'accaduto, ma dai log di sistema che oggi il fornitore ci ha inviato, risulta che nessuno sia entrato dalle 16:50 alle 16:55 di ieri quando è avvenuto l'impatto. Il problema che Myrko era li, inspiegabilmente...»

Le ipotesi fatte dall'azienda sono tre ed è lo stesso Vescovini a comunicarle rendendole pubbliche. La prima: «La forcella di sicurezza della porta è stata manomessa, cosa molto rischiosa che purtroppo avviene non troppo raramente (sanzionate con 25 contestazioni e provvedimenti in giro per la fabbrica negli ultimi 2 anni)». La seconda: «Myrko è entrato dai cassoni e sceso da una scaletta posizionata, non si sa come all'interno del tunnel, e ora sequestrata dall'Asl».

Terza ipotesi: «Myrko è stato teletrasportato dall'Enterprise e da Mr Spok» ironizza Vescovini. «L'esperienza e la relativa frequenza e leggerezza con la quale le sicurezze dei macchinari vengono escluse, ci fa pensare che la prima ipotesi sia la più probabile e, vedendo il posizionamento anomalo della sicurezza ben visibile anche da lontano, appare che il giochino della manomissione ed esclusione abbia colpito ancora» continua il titolare, che ha annunciato di aver depositato in Procura una denuncia contro ignoti per la manomissione dei sistemi di sicurezza, che dovrà essere approfondita dagli organi inquirenti.

«Sbe-Varvit ha uno standard di sicurezza assoluto con ottime performance da ormai dodici anni - garantisce Vescovini - tuttavia bisogna riconoscere che gli unici tre incidenti di una certa gravità avvenuti negli ultimi 10 anni che hanno causato fratture ossee e prognosi oltre i 60 giorni, sono sempre stati causati da negligenza, imprudenza ed eccessiva confidenza dei nostri collaboratori con i robot e sistemi automatici».

«È necessario migliorare ancora e rendere ancora più intelligenti i macchinari utilizzando per esempio l'intelligenza artificiale, per evitare che anche qualora vengano bypassate le sicurezze non avvenga l'irreparabile - conclude l'imprenditore - d'altra parte le imprese italiane, alla faccia della propaganda e della grancassa isterica dei media, sono un'eccellenza europea per quanto riguarda la sicurezza sul lavoro. L'Italia è uno dei Paesi con il tasso più basso di incidenti sul lavoro in Europa, ma questo ovviamente nessuno lo sottolinea».

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