le richieste
Ex Bertolini, pressing di cittadini e associazioni sul rogo di Mossa
Confronto tra associazioni, amministratori e cittadini. Affidato l'incarico all'avvocato.
L'attenzione di Legambiente e Libera sull'incendio dell'ex Bertolini di Mossa non si è spento. Venerdì scorso, il coordinamento provinciale di Gorizia ha organizzato un incontro nella locale sala civica, a due mesi dal rogo delle 4500 tonnellate di rifiuti stipati illegalmente nello stabilimento. All’incontro hanno preso parte vari soggetti del territorio, allo scopo di continuare a tener alta l’attenzione. L'obiettivo era tener alta l'attenzione, soprattutto per possibili nuovi rischi in zona e per scoprire quali effetti a lungo termine ci saranno nelle aree interessate dalla vicenda.
"Ribadiamo come e quanto sia importante che la società civile, i cittadini e i soggetti pubblici - scrive Legambiente in una nota - intraprendano un percorso di consapevolezza partecipata dell’esistenza di un fenomeno presente anche qui, qual è l’infiltrazione mafiosa. Venerdì sera hanno partecipato una ventina di persone all’incontro: rappresentanti delle amministrazioni locali, realtà associative, settori economici, sindacati, insegnanti, e pensionati. È stato ricordato il momento iniziale dell’incendio, le prime reazioni al crepitio iniziale e subito dopo l’innalzamento delle fiamme alte decine di metri".
L'associazione ricorda che "le analisi fatte dall’Arpa, i risultati ancora non resi pubblici: procedure con tempistiche troppo lunghe con ancora troppe poche analisi. Confermato anche come alcuni orticoltori hanno provveduto a far controllare autonomamente i propri terreni". All'inizio di questa settimana, i tecnici dell'Agenzia hanno compiuto nuovi rilevamenti sul campo di calcio, che saranno analizzati in regione per qunto riguarda la ricerca di diossina, mentre quella sulle fibre di amianto sarà fattà in Veneto, dove l'ente è riferimento nazionale in materia. Non sono state rese note le date degli esiti.
"È certamente chiara la sottovalutazione che come società diamo ancora ai fenomeni malavitosi sui nostri territori, in Fvg e non solo - rimarca il sodalizio -. La presa di coscienza collettiva dopo un avvenimento così disastroso aiuta a rendersi conto che non è di questa singola situazione che vogliamo unicamente parlare, bensì di un radicamento di attività di organizzazione criminale molto più ampio che su queste nostre terre agisce e cresce oramai da diverso tempo. Mossa continuerà ad essere luogo di bellezza, campi, vini e molto altro ancora. Ma non possiamo fingere che si tratti di un caso sporadico, di un avvenimento eccezionale".
Dal confronto, è emerso che "continuare a parlarne non significa fare pubblicità negativa di un luogo poiché solo laddove si è iniziato a costruire confronto e conoscenza le cose sono migliorate". Le realtà associative chiedono quindi di avviare un percorso condiviso sul tema, per "costruire azioni concrete". Una prima azione simbolica è avvenuta sabato, quando tutta la segreteria regionale di Libera si è recata proprio davanti lo stabilimento ex Bertolini, per vedere il luogo e discutere in presenza della volontà di affiancare Legambiente nel costituirsi parte offesa nel procedimento sul rogo di Mossa.
Presenti in loco i referenti di Gorizia, Udine, San Vito al Tagliamento e Casarsa, insieme alla referente regionale Giuliana Colussi. Nel frattempo, l'amministrazione comunale ha affidato l'incarico all'avvocato Gianna Di Danieli come proprio difensore nella vicenda. Si tratta di un mero atto amministrativo, necessario affinché il legale possa depositare eventuali documenti a nome del Comune dopo la fine delle indagini. Questa è attesa a giorni, con l'obiettivo di chiarire se le cause sono state dolose o meno, e quindi decidere se procedere con un'azione legale contro ignoti.
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